Roma. Intervento di Pecorilli, PCI Lazio, su scandalo Gruppo INI.
“Secondo notizie di stampa, dirigenti e proprietà del Gruppo INI, minacciano di non pagare gli stipendi di dicembre e la tredicesima ai dipendenti. Inoltre paventerebbero la cessazione delle attività o parte di esse” Denuncia Sonia Pecorilli, PCI. Che accade? Si chiama provvedimento cautelare. E’ lo strumento ottenuto dal PM (Pubblico Ministero) che si è rivolto al GIP (Giudice Indagini Preliminari) per contestare in via giudiziaria quelle che sono le accuse e chiamare le persone a difendersi. Con tale provvedimento beni per circa 10.000.000 di euro sono stati cautelativamente bloccati dalla Magistratura. Parliamo degli effetti della indagine condotta da NAS e Guardia di Finanza su indicazione del Tribunale di Velletri, circa i falsi rimborsi per prestazioni mediche all’INI di Grottaferrata. Rimborsi che avvengono, data la convenzione INI con la Sanità regionale, a richiesta, mostrando relative documentazioni. Ciò che viene contestato nell’ipotesi è che tale documentazione sia falsa. “Ma non è un caso da denunciare come si fosse in presenza di qualche mariuolo! – commenta Sonia Pecorilli, responsabile del PCI Lazio ed ora anche candidata alle elezioni regionali come Presidente per i comunisti – Purtroppo la cosa che c’è dietro è molto più grave e comincia da più lontano. Al netto degli esiti giudiziari che saranno, questo è il risultato, direi normale e prevedibile, della conseguenza di aver attuato in Italia e nella Regione Lazio, una politica sanitaria volta allo smantellamento della Sanità Pubblica Gratuita e per tutti. E’ il risultato – continua la candidata comunista – dei poteri forti (che tradotto sono i soggetti economici della sanità privata e delle case farmaceutiche) che hanno imposto politiche di assalto alla vera Riforma sanitaria introdotta nel 1978 nel nostro Paese grazie alle lotte dei lavoratori e alla linea impressa da comunisti, socialisti e tanta parte di progressisti di altre forze,. Assalto che negli anni si è trasformato in una vera e propria linea politica di Controriforma, adottata ed indicata prima dal centrodestra e poi anche dal centrosinistra, nel fasullo obbiettivo di perseguire numeri di bilancio economico, invece che vite e cure e sollievi da offrire alla popolazione bisognosa di cure. Questo è il vero scandalo – continua Sonia Pecorilli – che mentre nei nomi coinvolti mostra plasticamente come le esperienze e buone pratiche che tutti noi conosciamo nella sanità pubblica (anche ora ridotta a brandelli) incarnate in medici e manager, gli stessi – ovviamente per il fine del perseguiemnto del sacro denaro – se immessi nel privato hanno questi risvolti che possono anche diventare truffaldini verso il pubblico. Non solo, invito a riflettere, e denuncio la necessità del rivolgimento totale che occorre anche nella sanità del Lazio – conclude la candidata comunista – perchè come ha dimostrato la Pandemia, se il pubblico non è in buona salute, l’alternativa non è rivolgersi al privato che non ha nelle sue corde la gratuità del servizio sanitario, ma sono le vite che abbiamo perduto! Quindi occorre che quel famoso 70% di bilancio regionale che viene assorbito dalle politiche sanitarie, sia speso massimamente per la sanità Pubblica, Gratuita e per tutti, non per le la sanità privata come avviene oggi con più del 50% a questa destinato. La nostra linea ferma, del PCI nazionale e di quello regionale, su questo è chiaro: sia contro il padronato sia contro le politiche del centrodestra e del centrosinistra! I responsabili politici regionali diano immediata risposta ai lavoratori e ai cittadini bisognosi di cure.”.