Ripara i tuoi avi con la consapevolezza e la forza del rito.
Per la Meditation Family |
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Cari Immaginalisti, vi aspetto per il Grande Ritiro all’isola d’Elba dal 15 al 19 aprile per fare insieme esperienze uniche, immersi in una natura di grande potenza e bellezza. Per voi il riassunto della diretta del 3 aprile, dedicata a Kintsugi e in particolare all’arte di riparare le ferite trangenerazionali. L’11 aprile presenterò Kintsugi a Sovico (MB), una nuova occasione preziosa per incontrarci. Infine, vi ricordo il ritiro di approfondimento della psicogenealogia e delle costellazioni ad approccio immaginale che terrò a Montegrotto Terme (PD) dal 30 giugno al 2 luglio. Lavoreremo sulla trasmissione dei poteri e dei talenti nella genia. |
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Rinascita spirituale Retreat: equilibrio corpo e anima all’Isola d’ElbaUnisciti a noi dal 15 al 19 aprile 2023 all’Isola d’Elba per un ritiro nel quale conoscerai la magia sciamanica e la potenza dello Shinrin-Yoku, l’immersione nella natura con i cinque sensi. Troverai anche il tuo animale spirituale: attingeremo ai nostri sensi animali per recuperare i poteri dimenticati, che abbiamo perso in questo mondo iper tecnologico. Mediteremo sul vuoto durante la cerimonia del tè. |
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Evocare gli antenati vuol dire risvegliare memorie molto profonde dalla nostra stessa psiche. Gli Antenati non sono da vedere come individui esistiti prima di noi, primo perché l’individuo è un una costruzione mentale e secondariamente perché il tempo lineare, il prima e dopo, è un inganno della mente. Come diceva il grande Luis Borges: “Tutto accade adesso, tutto accade proprio adesso!” Tutto accade nell’attimo presente ma la mente non può afferrarlo perché è molto più vasto della mente stessa e quindi lo filtra a poco a poco, creando così la sensazione del tempo e di conseguenza la sensazione dell’oggettività delle cose. Dovremmo poter vedere le cose simultaneamente con gli occhi del vivente e con quelli del morente. Il vivente può anche essere vittima della mente che crea l’illusione del tempo lineare e dell’individualità, ma il morente vede con altri occhi . Fai il Pita Nyasa della neve e immaginati sotto due metri di neve, nel silenzio della terra che custodisce i semi che a primavera, quando la neve si scioglierà, daranno origine a germogli, ad alberi che nutriranno gli animali. Immagina di essere terra che nutre anziché organismo e guarda agli antenati da questa prospettiva. I tuoi antenati sono qui con te, sono la terra del tuo giardino e se c’è una ferita nei tuoi antenati c’è una ferita dentro di te che va riparata con l’oro della consapevolezza. Le ferite a volte sono difficili da rintracciare. Per esempio, una delle ferite transgenerazionali più comuni in quest’epoca riguarda il rifiuto di una certa natura animica sciamanica o artistica, creativa. Molti di noi hanno questo rifiut perché veniamo da una cultura post-industriale che afferma: “Ma a che ti serve studiare arte? A che serve studiare il greco, il latino o i miti? Studia invece medicina, ingegneria o economia se vuoi avere il posto fisso…Chi ti assume, chi ti vuole se studi l’arte e la poesia?” Questa è la cultura post-industriale nella quale siamo tutti immersi e dalla quale cominciamo faticosamente ad uscire, ma ne siamo stati pesantemente condizionati e soprattutto lo sono state le generazioni immediatamente precedenti alla nostra, generazioni che hanno represso tanti poteri e talenti dell’anima a causa di questa mentalità. Nel libro Kintsugi racconto di come nella mia genia paterna sia stato tradito un potere grandioso: il potere sciamanico. Avevo una nonna, che nel libro chiamo Giuditta, col suo secondo nome, che era la strega del paese, aveva ‘il segno’, come dicevano in paese. Un giorno sono andata dalle mie zie che