Milano – Potrà restare a casa la ragazzina fuggita dalla comunità
Milano. Alcuni giorni fa una ragazza, collocata in una comunità sulla base di un Decreto del Tribunale per i minorenni, si era allontanata presentandosi poi a casa dei genitori. I genitori avevano cercato di convincerla a tornare in struttura ma non erano riusciti a convincerla vista la determinazione della figlia.
Hanno quindi avvertito sia la Comunità sia i Servizi Territoriali che hanno fatto intervenire le forze dell’ordine. I genitori raccontano che, mentre i Carabinieri si sono comportati bene e in modo empatico, alcuni operatori della Tutela minori avrebbero minacciato velatamente la ragazzina sostenendo che se non tornava in comunità ci sarebbero state delle “conseguenze spiacevoli”. Tuttavia la ragazza ha mantenuto la sua decisione sostenendo che non era un capriccio ma una scelta che aveva maturato dopo essersi resa conto che le sue richieste di poter tornare dalle persone che ama non erano state ascoltate.
Questa mattina, invece, i Servizi hanno cambiato registro, ascoltato la minore e compreso le ragioni del suo gesto: predisporranno un progetto strutturato per aiutare la famiglia e la ragazza a casa, senza causarle ulteriori traumi dovuti alla lontananza dalle sue figure affettive di riferimento, tanto che il padre ha affermato: “È la prima volta che mia figlia viene ascoltata e che si fa qualcosa per lei per aiutarla veramente.”
La vicenda nasce a seguito di alcune fragilità della famiglia che avevano indotto i Servizi a adottare un provvedimento autoritativo talmente drastico come l’allontanamento. In seguito la ragazzina aveva reiterato più volte che il provvedimento era ingiusto e che voleva tornare a casa, ma non era stata ascoltata.
Secondo Miraglia, legale della famiglia: “Questa è l’ennesima dimostrazione che c’è qualcosa che non va nella Tutela minorile. La cultura che imperava a Bibbiano è purtroppo diffusa in tutta Italia con un eccessivo interventismo spesso figlio di pregiudizi verso le famiglie e di mancanza di competenza e preparazione. Il sospetto che questa imperizia sia voluta e che ci siano degli interessi economici sottostanti non stupisce più nessuno. Tuttavia, qui ci sono dei bambini che non dovrebbero giungere a gesti così estremi per essere ascoltati e far valere i loro diritti. Siamo lieti di constatare un miglioramento e una maggiore attenzione ai bambini e alle famiglie ma siamo ancora molto lontani da una scena ottimale.”