La giunta del Senato dice no al processo contro Salvini per le parole su Carola Rackete. Saviano: “Codardo”.

Quando era ministro dell’Interno, il leader della Lega aveva apostrofato la comandante della Sea Watch 3 con epiteti che gli erano costati una querela. Ma il processo probabilmente non si farà.

ROMA – La giunta per le elezioni e le immunità del Senato ha deciso di negare l’autorizzazione a procedere contro il leader della Lega Matteo Salvini, imputato per diffamazione a Milano nei confronti della comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete. Dieci i voti favorevoli di Lega, FdI e Fi; tre i contrari (2 Pd, 1 M5S) e due astenuti (Ivan Scalfarotto per Iv-Az e Ilaria Cucchi per Avs).

COSA AVEVA DETTO SALVINI A CAROLA RACKETE

I senatori dovevano decidere sulle frasi di Salvini – “sbruffoncella”, “zecca tedesca”, “complice di scafisti e trafficanti”, “fa politica sulla pelle dei migranti” -, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, postate sui social nei confronti della comandante della Ong tedesca impegnata in Mediterraneo nel soccorso dei migranti. La richiesta approderà in Aula per la decisione definitiva.

Agenzia DiRE    www.dire.it

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