Fwd: Amsi, UMEM, AISC, UNITI PER UNIRE. Sanità pubblica al collasso: Arriveremo alla drammatica cifra di 118 ospedali chiusi entro il 2030 se non si cambia immediatamente rotta. Negli ultimi 10 anni 7349 medici hanno lasciato la sanità pubblica.

Amsi, UMEM, AISC, UNITI PER UNIRE. Sanità pubblica al collasso: Arriveremo alla drammatica cifra di 118 ospedali chiusi entro il 2030 se non si cambia immediatamente rotta. Negli ultimi 10 anni 7349 medici hanno lasciato la sanità pubblica.
Le associazioni e i movimenti lanciano l’allarme: la sanità pubblica e privata accreditata è al punto di non ritorno.
Aodi: “Senza soluzioni collettive immediate ed in particolare senza investire e stimolare e tutelare i professionisti della sanità combattendo la fuga dal pubblico e dall’Italia, saremo di fronte a una catastrofe ai danni dei cittadini italiani”
Roma, 12 febbraio 2025 – Il quadro che emerge dall’Annuario del Servizio Sanitario Nazionale 2023 del Ministero della Salute rappresenta una condanna senza appello per la sanità pubblica italiana.
Negli ultimi dieci anni sono stati chiusi 74 ospedali, eliminati oltre 10.000 posti letto e cancellati 7.220 medici di famiglia. Se il trend non cambierà, entro il 2030, secondo la proiezione-indagine di AMSI e del Movimento Uniti per Unire, si arriverà alla chiusura di altri 44 ospedali, portando il totale, da qui a sei anni, a ben 118 strutture chiuse in soli 16 anni. Tutto questo se il trend dovesse rimanere il medesimo.
E se la situazione dovesse peggiorare, la sanità pubblica rischia un collasso irreversibile. Inoltre l’allarme è anche legato alle professioni sanitarie. Secondo AMSI negli ultimi 10 anni solo per quanto riguarda i medici, ben 7349 camici bianchi hanno lasciato il pubblico tra fughe all’estero e dimissioni volontarie verso il privato, verso la libera professione o addirittura abbandonando per sempre la sanità.
Le richieste arrivate all’AMSI, negli ultimi cinque anni, da parte di tutte le Regioni, di professionisti sanitari stranieri, a dimostrazione della crisi di personale e rischio chiusura reparti, hanno superato il numero di 13mila. Con il suo impegno dal 2020, AMSI, solo nell’anno 2024, è riuscita a evitare la chiusura di oltre 2755 tra reparti, dipartimento, medici di famiglia e professionisti sanitari, sia in via ordinaria, sia grazie al Decreto Cura Italia.
“Stiamo assistendo a un vero e proprio smantellamento programmato della sanità pubblica e a rimetterci sono e saranno i soggetti più fragili”. Esordisce così nella sua disamina il Prof. Foad Aodi, a nome di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), del Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC, Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini, membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata.
Tagli e privatizzazioni: il grande saccheggio della sanità pubblica
Dal 2013 al 2023, il Servizio Sanitario Nazionale ha subito una “cura dimagrante” brutale:
74 ospedali chiusi (-7%)
10.560 posti letto eliminati
7.220 medici di famiglia in meno
999 pediatri scomparsi
1.483 medici di continuità assistenziale tagliati
290 consultori chiusi
269 centri di salute mentale cancellati
42 mila professionisti della sanità (medici, infermieri e altri professionisti) hanno lasciato l’Italia.
La politica sanitaria, fin qui fallimentare, trovi la strada maestra.
“Questa situazione non è solo il risultato di scelte politiche sbagliate, ma di un vero e proprio attacco al sistema sanitario pubblico che ha come unico scopo quello di tagliare sui servizi per la tutela della salute, un diritto fondamentale di ogni cittadino. Non si può parlare di razionalizzazione quando si riducono drasticamente le risorse per i servizi essenziali, quando si chiudono ospedali, si eliminano posti letto e si riduce il personale sanitario. Stiamo assistendo a un processo di disintegrazione delle strutture pubbliche, con il rischio che milioni di cittadini, in particolare i più vulnerabili, si trovino di fronte a un accesso limitato o inesistente alle cure mediche. L’azione del governo, invece di puntare sul rafforzamento della sanità pubblica, sta minando alla base quel modello sanitario che da decenni rappresenta il pilastro della nostra società. La perdita di ospedali e di posti letto significa privare intere comunità del diritto di essere assistiti, e questo ha delle conseguenze devastanti non solo sul piano sanitario, ma anche su quello sociale ed economico. Se non si interviene subito, se non si fermano queste chiusure e non si investe sul nostro sistema sanitario, rischiamo di compromettere irreparabilmente il futuro della nostra sanità pubblica.”, continua Aodi.
