AQUINO (Fr): Il Gip rigetta la richiesta di archiviazione del procedimento contro il dott. Ettore Urbano per l’incidente fatale a Francesco Terelle.
LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO CONTRO IL DOTT. ETTORE URBANO
Accolta l’opposizione dei legali dei congiunti dell’anziano, vittima di un tragico incidente
con il primario del pronto soccorso del Santa Scolastica: la Procura deve riaprire le indagini
La tragica morte di Francesco Terelle non va archiviata. Accogliendo in pieno l’opposizione presentata dai familiari del settantacinquenne di Aquino (Frosinone), assistiti da Studio3A e dall’avv. Vincenzo Cortellessa, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino (Fr), dott. Domenico Di Croce, con ordinanza del 5 gennaio 2023 ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura cassinate del procedimento penale per omicidio stradale in capo all’automobilista che con la sua vettura si è scontrato con quella della vittima, causandone il decesso, il dott. Ettore Urbano, 67 anni, di Piedimonte San Germano (Fr), primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Scolastica ma anche uomo politico, candidato sindaco nel suo comune di residenza alle elezioni del 2017. Il Gip ha quindi ordinato di riaprire l’inchiesta.
Una vicenda, quella di Terelle, doppiamente drammatica. L’anziano, operaio specializzato della Fiat in pensione (aveva lavorato una vita nello stabilimento FCA di Piedimonte), il pomeriggio del 30 maggio 2019 si stava recando al cimitero di Aquino per rendere visita all’unico figlio, Massimo, compianto sergente maggiore capo dell’Esercito, scomparso pochi giorni prima a soli 49 anni. Il settantacinquenne stava regolarmente procedendo con la sua Fiat Punto lungo via Canapine Superiore, strada comunale, peraltro a velocità moderata stimata in 36 km/h, ed era quasi giunto a destinazione, quando la sua auto è stata centrata dalla Mercedes Classe C 220 condotta da Urbano che, “tagliando” completamente l’area a parcheggio del cimitero, con violazioni sanzionate dal carabinieri di Aquino, intervenuti per i rilievi, si è immesso nella viabilità principale senza concedere la precedenza. Le condizioni del pensionato, in seguito al violento impatto, sono apparse subito molto serie, tant’è che i sanitari del Suem, accorsi in ambulanza, hanno richiesto l’intervento dell’elisoccorso che ha trasportato il ferito all’Umberto di Roma, dove gli hanno riscontrato politraumi con un grave quadro di tetraparesi. I medici hanno fatto di tutto per salvarlo, il paziente è stato ricoverato nei reparti di Neurochirurgia e Terapia Intensiva e sottoposto a più interventi chirurgici, ma non si è mai ripreso, fino al tragico epilogo, dopo quattro mesi e mezzo di agonia: è spirato il 15 ottobre 2019.
Il Pubblico Ministero della Procura di Cassino, dott.ssa Beatrice Siravo, aveva già aperto un procedimento penale per lesioni personali stradali gravissime iscrivendo nel registro degli indagati il dott. Urbano e convalidando il sequestro dei mezzi effettuato dai carabinieri. Con la morte di Terelle il capo di reato imputato al medico è diventato di omicidio stradale. I familiari della vittima, che ha lasciato la moglie Alessandra, il nipote e la nuora, attraverso il responsabile della sede di Roma, Angelo Novelli, si sono affidati a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Vincenzo Cortellessa del foro di Santa Maria Capua Vetere. Grande è stata la loro sorpresa e amarezza quando, due anni fa, nel gennaio 2021, si sono visti arrivare da parte del Sostituto Procuratore la richiesta di archiviazione del procedimento a carico dell’indagato, le cui responsabilità sulla causazione dell’incidente si profilavano chiare, esclusive e schiaccianti, tanto più che il sinistro era stato pure ripreso dalle telecamere comunali installate presso il cimitero. Una decisione “shock” assunta dal magistrato sulla base della consulenza tecnica cinematica affidata all’ing. Lucio Pinchera secondo il quale, in buona sostanza, tutta la colpa dello scontro sarebbe stata da attribuire alla vittima il quale non avrebbe concesso la precedenza al veicolo proveniente dalla sua destra, quello del medico, in un’intersezione senza segnaletica.
Conclusioni inaccettabili contro le quali l’avv. Cortellessa ha proposto subito una ferma opposizione, supportata dalla accurata consulenza tecnica redatta dall’ing. Fabrizio Ceramponi, esperto messo a disposizione da Studio3A che si è avvalso anche dei filmati dei dispositivi di video sorveglianza. Nella perizia si evidenzia innanzitutto come Urbano, che proveniva da via Torre San Gregorio, anziché proseguire fino all’intersezione “canonica” con via Canapine Superiore, regolata da idonea segnaletica, per poi svoltare a sinistra, per “anticiparla” abbia “tagliato” per il parcheggio del cimitero con una manovra vietata, oltrepassando la striscia longitudinale continua, violazione per la quale è stato sanzionato dai carabinieri: è chiaro che se avesse rispettato la circolazione veicolare della zona così come disciplinata l’incidente non sarebbe mai accaduto. In secondo luogo, poi, è irrilevante il fatto che Urbano provenisse da destra rispetto a Terelle: uscendo da un’area adibita a park il medico era comunque tenuto a dare la precedenza all’anziano che sopraggiungeva sulla via principale. Ma, soprattutto, il dottore non si è immesso dal piazzale del camposanto su via Canapine Superiore al centro dell’intersezione ma, anche qui, ha totalmente tagliato la traiettoria, l’urto è avvenuto a 15 metri di distanza, quindi non si può neanche parlare di scontro ad un incrocio ma di vera e propria invasione della corsia opposta dove procedeva regolarmente il povero e incolpevole Terelle, che nulla avrebbe potuto per evitare l’urto.
Tutte considerazioni ritenute meritevoli di approfondimento da parte del Gip che, all’esito dell’udienza, (finalmente) tenutasi il 27 settembre 2022, di discussione dell’opposizione, e a scioglimento della riserva assunta nell’occasione, ha considerato “suggeribile che il Pm conferisca un supplemento d’incarico al suo consulente o autonomo incarico a diverso consulente” rispetto a tali osservazioni critiche, per citare l’ordinanza, ha respinto la richiesta di archiviazione, restituito gli atti al magistrato e concesso sei mesi di tempo per l’adempimento di tale supplemento investigativo. Dal quale i congiunti della vittima si aspettano finalmente un po’ di verità e giustizia per il loro caro.