RISCHI SANITARI E AMBIENTALI
Siamo partiti dalla constatazione che i fattori di rischio socio-ambientali e i loro effetti sulla salute, descritti nello Studio di impatto ambientale (SIA), all’esame della Conferenza di servizi, e nella documentazione disponibile, siano da approfondire e che le evidenze scientifiche devono essere trasferite nei programmi e nelle politiche di sanità pubblica (Sentieri- Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento. Sesto Rapporto).
La “difficoltosa gestione dei percolati e del biogas” e le coperture provvisorie e parziali sulla superficie della discarica – circa 15 ettari – generano infiltrazione di acque di pioggia e produzione di grandi quantità di percolato. Il sistema di recupero energetico è inattivo per l’inadeguatezza della rete di captazione e tutt’ora si è in attesa del ripristino dell’impianto di utilizzo del biogas.
GARANZIE FINANZIARE
Oltre alle problematiche sanitarie e alle carenze impiantistiche, nelle osservazioni abbiamo rappresentato alcune criticità relativamente alle garanzie finanziarie che il consorzio Minerva ha l’obbligo di prestare e che risultano garantite da Lazio Ambiente spa (in liquidazione) con la posta di bilancio di 24 milioni di €, assegnati alla società dalla stessa Regione per la gestione post operativa della discarica. Non appare legittimo che la società partecipata pubblica – Lazio Ambiente spa – sia al tempo stesso soggetto garante delle fidejussioni e beneficiario dello stanziamento che la Regione ha “vincolato” alle attività di post mortem e capping della discarica. Sembrerebbe chiaro che Minerva non possa provvedere con proprie assicurazioni, ma è ugualmente chiaro che non si possa attingere per la loro copertura a fondi stanziati per le attività trentennali post operative, poichè la legge prevede che sia il gestore dell’impianto ad accantonarli.
Resta problematico anche il passaggio sull’erogazione delle tranches direttamente al Comune di Colleferro e non al consorzio Minerva (come avveniva con Lazio Ambiente spa), che riceve solo la quota parte spesa, mentre la restante rimane nella disponibilità del Comune capofila. Farebbe sorgere dubbi sulla legittimità del consorzio a gestire il progetto anche il requisito del capitale sociale di 79.168,84 €, irrisorio rispetto ad un quadro economico che prevede attività per 17.173.769, 33 di €.
PIANO DI PREVENZIONE
Le conclusioni a cui giungono i documenti e gli interventi e/o i controlli in discarica non eseguiti sembrerebbero non lasciare molte incertezze sullo stato di inquinamento di colle Fagiolara.
Sarebbe necessario tuttavia disporre di un quadro certo delle condizioni ambientali della discarica per indagare, attraverso opportune indagini e campionamenti, quanto i livelli di inquinamento siano superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione per una o più matrici ambientali. Riteniamo che uno studio ambientale debba essere effettuato e se i risultati confermassero tale pericolosità si dovrebbe intervenire e definire le misure necessarie onde attivare la procedura di bonifica (ricerche, saggi, campionature e rilievi del terreno). Ciò al fine di individuare il responsabile della potenziale contaminazione (art. 244 DLgs.vo 152/2006, Titolo V del Testo unico sull’ambiente) di esclusiva competenza di Città Metropolitana di Roma Capitale e predisporre il piano di caratterizzazione, atti che, se sarà accertato che debbano essere adottati, produrrebbero inevitabili conseguenze anche sull’iter autorizzativo in corso. Abbiamo quindi invitato sia la Città Metropolitana di Roma Capitale a provvedere, sia la Regione ad attivarsi per quanto di sua competenza con l’avvertenza che fin quando tale situazione non sarà definita, la Regione dovrebbe adottare alcuni provvedimenti – anche in assenza di una istanza del Comune di Colleferro – volti a sospendere il PAUR.