Un futuro drammatico: di questo passo avremo, in totale, 118 ospedali chiusi e oltre 16mila posti letti persi entro il 2030. E se il trend peggiorasse?
“Se il trend degli ultimi dieci anni proseguirà senza inversioni, entro il 2030 potremmo assistere alla chiusura di altri 44 ospedali, per un totale di 118 strutture chiuse dal 2013.
Questo significherebbe la perdita di almeno 6.278 posti letto aggiuntivi. Ma lo scenario potrebbe essere ancora più grave: se il ritmo delle chiusure dovesse accelerare a causa della carenza di personale e della riduzione dei fondi pubblici il numero di ospedali chiusi potrebbe superare i 130, con conseguenze devastanti sull’accesso alle cure. Senza un intervento immediato, tra sei anni ci troveremo con il 50% degli ospedali in meno rispetto al 2010. E a pagarne il prezzo saranno i cittadini più poveri, quelli che non possono permettersi di curarsi al di fuori degli ospedali” avverte il Prof. Aodi.
Le proposte di Amsi, UMEM, e UNITI PER UNIRE
Per fermare questa deriva e salvare la sanità pubblica, chiediamo immediatamente:
Stop alla chiusura degli ospedali e revoca delle decisioni già prese per la dismissione di strutture pubbliche.
Potenziamento dell’assistenza territoriale con incentivi per medici di famiglia, pediatri e guardie mediche.
Assunzione immediata di medici e infermieri per far fronte alla carenza di personale.
Investimenti strutturali per migliorare l’efficienza degli ospedali pubblici e ridurre il gap con le strutture private.
Un piano straordinario per l’Assistenza Domiciliare Integrata, per evitare che il taglio di posti letto significhi abbandono dei pazienti più fragili.
Investire e stimolare e proteggere i professionisti della sanità italiani e di origine straniera.
Combattere la fuga dal pubblico e dall’Italia dei professionisti della sanità, combattere le aggressioni e la medicina difensiva.
Maggiori collaborazioni tra ospedali, territori, medici di famiglia e pediatri.
“Basta tagli, basta ricatti. La sanità pubblica è un diritto, non un privilegio. Se il Governo non agirà subito, sarà complice di una catastrofe annunciata.” conclude il Prof. Aodi.
INDAGINE/PROIEZIONE AMSI-UMEM-UNITI PER UNIRE
Ospedali chiusi: proiezione fino al 2030
• Ospedali chiusi tra il 2013 e il 2023: 74
• Periodo considerato: 10 anni
• Media di ospedali chiusi all’anno: 7,4 ospedali/anno (74 ÷ 10 = 7,4).
• Proiezione per i prossimi 6 anni (2024-2030): 44 ospedali (7,4 × 6 = 44,4 ≈ 44)
• Previsione totale ospedali chiusi dal 2013 al 2030: 118 ospedali (74 + 44 = 118), altri 44
2. Perdita di posti letto: proiezione fino al 2030
• Posti letto persi tra il 2013 e il 2023: 10.560
• Media di posti letto persi per ogni ospedale chiuso: 142,7 posti letto/ospedale (10.560 ÷ 74 = 142,7)
• Proiezione per i prossimi 6 anni (2024-2030): 6.278 posti letto (44 × 142,7 = 6.278)
• Totale posti letto persi dal 2013 al 2030: 16.838 posti letto (10.560 + 6.278 = 16.838)
-118 ospedali chiusi entro il 2030 (+44 ne prossimi 6 anni)
-Oltre 16.800 posti letto eliminati (+6.2780 nei prossimi 6 anni)
ALTRI DATI RIEPILOGO
– 42 mila professionisti della sanità (nel totale di tutte le categorie) hanno lasciato l’Italia negli ultimi 10 anni
– Secondo AMSI negli ultimi 10 anni, nello specifico, 7349 medici hanno lasciato il pubblico tra fughe all’estero e dimissioni volontarie verso il privato, verso la libera professione o addirittura abbandonando per sempre la sanità.
– Oltre 13mila richieste di professionisti stranieri sono arrivati ad Amsi da parte di tutte le regioni negli ultimi 10 anni
Se la situazione dovesse peggiorare, i numeri potrebbero essere ancora più alti.
Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, con il Dr. Jamal Abo A. – Vice presidente Amsi, il Dr. Mihai Baleanu – Portavoce Amsi, il Dr. Kamran Paknegad – Segretario Generale Amsi, Dr.ssa Eugenia Voukadinova – Vice Segretario Generale Amsi, e ancora i vicepresidenti di Uniti per Unire, Prof.ssa Laura Mazza e Federica Federici, con Kamel Belaitouche Coordinatore Organizzativo, Dott. Fabio Abenavoli Responsabile Cooperazione Internazionale dei Nostri Movimenti, con il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di AMSI, Uniti per Unire e UMEM.
Ufficio Stampa Uniti per Unire
Sede operativa presso il Centro Medico Iris Italia
Via Valsavaranche 83-85 Roma
06.8862793
www.unitiperunire.org
www.aisc.news.it

