Sondaggio Dire-Tecnè, cresce la fiducia in Meloni. Preoccupano caro vita e bollette.
Questa settimana sono 54,7% coloro che hanno fiducia nel primo governo italiano guidato da una donna.
ROMA – Cresce la fiducia degli italiani nei confronti di Giorgia Meloni. Questa settimana sono 54,7% coloro che hanno fiducia nel primo governo italiano guidato da una donna (+0,9% rispetto a sette giorni fa). Scende la percentuale degli italiani che non si fidano: 34,8% (-0,2% rispetto alla scorsa settimana). Non si esprime il 10,5%. È quanto emerge dal sondaggio Dire-Tecnè realizzato il 4 novembre su un campione di mille persone.
DIRE-TECNÈ: 51% ITALIANI HA FIDUCIA NEL GOVERNO
In aumento la fiducia degli italiani nei confronti del governo. Questa settimana l’esecutivo ha il placet del 51% degli italiani (+0,4% rispetto a sette giorni fa). In aumento però anche coloro che non hanno fiducia: 37% rispetto al 36,8% della scorsa settimana. A diminuire è la percentuale di chi non si esprime: 12% (-0,6%).
DIRE-TECNÈ: 29% CONSENSI PER FDI, M5S VICINO AL PD
Non si arresta l’ascesa di Fratelli d’Italia. Questa settimana il partito guidato da Giorgia Meloni è l’unico ad aver registrato un sensibile incremento rispetto a sette giorni fa. Seguono il Pd, poi il M5S sempre più vicino ai dem. La Lega difende la quarta piazza dall’attacco di Terzo Polo e Forza Italia.
Nel borsino tra i partiti guida FdI col 29% (+0,9% rispetto alla scorsa settimana), quindi Pd 17,1% (-0,1%) e M5S 16,9% (-0,2%). La Lega scende all’8,3% (-0,2%), il Terzo Polo al 7,8% (-0,1%) e Forza Italia al 7% (-0,4%). Quindi Verdi-Sinistra al 3,6% (-0,1%), +Europa al 2,7% (+0,1%), Italexit per l’Italia con Paragone al 2% (+0,1%). Dichiarano il voto il 62% degli intervistati, incerti il 38%.
DIRE-TECNÈ: CARO BOLLETTE E CRISI PRIMI PROBLEMI PER ITALIANI
Sono costo della vita e caro bollette le principali emergenze avvertite in questo momento dagli italiani. Quindi crisi economica e costo dell’energia per le imprese. Costo della vita e caro bollette preoccupano il 71% dei nostri connazionali, crisi economica e costo dell’energia per le imprese, il 55%. Seguono stipendi, pensioni troppo basse e tasse eccessive (49%), poi disoccupazione e precarietà del lavoro (39%), sanità e servizi sociali (23%), guerra in Ucraina (12%), sicurezza e immigrazione clandestina (11%), cambiamento climatico (8%), trasporti e mobilità (7%), burocrazia (6%), formazione (3%).