Mattarella onora don Milani: “Mai mettere a tacere libri o presentazioni”.
Di Vittorio Di Mambro Rossetti
Il presidente della Repubblica è intervenuto alle celebrazioni per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, a Barbiana.
ROMA – “Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alle celebrazioni per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, a Barbiana.
“La scuola di Barbiana durava tutto il giorno. Cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere“, dichiara Mattarella.
MATTARELLA: LA SCUOLA DEVE ESSERE PER TUTTI
“La scuola di tutti, deve essere per tutti. Spiegava don Milani- aggiunge Mattarella-, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: ‘Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose’. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà”.
MATTARELLA: SCUOLA COME LEVA PER CONTRASTARE LE POVERTÀ
“In tempi lontani dalla globalizzazione e da internet, da qui, da Barbiana – allora senza luce elettrica e senza strade asfaltate – il messaggio di don Milani si è propagato con forza fino a raggiungere ogni angolo d’Italia; e non soltanto dell’Italia”, dice ancora il presidente della Repubblica.
“Don Milani- aggiunge-, aveva una acuta sensibilità circa il rapporto – che si pretendeva gerarchico – tra centri e periferie. Come uscire da una condizione di emarginazione? Come sollecitare la curiosità, propulsore di maturità? Come contribuire, da cittadini, al progresso della Repubblica?
Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. Non a caso oggi si usa l’espressione ‘povertà educativa’ per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino”.
Agenzia DiRE www.dire.it