Amsi, UMEM, AISC, UNITI PER UNIRE. Sanità pubblica al collasso: Arriveremo alla drammatica cifra di 118 ospedali chiusi entro il 2030 se non si cambia immediatamente rotta. Negli ultimi 10 anni 7349 medici hanno lasciato la sanità pubblica.

Le associazioni e i movimenti lanciano l’allarme: la sanità pubblica e privata accreditata è al punto di non ritorno.

Aodi: “Senza soluzioni collettive immediate ed in particolare senza investire e stimolare e tutelare i professionisti della sanità combattendo la fuga dal pubblico e dall’Italia, saremo di fronte a una catastrofe ai danni dei cittadini italiani”

Roma, 12 febbraio 2025 – Il quadro che emerge dall’Annuario del Servizio Sanitario Nazionale 2023 del Ministero della Salute rappresenta una condanna senza appello per la sanità pubblica italiana. 

Negli ultimi dieci anni sono stati chiusi 74 ospedali, eliminati oltre 10.000 posti letto e cancellati 7.220 medici di famiglia. Se il trend non cambierà, entro il 2030, secondo la proiezione-indagine di AMSI e del Movimento Uniti per Unire, si arriverà alla chiusura di altri 44 ospedali, portando il totale, da qui a sei anni, a ben 118 strutture chiuse in soli 16 anni. Tutto questo se il trend dovesse rimanere il medesimo. 

E se la situazione dovesse peggiorare, la sanità pubblica rischia un collasso irreversibile. Inoltre l’allarme è anche legato alle professioni sanitarie. Secondo AMSI negli ultimi 10 anni solo per quanto riguarda i medici, ben 7349 camici bianchi hanno lasciato il pubblico tra fughe all’estero e dimissioni volontarie verso il privato, verso la libera professione o addirittura abbandonando per sempre la sanità.

