Medici d’Italia in piazza per ricordare Barbara Capovani: “È un messaggio al governo”.

di Mirko Gabriele Narducci

Ieri la fiaccolata a Roma, Magi (Omceo): “Servono un’organizzazione migliore e più personale”.

Da Roma a Milano, da Bologna a Torino, da Napoli a Palermo. Sono decine in tutta Italia le manifestazioni di psichiatri, altri professionisti della salute mentale, medici e operatori sanitari che ieri sera – in contemporanea – hanno riempito piazze e strade del Paese in ricordo di Barbara Capovani, la psichiatra di Pisa uccisa mentre usciva dal lavoro per tornare a casa per mano di un ex paziente affidatole dalla magistratura.

Nella Capitale diverse centinaia, se non migliaia, i professionisti che si sono ritrovati a piazza dell’Esquilino per una fiaccolata in memoria di Barbara. L’iniziativa, organizzata qui come nel resto d’Italia con il sostegno degli Ordini provinciali dei Medici e della Società italiana di psichiatria (Sip) insieme a diverse altre società professionali e scientifiche, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema della violenza nei luoghi di lavoro della sanità, dagli ospedali agli ambulatori, con particolare riguardo a quelli adibiti alla cura e alla riabilitazione di chi soffre di disturbi mentali.
In piazza a Roma, in rappresentanza dei camici bianchi, anche Antonio Magi, presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici e degli Odontoiatri. Presenti le istituzioni, con Tiziana Biolghini, delegata alle Pari opportunità della Città metropolitana di Roma, e i sindacati, con Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio.

MAGI (OMCEO ROMA) AL GOVERNO: “PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI”

Quello che arriva dalla piazza, ha detto Magi, “è un messaggio spontaneo, una manifestazione voluta da tutti. Le persone hanno sentito davvero quello che è stato il dramma di noi professionisti, ma non è un problema solamente del personale medico o sanitario: è un problema che riguarda tutti noi”. Per il presidente dell’Omceo Roma “dobbiamo recuperare in qualche modo quello che chiamavamo il ‘rapporto di coppia’ tra medico e paziente: stavolta non è soltanto un discorso fiduciario, ma c’è un problema di natura psichiatrica e anche di organizzazione dei centri di salute mentale che sono quelli più soggetti a questi tipi di azioni così violente”.

E in questo senso, quello che arriva dai camici bianchi d’Italia “è un messaggio al Governo: “Bisogna passare dalle parole ai fatti”. Per Magi, infatti, “l’importante è far comprendere che bisogna smetterla con la violenza, organizzare meglio i servizi e avere più personale. Questo permetterebbe a noi di utilizzare al meglio la nostra capacità professionale per i cittadini, e ai cittadini stessi di ricevere quelli che sono servizi a cui hanno diritto per Costituzione”.

Agenzia DiRE   www.dire.it

 

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