Sanità, Aodi (Amsi): «Plauso all’iniziativa del Presidente Schifani e della Regione Sicilia per l’assunzione dei primi medici stranieri».

ROMA 10 FEBB 2024 – La Regione Sicilia, per colmare i vuoti di organico, ha reclutato, come annunciato, i primi 16 medici stranieri, ma ne servirebbero oltre 1400 per sanare i vuoti di organico.

I professionisti provengono da: Ucraina, Argentina, Cuba, Venezuela, Ecuador, Libia, Guinea.

I medici selezionati seguiranno giustamente un periodo di formazione linguistica di almeno un mese. Definita la posizione per il visto di ingresso, verranno immessi in servizio nelle aziende sanitarie dove è maggiormente avvertita l’esigenza di dirigenti medici.

L’iniziativa del Governo siciliano è certamente molto positiva per risolvere la carenza dei medici specialisti.

«Ci tengo a ringraziare il Presidente Schifani, ricordando che noi di Amsi, Associazione Medici di origine straniera in Italia, abbiamo sempre avuto, con la Regione Sicilia, gli ASP e Comuni siciliani, un rapporto costruito su un costruttivo confronto, avviando da tempo una proficua collaborazione.

Come Amsi abbiamo a cuore il presente e il futuro della sanità italiana, continuando, sin dalla nostra nascita, a fare la nostra parte, offrendo, per ciò che ci compete, alla politica nazionale e regionale, ampio sostegno. 

Il Presidente Schifani, a nostro parere, ha dimostrato grande coraggio e lungimiranza, affrontando di petto un problema che riguarda tutte le regioni, quello della carenza di camici bianchi ed infermieri». 

Così Foad Aodi (Presidente di Amsi, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro esperti della Fnomceo)

«Siamo di fronte a un problema di programmazione che non è certo nuovo.

Da anni abbiamo lanciato e continuiamo a lanciare i nostri appelli, in tal senso, per difendere e tutelare la professione medica, a partire dalla legittima revisione dei salari, passando attraverso la lotta alla medicina difensiva e alle aggressioni, per arrivare alla riorganizzazione e all’implementazione delle specializzazioni in base alla sanità e società di oggi , fino al favorire l’accesso dei medici stranieri nella nostra realtà sanitaria, senza l’ostacolo dell’obbligo della cittadinanza per i concorsi pubblici.

Da una parte, infatti, sosteniamo la necessità di valorizzare i nostri camici bianchi e professionisti della sanità italiani con una politica mirata ad arginare la fuga all’estero, dall’altra ci battiamo per favorire l’ingresso selezionato di medici e professionisti della sanità di origine straniera, che possono offrire al nostro SSN uno straordinario contributo in termini di competenze e valori umani e scambio socio sanitario e culturale. 

Non possiamo quindi che appoggiare in pieno le iniziative del Presidente Schifani, che ha aperto le porte ai medici stranieri.

In tal senso abbiamo ricevuto richieste confortanti di interesse, da parte di oltre 300 professionisti stranieri, vogliosi di prendere parte ai concorsi che si terranno in Sicilia.

Il nodo da risolvere è certamente, però, anche quello della durata delle proposte di lavoro. Offrire un solo anno di contratto potrebbe distogliere dall’interesse moltissimi professionisti di origine straniera dal partecipare ai suddetti concorsi, come già successo per altre regioni.

Chiediamo inoltre da tempo di posticipare la scadenza del Decreto Cura Italia, andando oltre il 31 dicembre 2025. Sicuramente corriamo il rischio della chiusura di decine e decine di strutture.

Grazie ai medici di origine straniera arrivati dall’America centro-meridionale e dai paesi arabi, con il supporto di Amsi insieme all’unione medica euro mediterranea (UMEM) per il loro arrivo, abbiamo evitato la chiusura di ben 1200 strutture sanitarie e servizi e dipartimenti dall’inizio del 2023.

I camici bianchi stranieri specializzati con cui siamo in contatto ogni giorno hanno voglia di imparare la nostra lingua, vogliono addentrarsi a pieno nella nostra cultura sanitaria, hanno notevoli competenze da offrire alle nostre regioni bisognose di professionisti, come ad esempio facciamo registrare la recente disponibilità di oltre 150 professionisti provenienti dalla Giordania a lavorare nel nostro Paese.

Ci sarebbe da chiedersi come mai i nostri medici fuggono verso i Paesi del Golfo, mentre i medici dei Paesi arabi sono ansiosi di lavorare nelle nostre realtà sanitarie. 

In tutti e due i casi rischiamo di creare veri e propri deserti sanitari se non arginiamo gli esodi. Ben venga il fenomeno dell’immigrazione di medici stranieri selezionati verso paesi come il nostro, è alla base del nostro modus operandi, ma certamente non fa bene ai rispettivi sistemi sanitari, il nostro, come quello di altre nazioni, perdere tutto di un colpo tanti professionisti.

Per questa ragione i medici e gli infermieri vanno aiutati nei loro paesi di origine, aprendo ovviamente anche la strada a quel fenomeno della globalizzazione sanitaria che consente alle migliori eccellenze straniere di poter emigrare offrendo il loro contributo alle nuove nazioni che li accolgono».

Il nostro appello è sempre “Aiutarli a casa loro in Italia”, al quale stanno aderendo più di 250 tra associazioni e sindacati di professionisti della sanità, organizzazioni e associazioni di strutture sanitarie e Cliniche private e poliambulatori.

Infine apprezziamo l’iniziativa della Conferenza delle Regioni per le proposte e sforzi per combattere la carenza di Medici specialisti ed infermieri. 

Ufficio Stampa

www.unitiperunire.org

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