14 OTTOBRE 2023. IL REPORT DEL SINDACATO NURSING UP SULLA REALE CARENZA DI INFERMIERI. I NOSTRI DATI SONO AGGIORNATI AL 2022. MANCANO DA 170 A 250MILA PROFESSIONISTI
I risultati dello studio targato Nursing Up: Voragine senza fondo, in Italia mancano 250mila professionisti
«Gli attuali riscontri dello studio presentato alla platea, sono in sintonia con il recente 18esimo Rapporto Crea Sanità, ma anche con i dati Eurostat 2020, che indicano un gap di ben 337 infermieri ogni 100mila abitanti rispetto agli standard europei (in Italia ce ne sono 626 rispetto ai 963 dei paesi Ue).
Le stime dello studio, aggiornate ai dati dell’anno 2022 ultimi disponibili, che tengono conto anche di pensionamenti, PNRR, esigenze infermieri di famiglia, ed assunzioni intercorse in periodo Covid, mettono in evidenza che nel nostro Paese si parte da una carenza strutturale non inferiore ai 175.600 infermieri, se il confronto è con la media dei paesi Europei, per arrivare a non meno di 227,200, se il confronto si limita solo ai paesi dell’Unione Europea.
Peraltro, come è emerso chiaramente dal rapporto, il costante invecchiamento della popolazione aumenta e aumenterà a dismisura il fabbisogno di infermieri e renderà ancor più indispensabile il ruolo chiave per tutela della collettività da parte dei professionisti dell’assistenza, dentro e soprattutto fuori dalle realtà ospedaliere, giustificato dalle elevate competenze di cui i nostri professionisti sono legittimi titolari.
La politica non può continuare a minimizzare le gravi carenze del nostro SSN che si abbattono come colpi di mannaia sul futuro dei professionisti della sanità e sulla tutela della salute della collettività».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up alla platea:
«Inutile girarci intorno, inutile perderci in chiacchiere improduttive. Solo un congruo e legittimo aumento di stipendio per infermieri, ostetriche e per gli altri professionisti dell’area non medica può arginare l’emorragia di infermieri in atto, tra fughe delle nostre migliori eccellenze all’estero e dimissioni volontarie.
La professione infermieristica continua a essere tra quelle che offre maggiori sbocchi lavorativi in Italia, lo rivelano report autorevoli, soprattutto siamo e continueremo a essere capaci di formare professionisti di altissimo profilo, naturalmente ambitissimi all’estero.
E cosa invece succede? Ce li lasciamo scappare, permettiamo ad altri Paesi, con offerte che da noi sono pura utopia, di privarci delle fondamenta su cui ricostruire la sanità del presente e del futuro.
A livello nazionale il calo degli iscritti al corso di laurea in Infermieristica ha raggiunto il 10,5%, passando dalle 25.539 domande dello scorso anno alle attuali 22.870 su 19.860 posti disponibili complessivi.
Rispetto alla media annuale sugli ultimi 11 anni, i Laureati in infermieristica sono 11.436 sui 15.464 posti messi a bando, pari al 74%.
Ed è palese che, con i pensionamenti e i concorsi che finiscono praticamente deserti, a causa di offerte ritenute troppo spesso poco edificanti, rischiamo concretamente di perdere addirittura il 30% di infermieri nei prossimi tre anni», dice ancora De Palma.
Offerte di lavoro per gli infermieri italiani all’estero. L’intervento in esclusiva, nel corso del Congresso, di Nuno Pinto, chief executive officer di Vitae Professionale, una delle principali agenzie di recruitment per le professioni sanitarie in Europa
La sua presenza è stato il momento a sorpresa del Congresso. Intervenuto in diretta video dal Portogallo, Nuno Pinto, chief executive officer di Vitae Professionale, una delle principali agenzie di recruitment per le professioni sanitarie in Europa, ha risposto alle domande del Presidente De Palma e ha messo in luce che, come da noi denunciato più volte, si è aperta una vera e propria caccia agli infermieri italiani.
Sono state presentate al Congresso le proposte di lavoro aperte in questi giorni: si tratta di posizioni che arrivano addirittura dal Medioriente, che ci lasciano davvero attoniti.
Nuno Pinto ha evidenziato con i fatti quello che temevamo da tempo si sta concretizzando. Oltre a Paesi come Svizzera, Germania, Inghilterra e Belgio, la nuova isola felice per gli infermieri italiani potrebbe davvero diventare l’Arabia Saudita.
Pinto ha delineato i contenuti e le cifre delle proposte di lavoro a disposizione degli infermieri Italiani. In Arabia si può arrivare a 4500 euro netti al mese addirittura esentasse, con alloggio e bollette gratuiti, un viaggio all’anno pagato in Italia, esclusi benefit extra.
Ci è parso indispensabile, commenta De Palma, dover raccontare ai nostri dirigenti quanto sta accadendo, con un intervento così mirato. Siamo da tempo in contatto con questa e altre agenzie di recruitment internazionali per le professioni sanitarie.
Il quadro è allettante per i nostri infermieri, non c’è dubbio, ma è anche nel contempo desolante per la nostra sanità, che non può e non deve essere abbandonata a se stessa da una politica che continua pericolosamente a sminuire la portata dei problemi che ci affliggono.