Le richieste arrivate all’AMSI, negli ultimi cinque anni, da parte di tutte le Regioni, di professionisti sanitari stranieri, a dimostrazione della crisi di personale e rischio chiusura reparti, hanno superato il numero di 13mila. Con il suo impegno dal 2020AMSI, solo nell’anno 2024, è riuscita a evitare la chiusura di oltre 2755 tra reparti, dipartimento, medici di famiglia e professionisti sanitari, sia in via ordinaria, sia grazie al Decreto Cura Italia.

“Stiamo assistendo a un vero e proprio smantellamento programmato della sanità pubblica e a rimetterci sono e saranno i soggetti più fragili”. Esordisce così nella sua disamina il Prof. Foad Aodi, a nome di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), del Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC, Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini, membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata.

Tagli e privatizzazioni: il grande saccheggio della sanità pubblica

Dal 2013 al 2023, il Servizio Sanitario Nazionale ha subito una “cura dimagrante” brutale:

  • 74 ospedali chiusi (-7%)
  • 10.560 posti letto eliminati
  • 7.220 medici di famiglia in meno
  • 999 pediatri scomparsi
  • 1.483 medici di continuità assistenziale tagliati
  • 290 consultori chiusi
  • 269 centri di salute mentale cancellati
    42 mila professionisti della sanità (medici, infermieri e altri professionisti) hanno lasciato l’Italia.

La politica sanitaria, fin qui fallimentare, trovi la strada maestra.


“Questa situazione non è solo il risultato di scelte politiche sbagliate, ma di un vero e proprio attacco al sistema sanitario pubblico che ha come unico scopo quello di tagliare sui servizi per la tutela della salute, un diritto fondamentale di ogni cittadino. Non si può parlare di razionalizzazione quando si riducono drasticamente le risorse per i servizi essenziali, quando si chiudono ospedali, si eliminano posti letto e si riduce il personale sanitario. Stiamo assistendo a un processo di disintegrazione delle strutture pubbliche, con il rischio che milioni di cittadini, in particolare i più vulnerabili, si trovino di fronte a un accesso limitato o inesistente alle cure mediche. L’azione del governo, invece di puntare sul rafforzamento della sanità pubblica, sta minando alla base quel modello sanitario che da decenni rappresenta il pilastro della nostra società. La perdita di ospedali e di posti letto significa privare intere comunità del diritto di essere assistiti, e questo ha delle conseguenze devastanti non solo sul piano sanitario, ma anche su quello sociale ed economico. Se non si interviene subito, se non si fermano queste chiusure e non si investe sul nostro sistema sanitario, rischiamo di compromettere irreparabilmente il futuro della nostra sanità pubblica.”, continua Aodi.

Un futuro drammatico: di questo passo avremo, in totale, 118 ospedali chiusi e oltre 16mila posti letti persi entro il 2030. E se il trend peggiorasse?


“Se il trend degli ultimi dieci anni proseguirà senza inversioni, entro il 2030 potremmo assistere alla chiusura di altri 44 ospedali, per un totale di 118 strutture chiuse dal 2013

Questo significherebbe la perdita di almeno 6.278 posti letto aggiuntivi. Ma lo scenario potrebbe essere ancora più grave: se il ritmo delle chiusure dovesse accelerare a causa della carenza di personale e della riduzione dei fondi pubblici il numero di ospedali chiusi potrebbe superare i 130, con conseguenze devastanti sull’accesso alle cure. Senza un intervento immediato, tra sei anni ci troveremo con il 50% degli ospedali in meno rispetto al 2010. E a pagarne il prezzo saranno i cittadini più poveri, quelli che non possono permettersi di curarsi al di fuori degli ospedali” avverte il Prof. Aodi.