vivevano ancora nella casa dove avevano vissuto con lei e ho visto il luogo dove la nonna aveva tolto i vermi ad un bambino, aveva risolto i problemi di deambulazione di una donna, aveva reso fertile una donna che non riusciva ad avere figli, insomma aveva fatto le sue magie per aiutare gli altri. Ho visto anche le scale dalle quali si racconta ancora oggi che la nonna sia riuscita a far ruzzolare giù i ladri semplicemente cantando una cantilena, perché lei era la maga, lei era la Circe della famiglia. Quando sono andata dalle mie zie si sono premurate di dirmi che per fortuna nessuno in famiglia aveva seguito il suo esempio perché non è normale essere come la nonna. In altri termini abbiamo represso, rimosso un potere dell’anima perché non era normale, non era accettabile Nella genia materna c’era un dono artistico: mio nonno era un artista che non ha potuto realizzarsi perché è scoppiata la Prima guerra mondiale ed è stato mandato al fronte. Mia mamma era un’artista, avrebbe dovuto laurearsi ma non ha più potuto andare all’università perché è scoppiata la Seconda guerra mondiale. Nel libro Kintsugi utilizzo la mia storia e quella di Tomoe per mostrare come si possono riparare le ferite con l’oro della consapevolezza. Tomoe aveva talmente superato la paura, avendo lavorato prima con Oda e poi con Ryu, i suoi maestri di bushido (l’Arte della Guerra), che si sentiva invincibile. Ma il suo maestro l’avverte: “Guarda che sentirsi invincibili e non esserlo è il modo più facile per venire uccisi. Tu hai ancora delle ferite importanti da cui perdi energia; non riguardano te personalmente ma i tuoi antenati. Devi riparare le ferite degli antenati per essere davvero invincibile.” Poi la seppellisce per farle compiere il rituale di incontro con gli antenati. Come vi dicevo, noi siamo viventi e morenti simultaneamente, siamo qui che parliamo e ascoltiamo ma nello stesso tempo siamo nella terra, perché dal momento in cui abbiamo iniziato a vivere abbiamo iniziato anche a morire. Siamo viventi e morenti simultaneamente, solo la mente separa le due dimensioni. E quindi il maestro la seppellisce e poi se ne sta lì con la pala in mano ad aspettare che lei esca dalla tomba e Tomoe ce la fa ma poi sviene per lo sforzo tremendo e in questa sorta di coma incontra un suo antenato, un antenato mongolo con le mani sporche di sangue perché in una guerra aveva ucciso degli innocenti e Tomoe comprende che quando i soldati samurai hanno assaltato il suo villaggio e hanno ucciso tutti, compresi i suoi genitori e suoi fratelli, si trattava del riflesso dell’immagine dell’antenato che aveva ucciso persone innocenti in guerra. Un’immagine lontana che non è mai stata risolta tende sempre a ripetersi e così. improvvisamente. nel corso della nostra vita incappiamo in certi episodi, ci viene una malattia e dobbiamo passare attraverso delle cure mediche che sembrano delle vere e proprie torture o perdiamo dei soldi…Ci succede qualcosa di strano, di assolutamente inatteso. Persino Freud diceva che gli eventi irrisolti si ripetono sempre! Nei nostri ritiri facciamo questo processo di evocazione, che poi è un processo di consapevolizzazione, è semplicemente un andare al di là della gabbia mentale che crea il senso del tempo lineare. Se vai oltre la mente vivi nella simultaneità dell’attimo presente. Quindi Tomoe evoca l’antenato e finalmente pacifica tutte le anime perturbate di coloro che erano stati uccisi, pacifica l’anima stessa del suo antenato assassino e in questo modo riesce a riparare con l’oro il suo passato e diventa veramente invincibile. Noi dobbiamo fare la stessa cosa! Nel Kintsugi quando l’oggetto si rompe e alcuni pezzi vanno perduti, questi vengono ricostruiti con l’oro e anche con l’argento e a volte rimane solo un piccolissimo pezzo originale, magari fatto di ceramica. La maggioranza dei pezzi sono stati ricostruiti con loro o con l’argento; lo stesso dobbiamo fare con i