Vincenza Palmieri con Antonio Pascotto – Imagine: Il Diritto a Essere Ascoltati.

Ascoltare e credere ai bambini per avviare una rivoluzione culturale

Togliendo la libertà ai bambini non si uccide solo la democrazia, ma anche il naturale Diritto ai Desideri

 

Roma. 30 aprile. Parole forti e coraggiose nel corso della seguitissima puntata di Imagine “Il Diritto a Essere Ascoltati”, in cui la professoressa Vincenza Palmieri è stata intervistata dal giornalista Parlamentare e Caporedattore dei Telegiornali di Mediaset, Antonio Pascotto.

La Professoressa ha iniziato subito con la denuncia della carenza, forse persino assenza, di un vero ascolto dei bambini:

“Quello che accade con i ragazzi – al di là della riforma Cartabia e delle sentenze della Cassazione – è una peculiarità, pare addirittura che questi bambini o ragazzi non vengano proprio sentiti.

Non dovremmo dire: “Noi i ragazzi li ascoltiamo, però poi non dobbiamo mica fare quello che ci dicono.” Oppure, non dovremmo continuare a ripetere la frase fatta: “Ma il ragazzo non ha discernimento, perché il ragazzo è manipolato.”

Lì finisce la libertà di pensiero e di parola.

È qualcun altro che deve dire che puoi parlare: io ti devo ascoltare, per legge, ma poi io posso decidere se quello che dici ha valore o meno. ”

Ma non è tutto nero, la Professoressa Palmieri ha avuto anche parole di speranza:

“Io credo che noi abbiamo in mano una grande arma per ribaltare questa situazione.

Se noi incominciamo a credere a chi ci parla, soprattutto quando sono bambini, se iniziamo a credere e comprendere le loro comunicazioni, incominciamo a fare un cambio di rotta.”

E questo cambio di rotta non sarà figlio né del nuovo disegno di legge Nordio-Roccella né dei tanti tavoli istituiti per correggere il sistema:

“Il DDL va ad affrontare il problema dalla sua fine, cioè, come intervenire e come normare lo strappo. Cioè, parte dal momento dell’abuso.

Noi dobbiamo regolamentare o legiferare la parte precedente: come evitare che ci possa essere un abuso e una violazione dei diritti umani così grave. Dovremmo stabilire come tutelare le famiglie, come gestire in maniera equa i quartieri, come impedire la povertà educativa. Questo è il disegno di legge che ci serve: un DDL che si occupi dell’inizio del problema non della fine.”

E per quanto riguarda i tavoli tecnici:

“Ho visto parecchi tavoli tecnici che sono stati istituiti a vari livelli. Ma chi siede a questi tavoli? Ci sono persone che sono parte del problema.

Quindi abbiamo deciso di creare una Commissione, un gruppo di lavoro fatto da chi il problema lo vive tutti i giorni, composto da professionisti che si occupano delle famiglie, in particolare i pedagogisti familiari. Un tavolo formato dalle famiglie, soprattutto dai ragazzi che hanno attraversato le istituzioni.

Le persone che hanno vissuto la prigionia ci possono indicare una buona strada perché non accada mai più.”

 

Ufficio stampa INPEF

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