Le proposte di Amsi, UMEM, e UNITI PER UNIRE


Per fermare questa deriva e salvare la sanità pubblica, chiediamo immediatamente:

  1. Stop alla chiusura degli ospedali e revoca delle decisioni già prese per la dismissione di strutture pubbliche.
  2. Potenziamento dell’assistenza territoriale con incentivi per medici di famiglia, pediatri e guardie mediche.
  3. Assunzione immediata di medici e infermieri per far fronte alla carenza di personale.
  4. Investimenti strutturali per migliorare l’efficienza degli ospedali pubblici e ridurre il gap con le strutture private.
  5. Un piano straordinario per l’Assistenza Domiciliare Integrata, per evitare che il taglio di posti letto significhi abbandono dei pazienti più fragili.
  6. Investire e stimolare e proteggere i professionisti della sanità italiani e di origine straniera.
  7. Combattere la fuga dal pubblico e dall’Italia dei professionisti della sanità, combattere le aggressioni e la medicina difensiva.
  8. Maggiori collaborazioni tra ospedali, territori, medici di famiglia e pediatri.

“Basta tagli, basta ricatti. La sanità pubblica è un diritto, non un privilegio. Se il Governo non agirà subito, sarà complice di una catastrofe annunciata.” conclude il Prof. Aodi.

INDAGINE/PROIEZIONE AMSI-UMEM-UNITI PER UNIRE

Ospedali chiusi: proiezione fino al 2030

• Ospedali chiusi tra il 2013 e il 2023: 74

• Periodo considerato: 10 anni

• Media di ospedali chiusi all’anno: 7,4 ospedali/anno (74 ÷ 10 = 7,4). 

• Proiezione per i prossimi 6 anni (2024-2030): 44 ospedali (7,4 × 6 = 44,4 ≈ 44)

• Previsione totale ospedali chiusi dal 2013 al 2030: 118 ospedali (74 + 44 = 118), altri 44

2. Perdita di posti letto: proiezione fino al 2030

• Posti letto persi tra il 2013 e il 2023: 10.560

• Media di posti letto persi per ogni ospedale chiuso: 142,7 posti letto/ospedale (10.560 ÷ 74 = 142,7)

• Proiezione per i prossimi 6 anni (2024-2030): 6.278 posti letto (44 × 142,7 = 6.278)

• Totale posti letto persi dal 2013 al 2030: 16.838 posti letto (10.560 + 6.278 = 16.838)

-118 ospedali chiusi entro il 2030 (+44 ne prossimi 6 anni)

-Oltre 16.800 posti letto eliminati (+6.2780 nei prossimi 6 anni)

ALTRI DATI RIEPILOGO

– 42 mila professionisti della sanità (nel totale di tutte le categorie) hanno lasciato l’Italia negli ultimi 10 anni 

– Secondo AMSI negli ultimi 10 anni, nello specifico, 7349 medici hanno lasciato il pubblico tra fughe all’estero e dimissioni volontarie verso il privato, verso la libera professione o addirittura abbandonando per sempre la sanità.

– Oltre 13mila richieste di professionisti stranieri sono arrivati ad Amsi da parte di tutte le regioni negli ultimi 10 anni

Se la situazione dovesse peggiorare, i numeri potrebbero essere ancora più alti.

Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, con il Dr. Jamal Abo A. – Vice presidente Amsi, il Dr. Mihai Baleanu – Portavoce Amsi, il Dr. Kamran Paknegad – Segretario Generale Amsi, Dr.ssa Eugenia Voukadinova – Vice Segretario Generale Amsi, e ancora i vicepresidenti di Uniti per Unire, Prof.ssa Laura Mazza e Federica Federici, con Kamel Belaitouche Coordinatore Organizzativo, Dott. Fabio Abenavoli Responsabile Cooperazione Internazionale dei Nostri Movimenti, con il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di AMSI, Uniti per Unire e UMEM.

Ufficio Stampa Uniti per Unire 

Sede operativa presso il Centro Medico Iris Italia 

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