nostri antenati, perché molte cose si sono perse, molte cose sono saltate via, molti ricordi sono andati perduti e li dobbiamo ricostruire con la polvere d’oro o d’argento della consapevolezza. Lo facciamo nei nostri ritiri perché se un pezzo è saltato via completamente, se una storia che riguarda un antenato o una antenata è stata completamente rimossa perché non si deve dire, non si deve raccontare, noi possiamo comunque ricostruirla. Infatti, l’evento non pacificato si presenta nei nostri sogni onirici, si presenta nelle immagini più impressionanti della nostra vita e osservando le immagini dei sogni e le immagini più impressionanti della nostra infanzia, adolescenza o della nostra età adulta dalla prospettiva della mente poetica riusciamo a ricostruire ciò che è saltato via. Ci riusciamo partendo dalle immagini cosiddette riflesse. Le immagini riflesse sono immagini della vita attuale in cui l’evento che è stato dimenticato si riflette. Per esempio, Tomoe ha riconosciuto gli omicidi compiuti dal suo antenato negli omicidi compiuti a danno della sua famiglia, ha riconosciuto in un episodio tremendo accaduto nella sua vita un altro episodio tremendo accaduto molte generazioni prima. Questo è quello che facciamo nei nostri ritiri. Per prima cosa do delle iniziazioni importanti attraverso le quali i partecipanti spostano la coscienza dalla mente ordinaria alla mente poetica e in questo stato ampliato di coscienza riusciamo a evocare il passato attraverso le immagini del presente e ad operare la riparazione con l’oro della consapevolezza. C’è un rito che io prescrivo nel libro che possiamo fare tutti insieme questa settimana. Innanzitutto, bisogna costruire l’altare degli antenati. Poi si tratta di simboleggiare l’immagine perturbata, il problema che hai nella tua vita attuale, con un oggetto, tipo una candela; gli sciamani mongoli e siberiani utilizzano molto il riso e il latte, gli himalayani utilizzano il burro chiarificato, fanno proprio oggettini fatti di burro chiarificato e li offrono. Insomma, puoi utilizzare una candela, dell’incenso del profumo, il tuo cibo preferito. Ricordo che quando ero nella foresta con il mio maestro di meditazione dovevamo fare un rito di guarigione delle ferite transgenerazionali e il maestro mi chiese quali fossero i cibi preferiti di mia madre e mio padre. Gli risposi che si trattava del cioccolato per mia madre e del formaggio taleggio per mio padre. Il maestro mi fece procurare questi cibi (in Sri Lanka non si trovava il taleggio e presi un altro tipo di formaggio), li ridusse in briciole e per tutta la notte li gettammo nel fuoco come offerta per evocare mia madre e mio padre e poi la Stirpe, in modo da operare la guarigione. Quindi bisogna scegliere un oggetto che rappresenta lo strumento del sacrificio rituale compiuto sull’altare degli antenati. Bisogna evocare gli avi attraverso questo oggetto simbolico e poi dire agli antenati: “Riparo ciò che si è rotto nel vostro cuore o ciò che voi avete rotto nel cuore altrui. Riparo il cuore dell’evento che si ripete anche se la mente non viene a conoscenza dell’evento”. Quindi non è indispensabile arrivare ad una ricostruzione storica precisa dell’evento. Spesso quando nella vita abbiamo un problema di cui non capiamo la ragione e per il quale non vediamo una soluzione si tratta del riflesso di qualcosa che è successo precedentemente, come un’eco che si ripete. In verità nulla è mai accaduto, nulla sta per accadere e nulla accadrà mai; tutto è immagine, sogno, proiezione. Si tratta di un’immagine dell’anima che chiama, che chiede di essere risolta, liberata e, non ricevendo una risposta affermativa, si presenta sotto varie forme, sotto vari aspetti. Questa immagine dell’anima va ascoltata e risolta e un modo per ascoltarla e per risolverla è proprio quello di rivolgersi agli antenati con questa formula psichica: “Riparo ciò che si è rotto nel vostro cuore o ciò che voi