Intervista a Giacomo Giuliano.
ACCADEMIA DEI PARMENIDEI
UFFICIO STAMPA
Intervista a Giacomo Giuliano, autore del libro “Fra nuvole e pietre. La P.A. come Poesia e Amore”, tra spettacolo e Pubblica Amministrazione.
Non sappiamo se le domande, per questa intervista dobbiamo farle al Vicesegretario del Comune di Piano di Sorrento, o all’artista, al pianista, allo scrittore del libro “Fra nuvole e pietre. La P.A. come Poesia e Amore”.
D): É vero che è stato clonato il suo profilo facebook?
R): Si è vero, tutto risolto, lì per lì mi ero molto arrabbiato, poi mi hanno detto che accade alle persone importanti ed allora mi sono potuto illudere anch’io di aver raggiunto il successo dell’effimero. In questo mondo virtuale di identità fittizie, like e followers mi viene solo un’esagerata voglia di relazioni umane fatte di carezze, abbracci e baci…
D): Secondo lei è possibile inserire la poesia e l’amore nella Pubblica Amministrazione?
R): Su questa concreta possibilità ci ho scritto un libro. Anzi, credo che l’unica possibile riforma della Pubblica Amministrazione non venga dall’alto con norme varie, ma possa nascere solo dentro ognuno di noi, nei nostri uffici, attraverso una rivoluzione d’amore, riscoprendo l’arte della relazione, la voglia di stupire incrociando sguardi, di amare servendo (nel senso di essere necessari). Non è utopia, la P.A.che racconto, la P.A. del futuro, è fatta anche di Poesia e Amore.
D): Esiste un’opportunità di trovare la bellezza ovunque?.
R): La bellezza è spesso una questione di prospettiva e di armonia (elementi potenzialmente presenti ovunque). Possiamo trovare questa essenza magica anche negli ambiti piatti e brulli di una Pubblica Amministrazione. Se il posto è fisso non per questo dev’essere fisso nei suoi rigidi schemi l’energumeno che sta dietro al vetro, quello deve invece diventare l’attore stupendo di un meraviglioso teatro che risponde ai sogni e bisogni della gente, esprimendo energia vitale, stimolando sorrisi. Il P.D.C. ( Pubblico Dipendente Comunale) deve trasformarsi in Perenne Dispensatore di Cordialità. E sogno anche un municipio più bello, con mura interne dipinte a colori vivaci, musica classica di sottofondo, uffici riempiti di palloncini ad ogni bimbo nato.
D): Perché la scelta del titolo?
R): Tutta la nostra esistenza si basa sulla dicotomia nuvole-pietre. Da bambini giochiamo ad inventare forme con le pietre ed individuarne fra le nuvole, ed i due elementi si identificano. Man mano che cresciamo tendiamo a distanziare l’arte e l’amore dalle cose materiali. Le pietre e le nuvole sono le due modalità esistenziali dell’ avere e dell’ essere. Moriremo spesso lasciando azzuffare gli eredi sull’effimero delle pietre, solo pochi saggi però apprezzeranno i lasciti di nuvole di arte ed amore che invece hanno il valore enorme dell’infinito.
D): Come fanno a convivere il dipendente del Comune di Piano di Sorrento, che ha espletato funzioni dirigenziali presso vari uffici, con la sua felice giovinezza in cui ha suonato il pianoforte in locali di Piano Bar?
R): Intanto sono felice anche adesso, per la mia splendida famiglia e il mio modo di approcciarmi ad un lavoro d’ufficio. Chi mi conosce sa che al lavoro mi ritaglio sempre uno spazio o un tempo in cui ritorna quel saltimbanco folle dell’altra vita, e ritorno un po’ giullare ed un po’ funambolo, come quando celebro matrimoni ben oltre il rito civile, fra musica, poesia ed allegria, organizzo girotondi fra dipendenti in momenti di aggregazione, mi relaziono con chicchessia in maniera un po’ teatrale, coltivo gli entusiasmi dei ragazzi del servizio civile, soprattutto organizzo. dalla scrittura della determina sino alla conduzione stessa, tantissimi spettacoli ed eventi presso le nostre meravigliose strutture comunali. Non sempre è stato facile conciliare i due personaggi: pensate che nei primi mesi di assunzione, da Comandante della Polizia Municipale, uscivo da lavoro in divisa, e per far presto mi cambiavo in auto su una piazzola dell’autostrada per arrivare a Salerno a condurre in TV i miei Talk Show, fra attori, comici, docenti universitari e giocolieri della parola.
