Nursing Up De Palma, Manovra Sanità. Si pensi finalmente ad integrare gli stipendi del personale sanitario: degli infermieri, delle ostetriche e per tutti gli altri professionisti».
Per il comparto sanitario si confermerebbero incrementi pari a 7,6 miliardi nei prossimi tre anni: 2,150 miliardi per il 2023; 2,300 per il 2024 e 2,500 a decorrere dal 2025.
In queste ore, intanto, non sono pochi gli scontenti, in particolare si registra il malumore delle Regioni, che non hanno mai mancato di chiedere un ulteriore stanziamento di fondi per la sanità italiana già per il 2023 rispetto alle cifre previste, ritenute insufficienti.
E’ indispensabile, da parte nostra, porre la questione sui giusti binari, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: è necessario ribadire serenamente e fermamente come stanno le cose dal nostro punto di vista, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica.
E’ fondamentale che questo Governo, che fin qui sembra essere partito con il piede giusto, comprenda che non è immaginabile che gli infermieri e le altre professioni sanitarie rimangano con l’ennesimo pugno di mosche nelle mani.
Sarebbe questo il frangente buono per destinare nuove risorse al personale non medico e agli altri professionisti del comparto, cioè coloro che, sino ad oggi, hanno ricevuto solo briciole dai contratti di lavoro, con una forbice tra i loro stipendi e quelli della dirigenza del SSN sempre più ampia.
Si integrino gli attuali stipendi degli infermieri e per gli altri professionisti della sanità di almeno 300 euro, per arrivare finalmente, assieme agli aumenti del contratto appena sottoscritto, a quei 500 euro di aumento medio, che rappresentano un obiettivo legittimo che il nostro sindacato persegue da tempo, e in merito al quale non solo non abbiamo mai mollato, ma soprattutto per il quale siamo già scesi nelle piazze italiane e siamo pronti a rifarlo se fosse necessario.
E se di priorità si parla, allora si intervenga, una volta per tutte, sulle pericolose sperequazioni esistenti tra i contratti della dirigenza e quelli degli infermieri e delle altre professioni sanitarie del comparto, e si dia a loro, che sono quelli che meno di altri hanno avuto modo di recuperare il profondo gap che esiste rispetto agli stipendi degli altri colleghi europei, la possibilità di di poter contare finalmente su una busta paga dignitosa e in linea con il mutato costo della vita del nostro Paese.
Lo abbiamo ribadito più volte: sia chiaro che quanto siamo riusciti ad ottenere con il nuovo contratto non è affatto sufficiente in quel percorso di valorizzazione degli infermieri, le ostetriche e le altre professioni sanitarie ancora lungo e tortuoso da percorrere.
Il nuovo Governo ha nelle mani una grande occasione e non la sprechi.
Si inserisca, finalmente, la branca specialistica infermieristica ed ostetrica nei Lea, Livelli Essenziali di Assistenza, offrendo di fatto ai cittadini ciò di cui hanno bisogno da tempo, ovvero un servizio di assistenza qualificato, sotto l’egida del servizio sanitario nazionale, continua ancora De Palma.
L’inserimento all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale è indispensabile per dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche che già oggi esistono di fatto, ma che non sono ufficialmente riconosciute agli infermieri (es. Wound Care, management accessi vascolari, stomaterapia, interventi di educazione sanitaria e aderenza terapeutica ecc.).
Al nuovo Governo e alle Regioni, del resto, non abbiamo mai nascosto che questi sono contenuti e punti fermi delle nostre battaglie.
Va ricordato, inoltre, che la carenza di infermieri ha raggiunto, ormai, un punto di non ritorno, e quindi occorre, senza alcun dubbio, anche un coraggioso e concreto piano di assunzioni, indispensabile per rimettere in carreggiata il nostro claudicante sistema sanitario.
La carenza strutturale di 80mila unità rappresenta una emorragia non affatto arginata, che rischia di causare danni irreversibili. Il nostro SSN, da tempo malato, non può permettersi, tra fughe volontarie di infermieri all’estero e addirittura dimissioni a raffica dalla sanità pubblica, di fare a meno della competenza e delle qualità umane di professionisti sulle cui forti spalle va ricostruito il presente e il futuro.
E questi infermieri, i nostri infermieri, e gli altri professionisti sanitari, il perno della sanità italiana del presente e del futuro, non possono essere esclusi da un adeguamento economico indispensabile, finalmente idoneo rispetto alla loro elevata competenza e professionalità. Non accetteremo in nessun caso il ruolo di Cenerentola», chiosa De Palma.