OSSERVAZIONI
Nelle osservazioni abbiamo richiamato quanto “è emerso da tempo in merito allo stato sanitario delle aree a maggiore inquinamento ambientale, riferito allo studio del Dipartimento di epidemiologia-Regione Lazio su 9 discariche, e che il Sindaco di Colleferro, Sanna, in quanto responsabile della salute pubblica, non può e non deve ignorare”. Sulle terre già stoccate (prive delle caratteristiche geotecniche) e su quelle da conferire – per colmare la depressione della parte centrale della discarica creata dallo spostamento dei tralicci al suo interno – abbiamo rilevato alcune gravi genericità (quantitativi, provenienza e certificati di idoneità). Ebbene, la Regione ha accolto la nostra osservazione e ha richiamato i proponenti – Comune e consorzio – a presentare il piano di utilizzazione ed il piano delle terre e rocce da scavo. Anche il parco fotovoltaico, che avevamo chiesto di eliminare per la sua inutilità, spreco di risorse pubbliche e assurdità, è stato stralciato dal progetto. Invece la richiesta di questo Comitato di convocare in Conferenza di servizi i Comuni confinanti di fatto non è stata accolta.
LE AMMINISTRAZIONI
Molte le Amministrazioni assenti e, pur dovendo esprimere il loro parere, non hanno partecipato Città metropolitana di Roma Capitale, Asl di Colleferro ed Arpa Lazio. Con nota tecnica Arpa ha chiesto ai proponenti l’aggiornamento della documentazione e la rielaborazione del piano di monitoraggio e controllo.
La questione giuridico-contrattuale che ha assunto toni polemici ha riguardato le motivazioni del mancato rispetto della scadenza del 31.12.2023 per il trasferimento della discarica e la cessione definitiva del ramo di azienda da parte di Lazio Ambiente spa. La Regione ha chiesto di ufficializzare tale inottemperanza con l’adozione di un atto o con la modifica della clausola, su cui l’Assessore all’ambiente, Giulio Calamita, ha convenuto. Contro il parere contrario della Regione al progetto del Comune e del consorzio di utilizzare solo terra, l’Assessore ha ribadito la volontà di non voler modificare il progetto e di non essere favorevole al mix terra-FOS.
ADEGUAMENTO DELLA DOCUMENTAZIONE
La Regione ha chiesto ai proponenti di aggiornare lo studio di impatto ambientale dando conto dell’effetto cumulo con altri progetti e di presentare il piano di zonizzazione acustica comunale, il piano di gestione del rischio alluvione, gli impatti su popolazione e salute pubblica, la rilevazione del rischio di incidenti, oltre al piano di gestione delle terre. Per consentire le controdeduzioni dei proponenti è stata concessa un’ulteriore proroga. Si tratta di richieste/condizioni che i proponenti possono soddisfare e quindi l’autorizzazione sarà verosimilmente rilasciata.
La Regione ha rappresentato che le opportune valutazioni saranno fatte sulla base di quanto emerso e che saranno prodotte controdeduzioni anche dal Comune di Colleferro: sulla base dei contributi di tutte le Amministrazioni si formerà il parere finale. La Regione ha sottolineato – e non è da sottovalutare – che gli scarti prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti laziali non appaiono produrre una FOS coerente con l’eventuale utilizzo come copertura della discarica. Aggiungiamo pure che il documento per eccellenza di pianificazione, il Piano regionale di gestione dei rifiuti, non prevede l’utilizzo della FOS per riempire il “buco” di colle Fagiolara. In attesa della calendarizzazione della terza ed ultima Conferenza di servizi e di una disamina anche delle nostre osservazioni, ci pare di aver colto da parte della Regione più di una perplessità a ricorrere alla FOS e questa è l’unica buona notizia.
Ina Camilli, rappresentante Comitato residenti Colleferro
Colleferro, 1.3.2023
Contrada Fontana degli Angeli 00034 Colleferro – Roma comitato.residenti@libero.it
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