I dati Inail per il 2024 fotografano un tragico bilancio: sono 469 gli incidenti mortali sul lavoro nel primo semestre dell’anno pari a +4,2%, ovvero 19 in più rispetto alle 450 registrate nel pari periodo del 2023. Questi numeri non sono solo statistiche fredde ma rappresentano vite spezzate e famiglie distrutte da Nord a Sud del Paese. Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 93 a 98 denunce), nelle Isole (da 34 a 51), una parità nel Nord-Est (101 decessi) e cali al Centro (da 92 a 91) e nel Nord-Ovest (da 130 a 128). Tra le regioni con i maggiori aumenti preoccupa particolarmente la Sicilia (+15), l’Emilia-Romagna (+13) e il Lazio (+5). Ogni infortunio mortale sul lavoro è una tragedia che poteva e doveva essere evitata. È inaccettabile che, nel XXI secolo, nonostante i progressi tecnologici e normativi, si continuino a registrare tragedie sul posto di lavoro. È prioritario intervenire per migliorare gli standard e le misure preventive, garantendo che i responsabili delle violazioni siano adeguatamente sanzionati. In tal senso, abbiamo registrato la disponibilità del Governo, che ha recentemente annunciato l’immissione di nuovi ispettori, figura fondamentale per realizzare controlli capillari e rigorosi. Ogni lavoratore ha il diritto di tornare a casa sano e salvo alla fine della giornata. Non può esistere sicurezza senza controlli e non può essere esercitato il diritto al lavoro senza sicurezza”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito ai dati Inail relativi agli infortuni sul lavoro nel primo semestre 2024.
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