Per voi il riassunto della diretta di martedì 11 aprile dedicata a Kintsugi e in particolare ai Dieci Mondi e al Rituale del Mandala
Buongiorno,
siamo arrivati già al nono capitolo del libro Kintsugi che corrisponde alla nona legge del riparare le ferite con l’oro. Il titolo è la realizzazione del vuoto e della vacuità.
Realizzare il vuoto e la vacuità è una cosa difficile ma non per gli immaginalisti che sono già venuti qui con questa capacità di riconoscere l’esistenza come sogno, di sentire che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
Ritroviamo questa visione anche nel pensiero di Nāgārjuna, ‘colui che è stato nel regno dei Naga’ . I Naga sono i dragoni che abitavano un tempo la terra e da cui abbiamo avuto origine secondo questa visione delle cose che è una visione mitologica. Ma noi siamo mito,
Nāgārjuna ha spiegato che tutto è vacuità, che la forma è vacuità, che l’esistenza e la vacuità coincidono, cioè l’esistenza è fondamentalmente vuoto.
La realizzazione del vuoto è l’ultima e forse la più importante legge del Kintsugi,
Nel libro parlo dei 10 regni o 10 mondi che sono i vari mondi in cui la coscienza può incarnarsi di vita in vita e di morte in morte; ma sono anche altrettanti stati della coscienza nei quali ciascuno di noi può passare di momento in momento nell’arco delle sue giornate e ovviamente sono tutti mondi fatti della stessa natura dei sogni. Questi regni sono: lo stato infernale o mondo dei Naraka, in cui regna la disperazione di chi fa del male agli altri senza trarne nessun vantaggio per se stesso, anzi facendo del male anche a se stesso. Questa è la condizione dell’ignoranza.
Poi c’è il mondo dei Preta, gli spiriti famelici, esseri che vivono nella bramosia.
Avrete sicuramente visto la Ruota del Samsara che raffigura i diversi regni di esistenza. Per i buddhisti Theravada è composta da sei regni ma per i Mahayana è divisa in dieci spicchi, dieci stati di esistenza.
I Preta nella ruota del Samsara sono disegnati con un grandissimo ventre che sta a simboleggiare la bramosia.
Poi c’è lo stato dell’animalità nel quale vige il puro istinto privo di autoconsapevolezza. Questo stato non è considerato un mondo inferiore rispetto a quello umano perché la ruota del Samsara è proprio circolare e quindi non esiste l’inferiore e il superiore.
Dico questo perché noi in Occidente abbiamo una mentalità che è più influenzata da un’altra visione delle cose, secondo la quale Dio avrebbe creato la natura a uso e consumo dell’uomo.
Nel Buddismo non è così, la natura, gli animali non sono ad uso e consumo dell’uomo, tutt’altro, vanno rispettati immensamente.
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