avete rotto nel cuore altrui. Riparo il cuore dell’evento che si ripete.” E’ molto utile anche utilizzare l’immaginazione attiva, come la chiamava Jung. Per esempio, per riparare la grande ferita della mia genia paterna, che era il fatto che un potere sciamanico era stato rimosso, giudicato negativamente, io mi ero costruita una narrazione e mi ero figurata la nonna sciamana come una grande guerriera mongola che correva a cavallo per le steppe sconfiggendo ladri e malfattori. La sentivo dentro di me ma pensavo che fosse solo una narrazione che avevo costruito per cercare di curare la sua ferita. Poi ho scoperto che probabilmente ho veramente antenati mongoli. Quando è nato, mio figlio aveva delle macchie blu sulla pelle che vengono chiamate macchie della Mongolia. Sono macchie blu che hanno i neonati e che poi spariscono intorno ai sei mesi, all’anno di vita e mia madre, che allora era ancora viva, mi disse che alla nascita le avevo anch’io. Molti anni prima mi ero creata tutta la storia di questa antenata mongola guerriera per guarire le ferite della mia stirpe paterna, quindi anche la narrazione, lo storytelling ci può aiutare molto a guarire le ferite del passato. Partendo da immagini forti del presente, immagini di problemi che abbiamo nella vita attuale possiamo narrarci una storia lontana nel tempo e la magia dello storytelling è che questa narrazione non è mai casuale. Il caso non esiste, esiste solo la nostra ignoranza delle ragioni per cui ci narriamo certe cose. Questa è l’arte sciamanica dello storytelling; gli sciamani curano proprio così, suonando il tamburo e narrando storie mitologiche e anche questo lo faccio con voi nei nostri ritiri. E’ molto importante guarire le ferite degli antenati tanto più quanto meno ne siamo a conoscenza. Paradossalmente sono proprio le ferite di cui non siamo a conoscenza quelle che ci influenzano di più e quindi sono quelle che vanno risanate, ma non le puoi risanare con la mente ordinaria perché la mente ordinaria può maneggiare solo quello che conosce. Devi ricorrere all’anima e questo puoi farlo solo attraverso la mente poetica, attraverso lo storytelling, attraverso il rituale evocativo. Quindi questa settimana facciamo insieme il rituale che vi ho spiegato. Vi aiuterà molto. Praticate perché il cammino spirituale è un cammino empirico! Vi abbraccio! |
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I POTERI DELLA STIRPE Corso avanzato di Psicogenealogia e Costellazioni familiari ad Approccio Immaginale a Montegrotto Terme dal 30 giugno al 2 luglio Pensi che nella tua genìa, nella tua stirpe vi siano dei poteri, delle doti, dei talenti assopiti, di cui oggi tu avresti un gran bisogno? Vuoi espandere la tua mente per includere i tuoi grandi alleati, che ancora non conosci ma che sono i tuoi fedeli protettori? In questo ritiro ci occuperemo in modo più profondo di Psicogenealogia e Costellazioni familiari ad Approccio Immaginale. In particolare, ci immergeremo nella questione della trasmissione ereditaria dei poteri sciamanici. La questione della trasmissione ereditaria dei poteri sciamanici è conosciuta presso molti popoli. Per esempio, presso i buriati della Siberia sono conosciute delle pratiche -le quali comportano l’ascesa al cielo a mezzo dell’arcobaleno fiammeggiante- mediante le quali si può accedere al grande patrimonio di iniziazioni degli avi. Presso i Manciù e i Tungusi della Manciuria vi sono due casi di grandi poteri, quelli del clan familiare e quelli esterni al clan familiare. In ogni caso entrambi possono essere risvegliati con le pratiche del drago arcobaleno. Perché partecipare Fai questo corso se:
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PremiumTante novità in arrivo per gli abbonati: yoga sciamanico, un nuovo corso dedicato al potere dei colori, che inizia domani 6 aprile alle 13.30, libri in regalo e altre sorprese. |
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