Diretta di lunedì 22 maggio dal titolo
“Piogge e allagamenti: una meditazione per non affogare”.
Buongiorno,
diversi di voi che vivono in Italia mi hanno scritto di parlare delle alluvioni che sono accadute e che stanno ancora accadendo, questa pioggia continua che fa straripare i fiumi sotterranei e provoca allagamenti. Queste cose accadono ciclicamente, il problema è che l’umanità non è mai pronta e l’ essere pronti è un discorso molto vasto, essere pronti interiormente è un relazionarci con la natura in un modo completamente diverso da quello che abitualmente utilizziamo.
Qual è il modo che abitualmente si utilizza per relazionarsi con la natura quando succedono i disastri come le inondazioni, i terremoti, la siccità eccessiva? È quello di dire che è colpa dell’uomo. L’uomo si sente sempre colpevole di fronte alla natura. È colpa nostra perché asfaltiamo le strade e la terra non può respirare, è colpa nostra perché cementifichiamo anche in aree dove non si dovrebbe, è colpa nostra perché inquiniamo, è colpa nostra perché scegliamo sempre le strade sbagliate e prima pensiamo a tirare fuori il liquido nero dalle profondità della terra e lo bruciamo per avere energia e questo è tossico, poi facciamo le batterie al litio pensando di risolvere la situazione ma inquinano anche quelle. Insomma, L’uomo non percorre mai la strada giusta, è sempre il colpevole di quello che succede.
Devo dire che questa è una mentalità molto giudaico cristiana, l’uomo è sempre colpevole, abbiamo il peccato addosso, siamo nati con il peccato e quindi siamo sempre in colpa.
Chi trae beneficio da questo modo di pensare?
Non di certo la natura e la storia lo dimostra. I disastri climatici e ambientali sono ciclici e non migliorano nel tempo. Il fatto che l’uomo si senta sempre in colpa non giova alla natura, giova al potere, ai signori della guerra, al principe, come direbbe Machiavelli. Certo, perché il principe, se vuole governare, deve rendere il popolo sempre colpevole, gli individui sono sempre colpevoli; se c’è un’epidemia è colpa loro perché non si lavano bene le mani, se c’è un’alluvione è colpa dell’uomo che utilizza la macchina per andare al lavoro, vuole possedere la casa anche se non la abita, cementifica troppo, asfalta troppo.
Questo perché il principe, machiavellicamente parlando, riesce a governare meglio facendo sentire sempre in colpa gli individui. Quindi tutti questi sostenitori della natura che insistono nel dire che è colpa dell’uomo non favoriscono la natura e nemmeno l’umanità ma il potere.
Ma come stanno veramente le cose, al di là del condizionamento sociale, dell’ingegneria della propaganda?
La natura ha uno scopo che si evince osservandola; la natura è una grande spinta evolutiva, dalla prima ameba, al primo pesce, al primo anfibio, al primo rettile, al primo uccello, al primo mammifero fino all’uomo la natura muove verso la libertà, crea forme sempre più evolute verso la libertà. Questa libertà, come ha spiegato benissimo il Buddha. è la libertà dalle apparizioni fenomeniche, cioè è il Nirvana, l’estinzione di tutte le apparenze fenomeniche. Nirvana è ciò a cui tende il mistico, a cui punta il meditante. La parola Nirvana significa estinzione. La natura muove verso l’estinzione, la morte è il fine della vita e questa è un’ovvietà che l’essere umano fa sempre finta di non vedere.
L’obiettivo della natura è svanire, estinguersi, è il Nirvana, cioè la dissoluzione di tutte le apparenze fenomeniche che sono illusorie, quindi la natura punta al Tao, al ritorno alle origini, alla non-separazione, alla non-esistenza, esattamente come il praticante di meditazione punta alla non-mente al samadhi, lo stato della non-mente.
Tutti i fenomeni accadono nella mente. Il meditante, puntando alla non-mente, punta all’estinzione dei fenomeni; la natura e il mistico hanno il medesimo obiettivo.
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