AISI, ASSOCIAZIONE IMPRESE SANITARIE INDIPENDENTI.

Salute, DDL Semplificazioni e Farmacia dei Servizi. Il Comitato Direttivo di Aisi (Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti): «Saremo presto in audizione al Senato e confermiamo la nostra posizione sull’art. 25. Diciamo no a norme che mettono a rischio la qualità dei servizi sanitari. Le farmacie non saranno mai ambulatori, e i farmacisti non saranno mai medici o biologi».

ROMA 22 OTT. – L’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI), sotto la guida del Presidente Karin Saccomanno, del Direttore Generale Giovanni Onesti e del Segretario Generale Dott. Fabio Vivaldi, è impegnata in una serie di incontri istituzionali, volti a discutere le implicazioni della riforma contenuta nel DDL Semplificazioni, e in particolare la problematica dell’articolo 25, che introduce la cosiddetta “Farmacia dei Servizi”. 

AISI ha esposto con fermezza e coerenza la propria posizione, chiedendo una revisione profonda di questa normativa, considerata pericolosa per la tutela della salute pubblica.

Durante i colloqui, AISI ha incontrato il Presidente della Commissione Welfare, Affari Sociali e Sanità del Senato, Zaffini, poiché il DDL sarà sottoposto inizialmente all’esame della Commissione Sanità. L’associazione ha anche avuto importanti incontri con il senatore Della Porta, relatore del DDL Semplificazioni, oltre che con diversi esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia. In questi confronti, AISI ha chiaramente spiegato le sue motivazioni per richiedere la revisione dell’articolo 25, evidenziando i gravi rischi associati all’apertura indiscriminata dei servizi sanitari a operatori che non possiedono la necessaria qualificazione o i requisiti strutturali e normativi richiesti alle strutture sanitarie.

Le preoccupazioni principali: un abbassamento della qualità dei servizi sanitari

Uno dei punti centrali della posizione di AISI è che l’introduzione della “Farmacia dei Servizi” rischia di creare una grave disparità normativa tra le farmacie e le strutture sanitarie private autorizzate e accreditate, che attualmente devono rispettare oltre 420 requisiti di sicurezza e qualità per poter operare. Tali strutture, che per decenni hanno agito come presidi di prossimità, sono obbligate a seguire rigide procedure per ampliare la propria offerta di servizi sanitari, richiedendo nuove autorizzazioni alle ASL e alle Regioni, dimostrando conformità a standard complessi.

Al contrario, le farmacie, secondo la proposta di legge, potrebbero iniziare a erogare servizi sanitari senza dover rispettare queste normative. Basterebbe una semplice autorizzazione comunale o dell’ASL per poter fornire prestazioni che, nelle strutture sanitarie, richiedono personale medico altamente qualificato e una serie di controlli stringenti. Questa deregolamentazione non solo ridurrebbe drasticamente la qualità dei servizi sanitari erogati, ma creerebbe confusione nei cittadini, che non sarebbero sempre in grado di distinguere tra un servizio erogato in una farmacia e uno fornito in una struttura accreditata.

Una disparità economica e regolatoria: il rischio per le strutture accreditate

AISI ha sollevato anche preoccupazioni legate alla “giustizia economica e normativa”. Le strutture sanitarie private accreditate, infatti, sono soggette a vincoli di bilancio stringenti e devono rispettare normative molto complesse, il che comporta costi elevati per mantenere standard di qualità e sicurezza. Questi centri di eccellenza devono sottoporsi a verifiche periodiche e rinnovare le loro autorizzazioni per poter continuare a operare. Le farmacie, invece, potrebbero erogare servizi sanitari senza dover sostenere gli stessi costi e procedure, creando una concorrenza sleale.

In aggiunta, AISI denuncia il fatto che alcune regioni stanno stanziando fondi pubblici per sostenere la “Farmacia dei Servizi”, ignorando le difficoltà economiche affrontate dalle strutture sanitarie accreditate, che già si trovano a dover fare i conti con risorse limitate. Questa disparità di trattamento potrebbe ulteriormente aggravare le condizioni delle strutture accreditate, portando alla riduzione di servizi di alta qualità a favore di soluzioni meno regolamentate e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.

Sicurezza e competenze: un problema medico e legale

Un altro aspetto fortemente sottolineato da AISI riguarda la mancanza di personale medico specializzato nelle farmacie. Le prestazioni sanitarie che verrebbero erogate dalle farmacie, come analisi diagnostiche o screening, richiedono competenze specifiche e rigidi standard di qualità, che solo personale adeguatamente formato può garantire. Le farmacie, non essendo strutture sanitarie, non dispongono di medici, infermieri o biologi in grado di eseguire esami complessi o interpretare correttamente i risultati. Il rischio è quello di errori diagnostici che potrebbero avere conseguenze gravi, se non fatali, per i pazienti.

AISI ritiene che la possibilità di effettuare test diagnostici e altre prestazioni sanitarie nelle farmacie senza una regolamentazione rigorosa potrebbe abbassare gli standard di sicurezza. L’associazione teme che un approccio così semplificato porti a un aumento degli errori medici, mettendo a rischio la salute pubblica.

La reazione di AISI e le prossime azioni

AISI ha chiaramente affermato che non intende rimanere passiva di fronte a questa proposta normativa. L’associazione si impegna a intraprendere ogni azione necessaria per bloccare la parificazione delle farmacie alle strutture sanitarie accreditate, garantendo che il Parlamento non approvi leggi che possano mettere in pericolo la salute dei cittadini. AISI chiede al Governo, al Parlamento e al Presidente della Repubblica di riflettere attentamente su questa questione e di fermare qualsiasi iniziativa che possa creare una sperequazione tra le diverse realtà del sistema sanitario.

«Continueremo a vigilare affinché le normative sanitarie rimangano rigorose e giuste per tutti gli operatori del settore. La salute pubblica deve essere una priorità e non può essere sacrificata per facilitare la liberalizzazione di servizi che richiedono qualifiche e regolamentazioni severe. L’AISI si augura che le istituzioni ascoltino queste preoccupazioni e lavorino per una normativa che garantisca sicurezza, qualità e uguaglianza nel settore sanitario.

La nostra associazione fa appello al buon senso del Governo, del Parlamento e del Presidente della Repubblica affinché si eviti una sperequazione ingiusta a favore delle farmacie, impedendo l’adozione di normative regionali autonome che possano aggirare la normativa nazionale, come il D.Lgs. 502/1992, che stabilisce regole chiare per tutte le strutture sanitarie autorizzate e accreditate.

L’obiettivo di ridurre i tempi di attesa nella sanità pubblica non può giustificare un pericoloso abbassamento degli standard di sicurezza sanitaria. Consentire alle farmacie di fornire prestazioni come elettrocardiogrammi o monitoraggi senza adeguate qualifiche mediche rischia di compromettere gravemente la qualità delle cure».

Questo il pensiero del Comitato Direttivo di Aisi, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, attraverso la voce del Presidente Karin Saccomanno, del Direttore Generale Giovanni Onesti e del Segretario Generale Dott. Fabio Vivaldi.

UFFICIO STAMPA AISI, ASSOCIAZIONE IMPRESE SANITARIE E IDIPENDENTI.

(lettori 180 in totale)

Potrebbero interessarti anche...