Progetto Mattei, Aodi: “Occorre lavorare sul doppio fronte, per fermare immigrazione irregolare e per favorire quella qualificata, in un ponte sempre più solido con Medioriente e Africa”.
AMSI, CO-MAI, UNITI PER UNIRE E UMEM: “Urge una nuova legge d’immigrazione europea e coinvolgere tutti i paesi di partenza e d’arrivo applicando il principio “Aiutarli a casa loro ed in Italia e in Europa”
ROMA 18 MAR 2024 – «A nome della Co-mai, Comunità del mondo arabo in Italia e dell’Umem, Unione Medica Euromediterranea, nonché dell’Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, ovvero tutte le associazioni che rientrano sotto l’egida del Movimento Uniti per Unire, non possiamo che accogliere con soddisfazione il grande atto di collaborazione in corso tra l’Italia e i Paesi del Medioriente e del tra cui Egitto, sede della recente missione del nostro Premier Meloni.
Siamo davanti, infatti, a quelle realtà territoriali da dove partono i migranti, da dove iniziano gli sbarchi, e apprezziamo in tal senso il profondo significato della Missione Mattei che vede l’Italia al fianco delle altre potenze del Vecchio Continente per trovare finalmente una soluzione finalizzata ad arginare “i viaggi della disperazione”.
L’obiettivo è quello di consolidare i rapporti e di risolvere le piaghe che ci attanagliano da tempo, come il mercato degli esseri umani legato ai viaggi organizzati dalla criminalità, nelle mani di scafisti senza scrupoli, che “conducono per mano” uomini, donne e bambini verso l’inferno e verso la morte certa.
Non possiamo che giudicare positivamente il fatto che l’Italia inserisca nella propria agenda politica queste problematiche internazionali, con lo scopo di aiutare i paesi da dove partono i migranti (Medio Oriente e Africa).
Chiediamo a gran voce di applicare finalmente questi accordi bilaterali in corso, dal momento che in passato non è stato sempre così.
Non ci servono le parole a vuoto, le conferenze, le promesse, se poi non vengono rispettati gli accordi.
Oltre ai punti dell’accordo, come Amsi, Umem, Co-mai, chiediamo di ampliare il supporto sanitario per questi paesi, sia con una formazione mirata a distanza basata sul digitale e sulla tecnologia, sia di inviare sul posto, in questi territori, quei professionisti che mancano all’appello, in particolare medici specializzati e infermieri, dal momento che occorre ricostruire i sistemi sanitari dei paesi più poveri e fermare l’esodo verso l’estero degli operatori locali.
Nel contempo non dimentichiamo che, negli ultimi tre anni, l’Italia ha accolto anche tantissimi professionisti sanitari provenienti dal Medioriente, in particolare l’Egitto, Tunisia, Sudan, Palestina. Ricordiamo tra L’Italia e l’Egitto esiste ancora un accordo storico, risalente agli anni 50, che permette loro di operare da noi con titoli di studio che vengono equiparati senza dovere sostenere esami.Infatti negli ultimi 3 anni sono arrivati 150 professionisti della sanità di origine egiziana.
Stiamo, però, parlando di un’altra questione, quella dell’immigrazione selezionata, quella della buona sanità che apre le porte a tanti medici e infermieri stranieri che possono dare manforte ai nostri ospedali e alle nostre Rsa.
Tutto questo serve a dire che l’immigrazione ha bisogno di un doppio delicato fronte di lavoro, come Amsi predica da tempo. Ovvero il progetto “Aiutiamoli a casa loro” e il progetto legato a una immigrazione di qualità che va incentivata, sostenuta.
Riceviamo tutti i giorni disponibilità di medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti egiziani ed arabi, in particolare donne.
Non possiamo smettere di lavorare su questo doppio fronte, non possiamo dimenticare, come da nostre accurate indagini, che solo il 10% di chi parte per questi viaggi della speranza, nel triste mercato degli esseri umani, farà ritorno a casa, trovando la morte o una misteriosa scomparsa.
Nello stesso tempo deve avere una priorità non solo la lotta all’immigrazione irregolare. Apriamo finalmente le porte ai professionisti stranieri in ogni campo, favoriamo la buona immigrazione programmata, inculchiamo la cultura italiana, la lingua italiana, le nostre regole socio-economiche, combattiamo la discriminazione che ci porta erroneamente a pensare che i professionisti stranieri siano meno validi di quelli italiani, è assurdo e impensabile nel 2024. Occorre promuovere l’ingresso di giovani menti, snellendo anche le pratiche burocratiche, favorendo gli accessi ai nostri albi sanitari, chiedendo la non obbligatorietà della cittadinanza per entrare nei nostri ospedali e partecipare ai nostri concorsi.
Integrazione, accoglienza, finalizzati ad una immigrazione qualificata sono un dovere morale e una azione lungimirante per Paesi come il nostro che soprattutto nella sanità hanno bisogno come il pane di personale.
Noi con la Scuola Unione per l’Italia, in tal senso, diamo anche una mano, incentivando la formazione e l’informazione a 360 gradi, sostenendo la cultura internazionale. Insomma stiamo facendo fino in fondo la nostra parte, lo faccia anche la politica. Non possiamo dare una immagine negativa di tutti i migranti che vivono da una vita in Italia, perfettamente integrati, un valore aggiunto nel loro campo professionale. Medici, ingegneri, architetti, sono tanti quelli già integrati e devono continuare ad arrivare, è giusto così, opportunamente selezionati.
La professionalità proveniente dal Nordafrica, medici, avvocati, ingegneri, esperti di marketing, oggi scelgono principalmente Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Nord Europa, per stipendi più alti, e una burocrazia più snella per il loro inserimento e la loro integrazione. La politica italiana faccia la sua parte per non lasciarsi scappare queste eccellenze.
L’Italia grazie alla buona immigrazione può crescere e guardare al futuro».
Così il Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi e Co-mai nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro della Fnomceo e 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.
UFFICIO STAMPA UNITIPERUNIRE