‘2030 > moving on’, è il tema della decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Sarà focalizzata sulla prevenzione dello spreco alimentare a vari livelli: da quello domestico, che incide per oltre il 50% sulla filiera dello spreco nazionale e internazionale alle perdite in campo, alla dispersione alimentare negli step che precedono l’acquisto, la gestione e il consumo del cibo nelle case. Sarà un’edizione per sensibilizzare società, istituzioni, aziende, scuole e cittadini sulle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale.
Sarà, soprattutto, l’occasione per capire come inserire gli Obiettivi dell’Agenda 2030, nel proprio quotidiano, attraverso azioni e comportamenti concreti. La Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare venne celebrata per la prima volta in Italia il 5 febbraio 2014: ideata ed istituita dalla Campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con l’Università di Bologna-Distal con il ministero dell’Ambiente, per iniziativa del coordinatore Pinpas Andrea Segrè. Nel 2004 furono convocati gli “Stati generali” della filiera agroalimentare italiana. Pinpas, promosso dal ministero dell’ambiente, è il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.
Dal 2014 in poi, in calendario stabilmente il 5 febbraio, è l’occasione per la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osservatorio Waste Watcher International. Le edizioni successive si sono svolte sempre con il patrocinio del ministero dell’Ambiente (e della Transizione Ecologica), dei ministeri della Salute e del Lavoro e dell’Anci, di Rai per la Sostenibilità e con la media partnership di Rai Radio2. La decima edizione, sempre per la direzione scientifica dell’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore del movimento Spreco Zero, rinnova questo networking.
Gli eventi ufficiali sono in calendario giovedì 2 febbraio nella sede di Rappresentanza Permanente della Commissione Europea a Roma: dalle 11.30 nello Spazio Europa, sede di Rappresentanza Permanente della Commissione Europea interverranno, fra gli altri, il Ministro dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini, il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino, il presidente Confagricoltura e coordinatore nazionale Agrinsieme Massimiliano Giansanti, il vicedirettore generale Fao, Maurizio Martina, l’Inviato speciale per la Sicurezza Alimentare del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale Stefano Gatti. Tutto in diretta sui canali social della campagna Spreco Zero.
Sarà l’occasione per la presentazione del nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International con i dati del “Caso Italia” 2023, un’indagine promossa dalla campagna Spreco Zero in sinergia con l’Università di Bologna e Ipsos, dedicata come sempre allo spreco alimentare e alle abitudini di fruizione e gestione del cibo. Spiega Segrè che úl’analisi dei dati è sempre essenziale in chiave di sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi. Per questo, ancora una volta tracciare un monitoraggio sugli stili di vita e di alimentazione permette di agire concretamente sui comportamenti di consumo e per la prevenzione degli sprechi”.
La Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare si focalizza con attenzione sul decennio “che ci guiderà al 2030. Oggi lo spreco alimentare in Italia vale oltre 9,2 miliardi solo per il cibo gettato nelle case: una stima che sale a 15 miliardi se includiamo il costo dell’energia utilizzata per la produzione del cibo. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà”, evidenzia Segrè. Per questo, a livello globale ma anche locale, “diventa essenziale mettere al centro dell’azione politica la food policy come strategia sociale, economica e di sviluppo sostenibile”.
Lo spreco alimentare degli italiani, nel corso del 2022, è passato su base settimanale da 595,3 del febbraio 2022 a 674,2 grammi pro capite nel mese di agosto, secondo i dati dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher/Spreco Zero. Il World Foodwaste Report – un progetto della campagna Spreco Zero su monitoraggio Ipsos- ha indagato i comportamenti dei cittadini di Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone. Sono Sudafrica e Giappone i Paesi più virtuosi, perché nelle loro case si spreca circa la metà rispetto all’Italia (324 e 362 grammi a settimana), mentre in Europa è la Francia il Paese più virtuoso con 634 grammi settimanali. Germania e Regno Unito svettano nel vecchio continente con 892 e 859 grammi.
Gli Stati Uniti sono in vetta alla hit dello spreco, con 1338 grammi di cibo gettato a settimana, per quanto in lieve discesa rispetto al 2021, quando avevano gettato 64 grammi in più. Il Brasile, per la prima volta monitorato da Waste Watcher, si è posizionato al quarto posto complessivo nella ‘hit’ degli sprechi domestici, con 794 grammi di cibo gettato ogni settimana, sempre pro capite. Se invece esaminiamo la frequenza dello spreco alimentare domestico, sono decisamente i giapponesi i più virtuosi: in casa oltre 7 cittadini su 10 sprecano meno di una volta a settimana (74%) e solo 1 giapponese su 5 spreca almeno una volta a settimana. A loro si avvicinano gli italiani e i francesi, con il 68% dei cittadini che dichiarano di sprecare meno di una volta a settimana. Seguono tedeschi (65%), spagnoli (63%), inglesi (59%), e via via sudafricani (58%), statunitensi (55%) e a fondo classifica i brasiliani: 1 su 2 conferma di gettare il cibo almeno una volta a settimana.
Ed è la frutta l’alimento più sprecato del pianeta, in Italia si gettano individualmente 30, tre grammi di frutta alla settimana, segue l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite, e il pane fresco con 22,8 grammi. Negli Stati Uniti 39,3 grammi a testa, in Germania 35,3 e il Regno Unito si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa.
Lo spreco alimentare include anche gli sprechi dell’energia per produrre il cibo, così come dell’acqua e delle altre risorse ‘nascoste’. In particolare: l’impronta idrica dello spreco alimentare domestico in Italia vale 1/10 del fabbisogno idrico dell’intero continente africano, ed è pari a 749,7 miliardi di L di acqua annui. Dal punto di vista energetico vale ben 6,4 miliardi di euro lo spreco di energia ‘nascosta’ nel cibo gettato nelle nostre case nel 2022.
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