LAVORO. PAOLUCCI (UIL): RIETI FANALINO CODA LAZIO, PERSI ALTRI 600 POSTI.
La nostra provincia è il fanalino di coda del Lazio – dice Paolucci – siamo un territorio che chiede investimenti ma non trova risposte. E se le trova sono negative, basti pensare che dal 2021 al 2022 sono andati in fumo mille posti di lavoro”. Il dossier della Uil e dell’Eures va oltre: concentrando l’attenzione sui dati di flusso ricostruisce il modello occupazionale del reatino. Dei 9.384 contratti attivati nel 2022, appena il 23,7 per cento (poco più di duemila) ha avuto carattere stabile (tempo indeterminato o apprendistato), laddove la restante quota (7.156 contratti) si è configurata come precaria. Complessivamente, il 72 per cento delle attivazioni è a termine o in somministrazione, il 2,2 per cento intermittente e il 2,1 stagionale. Numeri che restituiscono un quadro – al pari di quello delineato sia a livello regionale che nazionale – sempre più incentrato sulla precarizzazione del mercato del lavoro, cui si accompagnano, inevitabilmente, scarse tutele e discontinuità lavorativa. “Sono cifre che indignano e che gettano nello sconforto migliaia di persone – conclude Paolucci – e che devono far riflettere chi governa se invertire veramente la marcia o no, se ragionare finalmente in termini di sostenibilità sociale degli interventi. La Uil da tempo ha proposto di seguire il modello spagnolo per limitare l’abuso dei contratti precari. Bisogna fare una scelta di fondo: il lavoro precario deve costare di più di quello a tempo indeterminato”. Uno sguardo infine agli inattivi, ovvero coloro che non sono classificabili né come occupati né come disoccupati, lo scorso anno sono stati 32.900, 13.300 gli uomini (il 40,4% del totale), 19.600 le donne (il 69,6% del totale).
Agenzia DiRE www.dire.it