D): Quali gli spensierati ricordi degli eventi di spettacolo e culturali? Quante occasioni ci saranno nel futuro?
R): Mi mancano molto i miei talk Show che organizzavo e conducevo a TeleSalerno e Telecolore. Ho invitato migliaia di persone, erano palestre umane di vita culturale che mi hanno arricchito tanto. Ma anche adesso, grazie all’Ufficio Cultura che dirigo, posso organizzare eventi importanti per il comune e mi sono così relazionato con persone meravigliose come Massimo Recalcati, Umberto Galimberti , Erri De Luca, Paolo Crepet, Maurizio De Giovanni, Diego De Silva, Massimo Cacciari, Franco Arminio, Roberto Vecchioni e tanti altri fra musicisti o scrittori. E tutto questo non ha prezzo, è un apparato culturale interiore che mi serve per vivere.
D): Come spiega la possibilità di “Una circolare d’amore verso i miei dipendenti”?
R): Nasce tutto da quella voglia di cambiare la Pubblica Amministrazione dal di dentro attraverso quella che vorrei diventasse un’onda appassionata di cambiamento basato sull’affabilità, sulla voglia di sorprendere con elementi di amore e di dedizione al cittadino, che normalmente e giustamente vive di pregiudizio, per decifrarne nel suo stupore un’espressione impressa o un’impressione espressa.
D): Il suo messaggio?
R): Mi piacerebbe che prima o poi possa nascere un piccolo movimento che si espanda anche in altri enti comunali e non, in cui esaltiamo il bon ton e la cordialità ed una P.A. creativa dove si possa uscire fuori dagli schemi, con Partecipazione e Accesso, Professionalità ed Altruismo, Poesia ed Amore.
D): Sono state soddisfacenti per l’afflato del pubblico e la presenza di collaboratori, le recenti presentazioni, tra cui quella di Piano di Sorrento?
R): Già solo la prima presentazione presso il teatro delle Rose a Piano di Sorrento è stata per me un’enorme dimostrazione di affetto, con abbraccio dei miei colleghi tutti, i ragazzi del servizio civile, gli amministratori, gli straordinari relatori. Circa trecento persone ad una presentazione di un libro credo non si vedano nemmeno alle presentazioni dei grandi autori…Dunque…non ho parole… Ringrazio tutti, davvero…
D): Qual è la sua proposta rispetto ad un processo di cambiamento che migliori il rapporto tra il cittadino (l’idea che questi si è fatto) e la Pubblica Amministrazione?
R): Bisogna sorprendere il cittadino e a volte bastano cose semplici. Faccio un esempio, se la P.A. vuole qualcosa da te, ti arriva a casa anche con l’Ufficiale Giudiziario. Immaginate invece se un giorno vi arriva a casa qualcuno della P.A. a portarvi la pratica edilizia che voi avevate richiesto, e ve la spiega anche dandovi tutte le rassicurazioni del caso e una risposta certa ai vostri bisogni… Intendo ovviamente quella che legittimamente potevate avere…. Ma se cambia la modalità di risposta, cambia tutto, no? Non rimarreste stupefatti? La P.A. deve diventare una straordinaria palestra emozionale e relazionale, in cui è grandioso poter stupire con premura il cittadino, esprimendo l’unicità e specificità del ruolo, sfiorando sguardi che cercano risposte, incontrando le necessità della gente, con garbo, stile e carisma. Una straordinaria opportunità di amare, che deve sorprendere con grazia inattesa chi arriva allo sportello di P.A
D) Dal 1991 al 1996 ha partecipato a numerose puntate del “Maurizio Costanzo Show” e preso parte anche ad altre trasmissioni RAI e Mediaset. Cosa le è restato impresso di queste esperienze?
R): Ho conosciuto personaggi straordinari, un mondo fantastico, sebbene contraddittorio e talvolta fittizio. Mi porto dentro però esperienze indimenticabili, come ad esempio aver chiacchierato come due vecchi amici col mio mito James Taylor mentre strimpellava di fronte a me una chitarra componendo melodie in un camerino del Teatro Parioli, è un’esperienza da brivido.
D): Come convive l’autore di “Chi vuol intendere in tenda altrimenti in camper”, (edito da Franco Di Mauro), con i nuovi mezzi della comunicazione, quali Facebook, Linkedin e Instagram? Pensa siano utili per la sociolinguistica?
