Il Brasile aveva presentato una risoluzione per chiedere il rispetto del diritto internazionale e umanitario e aiutare la popolazione di Gaza: gli Usa hanno esercitato il diritto di veto e stoppato il documento.
“Inorridito” per l’uccisione di centinaia di civili nel bombardamento dell’Ospedale battista Al-Alhi, a Gaza City, dove si erano rifugiate donne, bambini e persone già costrette a lasciare le loro case a causa dell’offensiva militare e dei raid di Israele: così il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. In dichiarazioni rilasciate prima di partire per la Cina, il dirigente del Palazzo di Vetro è tornato a chiedere una tregua e un accesso umanitario “immediato” in Medio Oriente.
Secondo Guterres, i blitz, le prese di ostaggi e le uccisioni compiute dalle organizzazioni Hamas e Jihad islamica nel sud di Israele il 7 ottobre non giustificano la “punizione collettiva” delle comunità palestinesi di Gaza.
Hamas e Jihad islamica hanno accusato Israele del raid sull’ospedale, che si trova all’interno della zona della Striscia che il suo esercito aveva ordinato di evacuare. Tel Aviv ha respinto questa ricostruzione, accusando a sua volta le organizzazioni palestinesi.
Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito il bombardamento un “crimine di guerra” e un atto “disumano”. La dirigente ha aggiunto che per dimostrare davvero di non essere responsabile del raid Israele dovrà produrre prove e immagini satellitari.
AMBASCIATA ISRAELE: RAZZO LANCIATO DA JIHAD, MEDIA SI ATTENGANO A FATTI
“Il razzo della Jihad islamica sull’ospedale a Gaza è una tragedia orribile. Purtroppo non è la prima volta che razzi lanciati da Jihad islamica e Hamas contro Israele cadono invece dentro Gaza, colpendo la popolazione usata da Hamas come scudo umano. Non è una guerra tra versioni differenti, ma una questione di verità e menzogne. Israele ha le prove che si è trattato di un razzo lanciato dalla Jihad islamica. Ci aspettiamo che i media italiani si attengano ai fatti”, ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele in Italia, Alon Bar.
MELONI: PROFONDAMENTE ADDOLORATA PER L’OSPEDALE DI GAZA
“Sono profondamente addolorata da ciò che è accaduto all’ospedale Al Ahli Arab di Gaza. L’Italia esprime il suo profondo cordoglio per le vittime e la sua vicinanza ai famigliari e ai feriti. In attesa di disporre di conferme definitive sulla dinamica dei fatti, rinnoviamo ancora una volta il nostro impegno per proteggere la popolazione civile, risolvere i problemi umanitari più urgenti e assicurare una veloce soluzione di questa crisi”, dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
COOPERANTE: VITTIME OSPEDALE GAZA SONO MACCHIA PER UMANITÀ
L’uccisione di centinaia di donne, bambini e persone sfollate nell’Ospedale battista Al-Ahli è “una macchia per l’umanità”: così all’agenzia Dire Wisam Shweiki, responsabile dei programmi dell’organizzazione non governativa ActionAid in Palestina.
La struttura colpita ieri sera si trova a Gaza City, in un settore della Striscia di Gaza che stando a un’ordinanza dell’esercito di Israele avrebbe dovuto essere evacuato. Una richiesta definita “impossibile” e “infattibile” dalle Nazioni Unite, considerando come nella zona vivano oltre un milione di persone.
Shweiki parla dalla Cisgiordania, una regione occupata da Israele dal 1967, ed è in contatto con gli operatori di due organizzazioni umanitarie che collaborano con ActionAid a Gaza.
“Siamo sotto shock” sottolinea il responsabile. “Abbiamo visto scene terribili, con tantissime donne e bambini uccisi e altre centinaia di persone che sono rimaste ferite”. Shweiki sottolinea come il raid sia un crimine di guerra. “Ai sensi della legge umanitaria internazionale”, evidenzia, “gli ospedali non possono essere colpiti e allo stesso modo non possono essere colpiti medici, infermieri e soccorritori, che devono lavorare in sicurezza, liberi di salvare vite umane”.
Shweiki aggiunge, a partire dalle informazioni fornite dai suoi collaboratori a Gaza City: “Israele aveva ordinato di far evacuare tutti gli ospedali ma i medici si sono rifiutati perché non possono interrompere il loro servizio di assistenza alla popolazione”.
I raid di Israele su Gaza, che con oltre due milioni di abitanti è una delle regioni più popolose al mondo, stanno alimentando sgomento e proteste anche in Cisgiordania. Ieri sera a Ramallah la polizia ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere un corteo nei pressi della sede dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), accusata di non fare abbastanza per difendere i propri connazionali.
Shweiki non commenta questi fatti, sottolineando di rappresentare un’organizzazione che si occupa di supporto sociale e non fa politica. “Tutti speriamo che si aprano corridoi umanitari in modo che sia possibile fornire aiuti passando dal confine con l’Egitto” dice il responsabile. “Le agenzie dell’Onu stanno stoccando cibo, acqua e medicine presso il valico frontaliero di Rafah, mentre a Gaza le organizzazioni partner stanno facendo il massimo per garantire assistenza alle famiglie che non hanno potuto raggiungere i rifugi”. Nella Striscia gli spostamenti rappresentano un rischio per i cooperanti e per i soccorritori a causa dei bombardamenti di Israele, in corso non solo nel nord ma anche nel sud della regione, dunque in un’area pure non interessata dall’ordinanza di evacuazione. “Nutriamo un grande rispetto per i nostri partner locali” dice Shweiki. “Stanno lavorando con risorse molto limitate”.
Rispetto al bombardamento dell’Ospedale battista Al-Ahli, Israele ha negato qualsiasi responsabilità. Stando alla versione di Tel Aviv, a causare le esplosioni sarebbe stato un razzo fatto partire da Gaza dal gruppo palestinese Jihad islamica.
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