Bettini (Pd): “Governo Meloni pericoloso, colpisce la povera gente e favorisce gli evasori”.

Il dirigente del Partito democratico (Pd) Goffredo Bettini con l’agenzia Dire ha parlato anche del voto per l’invio delle armi in Ucraina.

di Ugo Cataluddi e Brando Ricci

ROMA – “Meloni un pericolo? Ma non per un eventuale ritorno al fascismo. La pericolosità sta nella sua natura di classe che è insopprimibile” La leader Fdi, “può anche prendere i voti degli operai, ciò non toglie che il nucleo fondamentale della destra è di classe e si vede anche dalla manovra”. Così il dirigente del Partito democratico (Pd) Goffredo Bettini in una videointervista con il direttore dell’Agenzia Dire, Nico Perrone. Nella manovra, prosegue Bettini, “non è stato fatto nulla per la povera gente: via il reddito di cittadinanza, no al salario minimo, strizzate d’occhio all’evasione con l’aumento del tetto al contante o la questione relativa al pos. Per non parlare del fisco, nessuna riduzione delle tasse per i lavoratori. Questa offensiva sociale va esattamente nella direzione opposta di quello che farebbe la sinistra”.

BETTINI (PD): “SULL’UCRAINA LA SINISTRA DOVEVA RESTARE UNITA, UN PECCATO”

Non valeva la pena rompere un fronte unitario sulla questione del passaggio in Parlamento di tutte le decisioni relative all’invio di armi all’Ucraina, come richiedeva il Movimento 5 stelle. La questione non è certo di poco conto, anche dal punto di vista concettuale, ma non modifica l’impostazione di base del nostro sostegno alla resistenza ucraina e quindi non meritava di portare a una divisione così aspra”, dichiara Bettini commentando il dibattito sulla guerra in Ucraina che c’è stato ieri alla Camera, dove la questione dell’invio di armi a Kiev ha avuto un ruolo centrale. La discussione si è conclusa con l’approvazione della mozione unitaria del centrodestra, del Pd e di parte di quella di Azione-italia Viva e la bocciatura dei documenti presentati dai cinque stelle e da Alleanza Verdi e Sinistra (Adv).

“Non ci si è divisi sulla necessità di sostenere la resistenza ucraina in modo concreto, anche con armi per l’autodifesa, o sul giudizio sul presidente russo Vladimir Putin, che ha compiuto un atto criminale, ci si è divisi sulla questione dei passaggi in Parlamento”, ragiona Bettini. “Il Movimento 5 stelle vuole che ogni decisione relativa al sostengo concreto e all’invio di armi a Kiev venga sottoposta all’esame dei parlamentari, mentre per il resto della sinistra è sufficiente un atto di indirizzo iniziale e si può poi procedere in modo più diretto. Certo la questione non è di poco conto, anche sul piano teorico e concettuale, e non sarebbe male che il Parlamento decidesse di più, di volta in volta”, ammette Bettini, che però ribadisce: “Il nodo non giustifica una divisione così aspra e una rottura di un fronte più ampio”.

La mozione del Pd è stata votata per parti separate ed è stata approvata con 140 favorevoli, 180 astenuti e nessun contrario. “Il nostro documento mette al primo posto la trattativa, la via diplomatica e l’esigenza di arrivare a un compromesso”, afferma Bettini. Il politico, romano, già eurodeputato ed esponente della sinistra del Pd, poi spiega: “Il termine compromesso non implica il riconoscimento delle ragioni di Putin, che è un criminale, quanto l’individuazione del processo storico che ha portato alla rivalsa nazionalistica che ha poi spinto la Russia a scegliere Putin”. Secondo il dirigente del Pd, “questa dinamica deriva dal fatto che la Russia è stata abbandonata dopo il 1989. Una tema questo, che dovrà essere considerato quando si lavorerà per arrivare a un compromesso”.

Agenia DiRE  www.dire.it

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