R) I Social media sono amplificatori, come la TV quando conducevo i miei programmi o ero ospite di altri. Si amplificano le idiozie ma anche le grandi cose.
Bisogna saper selezionare, ma di per sé non sono contrario alla nuova comunicazione ad emittenza individuale. Anche i miei giochi di parole potrebbero veicolare attraverso questi nuovi mezzi comunicativi.
D): Cultore della Materia alla Cattedra di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione presso l’Università di Salerno. Giornalista. Crede ancora nella comunicazione?
R): La comunicazione, il linguaggio, la relazione fatta di ascolto ed espressione sono insite nell’uomo: si comunicherà sempre. Tuttavia è il linguaggio che deve cambiare, ci dovrà essere sempre più arte ed amore nelle relazioni. Dovremmo ad esempio utilizzare di più i congiuntivi e i condizionali, che sono modi verbali per sognatori e dovremmo utilizzare l’ausiliare essere più dell’avere, abrogare il termine cosa, che infiliamo dappertutto. Anche il linguaggio della P.A. è amorfo e vuoto, andrebbe riformato tutto il vocabolario degli apparati amministrativi. Mi dite perché noi siamo tutti dipendenti? Ma l’Italia è una Repubblica che si fonda sul lavoro o sulle dipendenze? Mi dite perché ci chiamiamo impiegati? Termine insignificante che dice solo che ho un indefinito impiego. E il funzionario potrebbe non avere una funzione o non funzionare? E se l’operaio presta un’opera, gli altri lavoratori non lo fanno ? E l’operaio non ha una funzione? A capo di tutto poi c’è un Segretario, mentre l’Amministrazione ormai non ha e non deve avere più segreti è fatta di Partecipazione ce Accesso. All’ingresso c’è un usciere, perché si chiama così se si occupa del delicato ruolo dell’accoglienza che si basa sulle entrate?. L’unica parola bella e romantica della P.A. è “ vigile”, che è colui che deve star sveglio, come tutta la P.A. deve portarsi ad un risveglio, invece non è un caso che nella norma l’hanno già sostituita con l’”agente” di Polizia Municipale, azione al participio presente di uno che, almeno, agisce. Pensate voi che ci valutano soggetti denominati Nucleo o Organismo, sono nomi appartenenti alla biologia molecolare. Sogno che un Sindaco possa nominare un Assessore all’Amore (Personale e Servizi alla Persona), all’Etica (Servizi Sociali), all’Arte (Cultura, Eventi), alla Scienza (Lavori pubblici), alla Speranza (Bilancio- programmazione-Ambiente). Rimarrebbero libere la delega allo Stupore e quella alla Verità, per portare Innovazione e Trasparenza, con l’Utopia, lasciata all’opposizione. E non si tratterebbe solo di una questione terminologica, ma soprattutto di un cambiamento di prospettiva proprio attraverso la cil linguaggio e la comunicazione.
D): La rivedremo “al lavoro” con l’emittente Telecolore? Tornerà a realizzare programmi di itinerari antropologici e culturali?
R): Credo che se io, il mio compagno di avventure tv Guido Carione ed il poeta delle immagini Carmine Marano, volessimo domattina riprendere quello spettacolare viaggio televisivo ci accoglierebbero tutti per rifare quell’esperienza riuscitissima, soprattutto la meravigliosa gente nei paesi. Oggi però il tempo di ognuno di noi, fra lavoro ed impegni familiari è davvero ridotto. Non è semplice far ripartire quel viaggio, ma mai dire mai…
D): Il libro e la sua fisionomia decisamente particolare, riuscirà davvero a migliorare la qualità della “fisionomia” della “Pubblica Amministrazione” presso il cittadino?
Nel mio piccolo lo spero, ma sono certo che se ognuno di noi che opera nella P.A. intraprendesse questo cambiamento, ciascuno per il proprio ufficio, scoppierebbe inevitabilmente quella Rivoluzione d’Amore di cui parlo che riformerebbe totalmente l’immagine e la credibilità degli uffici e dei servizi al cittadino.
Chiaramente ci auguriamo davvero, da cittadini, che la Pubblica Amministrazione riesca, attraverso le indicazioni del nostro autore, a modificare l’immagine stereotipata che abbiamo di essa, nell’Italia intera.
Bianca Fasano