Co-mai e Movimento Uniti per Unire: appello per l’accordo Stato-Religione Musulmana nel buon nome del dialogo, del rispetto interreligioso e della tolleranza.

Aodi: gli accordi si fanno in due, da una parte i cittadini, con le comunità, associazioni, movimenti religiosi di cui fanno parte, dall’altra parte lo Stato. Tutti devono fare la loro parte, in nome di integrazione, legalità, dialogo religioso, rispetto reciproco e del principio diritti e doveri.

ROMA 13 APR 2024 – «Attraverso le nostre fonti giornalistiche in 120 paesi del mondo e la diffusione dei nostri comunicati stampa anche in lingua araba, sappiamo che, sia a livello italiano che a livello internazionale, è stato molto apprezzato il nostro appello al Papa e al Presidente Mattarella in occasione della fine del Ramadan e l’inizio della festa dell’Eid.

Il primo viene e verrà sempre da noi identificato come il simbolo della pace e del dialogo interreligioso nel mondo, nonché il sostenitore della causa di tutti i migranti. Sul secondo facciamo grande affidamento: politico di lungo corso, dalla elevata moralità e sensibilità, può essere lui l’uomo che può favorire finalmente una legge stato-religione musulmana in Italia che manca e che servirebbe a unificare, riappacificare, cancellare le polemiche sterile e non motivate e le  discriminazioni.

Il comunicato stampa è stato naturalmente innanzitutto molto apprezzato da tutte le associazioni, da tutti i movimenti, da tutte le autorità, da tutti i professionisti, che fanno parte della Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia. Nel Movimento Uniti per Unire non sono pochi coloro che quel fatico 11.09.2016 si sono resi protagonisti dell’evento Cristiani in Moschea, con il Dipartimento Dialogo e Rispetto Interreligioso del Movimento Uniti per Unire, coordinato da 5 esponenti religiosi, tra cui Imam, Vescovi e membri della comunità Abramitica. 

Tutti insieme, intanto, pochi giorni fa, abbiamo celebrato la Festa dell’Eid presso la Grande Moschea di Roma, con tutto il Consiglio Direttivo della Co-mai, numerosi membri delle Commissioni Donne Arabe e Nuove Generazioni della Co-mai.

Come Co-mai e come Uniti per Unire, dopo averlo fatto con il Papa e Mattarella, adesso lanciamo un altro appello, stavolta rivolto a tutte le comunità, a tutte le associazioni, a tutti i movimenti appartenenti al mondo arabo musulmano, senza pregiudizi e distinzioni, perché non solo la parte italiana, ma anche tutti noi, dobbiamo fare la nostra parte per l’accordo stato-religione musulmana.

Tutti devono contribuire, agendo in modo trasparente, senza secondi fini, senza scopi politici, per arrivare ad un obiettivo di questo genere, troppo importante, da non perdere. 

Lo scopo è garantire dialogo, integrazione, sicurezza, nel rispetto delle reciproche religioni ma nel diritto di esprimere fino in fondo la propria.

Siamo i primi a voler regolarizzare l’immagine delle comunità musulmane agli occhi delle istituzioni italiane con un albo ufficiale per gli Imam: loro in particolare devono conoscere bene la lingua italiana, devono avere una formazione costante, devono essere persone autorevoli e qualificate, perché il loro ruolo è delicato e importante. 

Intanto apprezziamo molto la posizione molto diretta del sindaco Sala di Milano di costruire una nuova Moschea. Non possiamo che apprendere positivamente che si vuole creare un nuovo spazio dedicato a tutti i musulmani una città grande come Milano, dove ovviamente lo spazio è aperto a tutti, ma dove si può avere il proprio luogo di culto e di fede, soprattutto in occasione di celebrazioni come la Festa dell’Eid. 

La nascita di nuove Moschee in Italia non vuole essere una forma di invasione o di prevaricazione nei confronti della fede cristiana, ma solo la possibilità di avere più spazio dove potersi riunire, dove poter dialogare e soprattutto pregare in modo trasparente anche come finanziamenti.

Chiaramente devono nascere moschee solo in luoghi autorizzati, per non dare luogo a polemiche, per non dare luogo a dichiarazioni fuori luogo tendenziose e provocatorie.

Noi dobbiamo rispettare la legge italiana e vogliamo farlo, da tempo, gli altri devono rispettare noi, perciò un accordo Stato religione musulmana è così importante per tutti.

Continuiamo a combattere l’islamofobia, l’antisemitismo e qualsiasi forma di discriminazione religiosa. Si deve difendere il ruolo della donna, per far conoscere l’usanza del velo che non è una sottomissione (a differenza del burqa).

Rinnoviamo quindi il nostro altro appello, come Co-mai, come Movimento Uniti per Unire con il Dipartimento Dialogo e Rispetto Interreligioso, a tutte le comunità, a tutte le associazioni, a tutti i movimenti appartenenti al mondo arabo musulmano, senza pregiudizi e distinzioni, a favorire l’accordo Stato religione musulmana. 

Come Musulmani dobbiamo e possiamo finalmente dare un segnale di grande unità. 

Con questo appello non vogliamo sostituire nessuno, ma la speranza è che tutti facciano la loro parte, per avvicinare cittadini e Stato.

Così il Prof. Aodi Esperto in Salute Globale, Presidente di Co-mai e del Movimento Uniti per Unire nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.

Ecco il video del nostro appello al Papa e Mattarella, come Co-mai, sul canale Web Tv Scuola Uniti per Unire.

https://www.youtube.com/watch?v=xgZCLmofu0E

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