Medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari confermano lo sciopero del 20 novembre “Protestiamo per ridare dignità e valore al nostro lavoro. Maggioranza e opposizione lavorino insieme per disegnare il SSN del futuro”.
“Non sono solo i finanziamenti insufficienti per la sanità a spingerci ad incrociare le braccia; non è solo il mancato rispetto dei contratti, o l’assenza di un piano straordinario di assunzioni, o la mancata defiscalizzazione delle nostre indennità di specificità a farci scendere in piazza; quello che noi chiediamo, oltre a tutto questo, è ridare dignità e valore al nostro lavoro”.
“Se i giovani professionisti scappano in massa all’estero, e si è costretti ad andare in capo al mondo per cercare colleghi disposti a prendere il loro posto nei nostri ospedali, è perché non sono più disposti ad accettare di lavorare in queste condizioni”, spiegano Di Silverio, Quici e De Palma.
“Nessuno vuole più lavorare sapendo di rischiare quotidianamente una denuncia, un insulto, un calcio o una manganellata. Nessuno è più disposto a rinunciare a ferie, riposi, malattie per garantire i servizi. Nessuno intende più lavorare in un’emergenza ormai cronica, la cui fine neanche si intravede”.
“Protestiamo allora – aggiungono i leader dei sindacati – per avere un giusto riconoscimento per le nostre professioni, certo, anche economico”.
“Protestiamo per far conoscere ai cittadini le vere cause dei disservizi che subiscono, e per chiedere a tutta la politica, di maggioranza e di opposizione, di lavorare insieme per disegnare il Servizio Sanitario Nazionale del futuro, partendo da una visione e da una prospettiva a lungo termine che oggi è del tutto assente”.
“Protestiamo per chiedere di ripristinare la centralità del medico, del dirigente sanitario, dell’infermiere, del professionista sanitario e degli specializzandi in qualunque decisione che riguardi i pazienti, scardinando quindi mentalità aziendaliste ed economicistiche che non possono coniugarsi in modo efficace con la tutela della salute”.
“Noi – dichiarano Di Silverio, Quici e De Palma -, pur rappresentando solo una parte del mondo medico, sanitario, degli infermieri e delle altre professioni che operano in sanità, ci stiamo mettendo la faccia, mobilitando gli iscritti alle nostre sigle e utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per cercare di cambiare le cose”.
“Certo è che, se riusciremo a portare a casa anche solo una piccola parte delle nostre richieste, i benefici ricadranno non solo su tutto il personale sanitario ma su tutti i cittadini, che potranno contare su una sanità pubblica efficiente e su professionisti preparati e motivati”, concludono.