Benigni a Sanremo emoziona ‘intonando’ la Costituzione: “Col fascismo non si poteva neanche cantare”.

Il monologo dell’attore nella serata inaugurale del festival della canzone italiana alla presenza di Mattarella.

“La Costituzione c’entra anche con Sanremo, perché è un’opera d’arte e canta la libertà e la dignità dell’uomo”. Nella serata inaugurale del festival della canzone italiana è andato in scena ‘il solito’ Roberto Benigni. Ha fatto ridere, riflettere, animato dibattiti. Ha scelto di indossare nuovamente i panni dell’oratore – come in passato per la Divina Commedia – intonando un inno alla carta fondamentale del nostro Paese.

LA BATTUTA SU MATTARELLA: “LA COSTITUZIONE È SUA SORELLA”

L’occasione è il 75esimo anniversario della Costituzione la contemporanea presenza di Sergio Mattarella al teatro Ariston, prima partecipazione nella storia per un Presidente della Repubblica italiano. “Tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella, il padre del nostro Presidente: lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, si può dire che la Costituzione sia sua sorella”. Risate, anche di Mattarella, che per lunghi tratti del monologo sceglie come suo diretto interlocutore. “Lei è al suo secondo mandato. Amadeus al quarto, si è prenotato il quinto. È costituzionale? No. Presidente, bisogna fermarlo, è un colpo di Stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri. Sta organizzando la marcia su Sanremo, si vuole prendere tutto. È una dittatura”. Ancora risate. Il tono cambia quando si passa all’attualità, ai conflitti, ai morti ammazzati sotto le bombe. Cita l’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra. Se lo avessero adottato tutti i Paesi non esisterebbe più la guerra sulla Terra”.

“IL MIO ARTICOLO PREFERITO È IL 21, LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE”

Rimarca l’identità antifascista della Costituzione, menzionando “il mio articolo preferito, il 21. Il pilastro di tutte le libertà. Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero. Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino, di una forza e bellezza che si rimane stupiti. Ma se l’hanno scritto ce n’era bisogno prima della Costituzione, nel ventennio fascista. Non si poteva cantare, non si poteva pensare liberamente”.

L’APPELLO: “METTIAMOLA IN ATTO OGNI GIORNO”

La chiusura è un invito agli italiani e alle italiane: “I padri e le madri costituenti hanno lasciato l’ultima pagina bianca perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà”.

Agenzia DiRE    www.dire.it

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