MIGRANTI. GIORNATA DIRITTI, FAI-CISL FESTEGGIA CON LAVORATORI AGROALIMENTARE.
Ionela, arrivata dalla Romania quindici anni fa, dopo le principali difficoltà, legate soprattutto alla lingua italiana, e dopo aver lavorato per diverse famiglie, ha trovato realizzazione in un’azienda ortofrutticola del viterbese: “Oggi sono orgogliosa del mio lavoro e di far conoscere agli stranieri i diritti e doveri che hanno sul posto di lavoro. Per me è stato fondamentale l’incontro con il sindacato per risolvere tante problematiche, dai permessi di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, ai corsi di lingua italiana: oggi le priorità per chi arriva in Italia sono sempre queste, e il sindacato rimane una rete di solidarietà fondamentale”. Tra le altre testimonianze, lavoratori provenienti da diversi paesi, tra cui Alfred, che lavora per una marineria pugliese ed ha alle spalle 30 anni da pescatore in Albania, ma la richiesta di regolarizzazione è ferma a causa della burocrazia italiana, inoltre la mancanza di un accordo previdenziale tra i due paesi, giunto all’ultimo miglio ma non ancora decretato, non concede la possibilità di vedere riconosciuti i propri contributi. Una condizione che riguarda tanti altri immigrati, non solo albanesi. C’è poi Mohamed, giunto dal Marocco dieci anni fa: anche lui, oggi occupato in un caseificio campano, ha vissuto sulla sua pelle il dramma delle barriere linguistiche che limitano la socializzazione e le opportunità di occupazione. Mentre Rajeev, indiano di 36 anni, ha raccontato il proprio inserimento progressivo in una realtà produttiva dell’agro pontino: “Oggi sto bene, lavoro con continuità e non vivo le discriminazioni che purtroppo sono capitate a diversi miei connazionali”, ha detto il bracciante.
Tra i momenti più commoventi della giornata, un omaggio del sindacato alle donne iraniane in lotta contro la dittatura. “Ci sono alcune priorità- ha commentato Rota chiudendo l’iniziativa- sulle quali chiediamo un impegno serio da parte del governo e del parlamento: oltre agli accordi per riconoscere i contributi previdenziali, bisogna programmare i flussi corrispondenti al reale fabbisogno del mercato del lavoro, inserendo meccanismi d’ingresso regolare che facilitino l’incontro tra domanda e offerta, poi serve l’introduzione di meccanismi di regolarizzazione dei lavoratori del settore agroalimentare con maglie più larghe di quelle usate per l’ultima sanatoria, ma anche il miglioramento della qualità dei servizi per l’integrazione e il riconoscimento di una cittadinanza piena ai bambini figli degli immigrati attraverso forme d’integrazione scolastica”. Dopo la tavola rotonda con le testimonianze, la Fai-Cisl ha chiuso la giornata con una cena multietnica e spettacoli di musica e danza tradizionale da Marocco, India, Romania e Albania.
Agenzia DiRE www.dire.it