Bari. L’Ugl Metalmeccanici ha riunito i quadri e dirigenti.
Nell’area meeting del ‘Bari Hub Changes’ in Via Mons. Jolando Nuzzi N°5, si è tenuto il Direttivo regionale Puglia Ugl Metalmeccanici. Presenti, tutti i 5 segretari provinciali Metalmeccanici Ugl, il Segretario Url Puglia Michele Santeramo, i segretari Utl di Bari e Brindisi Antonio Caprio e Damiano Flores, e i rappresentanti sindacali di tantissime aziende del territorio. A margine della kermesse sono stati nominati, Giovanni Di Gioia Segretario Regionale Ugl Metalmeccanici Puglia, Mario Daniello Segretario Provinciale UglM Bari. Si è discusso a 360° delle principali aziende metalmeccaniche del territorio pugliese: ILVA di Taranto, Leonardo e Dema di Brindisi, della Bosch di Bari, di Iveco Foggia, Marelli e altre aziende del territorio che sono in difficoltà facendo il punto su occupazione e rapporti azienda-Stato nell’ambito di queste crisi. Il direttivo è stato presieduto da Aurelio Melchionno Componente della Segreteria Nazionale e guidato dal Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera il quale ha fatto una lunga disamina sulla situazione pugliese del settore: “Siamo un’organizzazione che cresce in termini di rappresentanza, credibilità e autorevolezza, presenti in tutti i tipi di aziende, con diversi tipi di contratto, e rappresentiamo persone di tutte le fasce di età o nazionalità. Cresciamo come sindacato con una squadra fatta di uomini e donne che operano con serietà sempre per trovare soluzioni utili e necessarie a soddisfare i nuovi bisogni che nascono dalle profonde trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. E la nostra sfida – prosegue Spera -, è quella di gestire sul piano sociale le trasformazioni che, rispetto ad altre epoche, stanno avvenendo con una velocità straordinaria. Tante sono le aziende in crisi in Puglia a partire dalla vertenza della Bosch di Bari dove lavorano circa 1.600 persone, gli ammortizzatori sociali scadranno nel 2025. Per la UglM è urgente la individuazione di nuove produzioni in grado di compensare i forti cali del diesel, nonché la riconvocazione del tavolo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per cercare soluzioni in grado di supportare la fabbrica durante la così detta transizione energetica. Ma, l’Italia intera sta’ guardando su una delle crisi peggiori dal dopoguerra ad oggi ossia, sull’ex Ilva: è necessario dare tutti gli strumenti utili ai lavoratori e ristorare le aziende che forniscono servizi che vantano crediti per 170 milioni di euro. Bisogna far ripartire subito questa realtà importantissima per il territorio di Taranto, per la Puglia e per il Paese, perché – conclude Spera – serve assolutamente che l’acciaio venga prodotto in Italia e vengano salvaguardati tutti i posti di lavoro dell’indotto e imprese comprese”.