Domani sciopero nazionale dei Taxi, sindacati e sindaci contro il Decreto Asset: le motivazioni.

Il provvedimento introduce la possibilità ai Comuni di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale.

ROMA – Dopo lo sciopero dei mezzi pubblici che sta interessando la giornata di oggi, domani ad incrociare le braccia saranno i tassisti. A indire lo sciopero della auto bianche è l’Usb-taxi insieme ad altre sigle. Tra i motivi scatenanti dello stop di 24 ore c’è il Decreto Asset, un provvedimento che, tra le altre cose, introduce la possibilità ai Comuni di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale, e rincorrendo semplicemente i media (specie ora alla vigilia delle Elezioni Europee). “Inopportuno è la definizione più elegante per questo Decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli Enti Locali e il Governo si rimpalleranno le responsabilità dell’incremento delle licenze senza nessun dato concreto”, scrivono sul sito dell’Usb.

LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO

“Questo comporta anche nel caso dei Taxi- continua la nota- l’introduzione di un meccanismo di attacco al ‘salario’ dove la riduzione del potere d’acquisto del lavoro a seguito dell’aumento del costo della vita, non è compensata da un reale aggiornamento del reddito del lavoratore, anzi addirittura viene diminuita.
La tariffa taxi infatti dovrebbe essere seguire almeno gli aumenti ISTAT, seguendo un indice specifico (FOI), che invece viene dimenticato lasciando le tariffe ferme per anni. Non è sicuramente l’intento di “aiutare” l’utenza la motivazione, quando piuttosto per evitare che le vere responsabilità della domanda inevasa ricadano sui Comuni o sui tagli del Governo. Meglio gettare i taxi in pasto all’opinione pubblica”.

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