Presentazione on line del libro di Marco Gatto: “Rocco Scotellaro e la questione meridionale”.

Sabato 18 novembre alle ore 16.30, in modalità on line, l’Associazione storico – culturale “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” presentano il libro di Marco Gatto “Rocco Scotellaro e la questione meridionale”. La presentazione del volume avviene nell’anno in cui cade il doppio anniversario di Rocco Scotellaro: cento anni dalla nascita e settanta dalla morte.

Dopo i saluti di Ezio Martuscelli (Presidente/Coordinatore) interverranno: Carmela Biscaglia (Deputazione storia patria per la Lucania), Luciana Gravina (Scrittrice), Giacomo Tarascio (Univ. Di Urbino), l’autore Marco Gatto (Univ. della Calabria). L’evento, introdotto e moderato da Antonella Casaburi (scrittrice), si terrà sulla piattaforma Googlemeet cliccando sul link: meet.google.com/oex-xkjy-wpd

Marco Gatto insegna Critica letteraria e Teoria della letteratura presso l’Università della Calabria. Fra i suoi volumi, Marxismo culturale. Estetica e politica della letteratura nel tardo Occidente (Quodlibet, 2012), Nonostante Gramsci. Marxismo e critica letteraria nell’Italia del Novecento (Quodlibet, 2016), Resistenze dialettiche. Saggi di teoria della critica e della cultura (manifestolibri, 2018) e Fredric Jameson (Futura, 2022).

Rocco Scotellaro e la questione meridionale” (Carocci, 2023) intende rovesciare i presupposti del mito, a lungo coltivato dai suoi ammiratori, secondo il quale Rocco Scotellaro (1923-1953) è stato il “poeta contadino”.

Militante socialista, giovane sindaco di Tricarico nel secondo Dopoguerra, poeta e narratore in costante formazione, Scotellaro fu, anzitutto, uno degli interpreti più lucidi delle trasformazioni sociali che investirono l’Italia post-bellica, in ragione del suo impegno concreto e di un’idea di cultura – di prassi letteraria e politica – mai scissa dalla sua verifica sociale. Del mondo contadino o, per meglio dire, dei gruppi sociali subalterni, ai quali era prossimo senza appartenervi del tutto, fu studioso e gramsciano “persuasore”, convinto che l’impegno meridionalistico non potesse essere disgiunto da un progetto pedagogico di emancipazione culturale. A questa missione civile Scotellaro ottemperò con gli strumenti, mai statici, della mediazione e della mimesi, passando dalla poesia alla narrazione, dalla drammaturgia alla ricerca sociale. Il libro restituisce, alla stregua di una cartografia, il seppur breve itinerario di Scotellaro, focalizzandosi sulla centralità della formazione culturale – tutt’altro che ingenua, come è stata, spesso, a torto giudicata – e sulla meditazione costante attorno alle ragioni della militanza a favore delle classi oppresse.

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