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L’educazione incontra il Metaverso
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> di Giovanbattista Trebisacce, Professore di Pedagogia generale
> Università degli studi di Catania e Socio AIDR

> L’Eduverso, ovvero l’utilizzo del Metaverso in ambito educativo,
> costituisce un recente campo di esplorazione che offre innumerevoli
> possibilità di insegnamento e di apprendimento che vanno ben
> comprese per poterle utilizzare e sfruttare al meglio. Volendo
> risalire all’origine del termine Metaverso, esso compare per la
> prima volta nel romanzo di fantascienza post-cyberpunk Snow Crash di
> Neal Stephenson, pubblicato nel 1992. “Hiro non è affatto lì dove si
> trova – vi si legge -, bensì in un universo generato dal computer
> che la macchina sta disegnando sui suoi occhialoni e pompando negli
> auricolari. Nel gergo del settore, questo luogo immaginario viene
> chiamato Metaverso”.
> Per Metaverso nella letteratura contemporanea si intende una
> “realtà digitale che combina aspetti dei social media, del gioco
> online, della Realtà Aumentata e di quella virtuale (AR e VR)”.
> Secondo il Piano Scuola 4.0 (DM 161/2022) “l’utilizzo del Metaverso
> in ambito educativo costituisce un recente campo di esplorazione,
> l’Eduverso, che offre la possibilità di ottenere nuovi spazi di
> comunicazione sociale, maggiore libertà di creare e condividere,
> offerta di nuove esperienze didattiche immersive attraverso la
> virtualizzazione, creando un continuum educativo e scolastico fra lo
> spazio fisico e lo spazio virtuale per l’apprendimento, ovvero un
> ambiente di apprendimento onlife”.
> Un importante ente americano di ricerca, il Center for Universal
> Education del Brookings Institution, ha inteso tracciare una serie
> di linee guida per un utilizzo adeguato del Metaverso nel mondo
> educativo attraverso il Manifesto A whole new world: Education meets
> the metaverse. Dalla lettura delle linee guida emergono sei
> parole-chiave indispensabili per sapersi orientare e governare il
> cambiamento.
> 1. COLLABORAZIONE. Il saper lavorare in team è diventato oggi
> fondamentale in qualsiasi ambito. Mantenere questo modo di
> interagire nel Metaverso sarà importante.
> 2. COMUNICAZIONE. L’importanza di comunicare in maniera
> adeguata attraverso comportamenti corretti e rispettosi è un valore
> fondamentale nella vita quotidiana e nei social. Sarà ancora più
> stringente nel Metaverso dove l’onlife un tutt’uno con il
> nostro essere.
> 3. CONOSCENZA. Apprendere attraverso la scoperta e apprendere
> facendo, saranno approcci importanti per chi si avvicina a questa
> nuova dimensione. Pensiamo alle disabilità e al potenziale
> applicativo del Metaverso.
> 4. PENSIERO CRITICO. Da sempre è alla base di un insegnamento
> che miri ad una interiorizzazione dei contenuti e ad un
> apprendimento autentico che arricchisca chi apprende. Non una testa
> da riempire ma una testa pensante e “ben fatta”.
> 5. PROBLEM SOLVING. Essere in grado di generare soluzioni
> anche in situazioni impreviste.
> 6. FIDUCIA IN SE STESSI. Quello che manca nelle nuove
> generazioni. Perseverare nel raggiungimento di un obiettivo ma
> rialzarsi più forti di prima di fronte ad un insuccesso.
> Una nuova sfida, dunque, a cui la società, ma soprattutto la scuola,
> non può sottrarsi. Una scuola che sappia farsi ponte, come
> nell’omonimo racconto di Kafka, che ricorre alla metafora del ponte
> per farne un soggetto attivo di transito e di relazione. La scuola
> interpreta in maniera corretta la sua vocazione e missione di ponte
> se non si volta indietro, con il rischio di perdere ciò che
> costituisce l’oggetto della sua attenzione e del suo amore, cioè la
> conoscenza, che pure si nutre delle testimonianze del passato, le
> custodisce e le valorizza per acquisirne chiavi interpretative
> efficaci, finalizzate a leggere e capire meglio il nostro attuale e
> a non avere paura dello sguardo verso il futuro e l’ignoto, proprio
> perché forte del solido ponte culturale che essa ha costruito tra
> passato e presente.
> Una scuola, dunque, che sappia farsi ponte, come
> nell’interpretazione che ne fornisce Kafka, non ha paura del
> cambiamento, anzi si candida a governarlo, a studiarne e gestirne le
> conseguenze per quanto riguarda i modi sia di pensare che di fare,
> mettendo le nuove generazioni e tutti noi in condizione di essere
> dei cittadini attivi digitali.

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