Saviano: “Non c’è che dire, siamo in una botte di ferro”. Per Fiorella Mannoia: “Questo decreto sui Rave puzza. Spero di sbagliare”.
Il decreto sui rave party fa discutere. Le opposizioni tuonano, gli studenti insorgono e anche dal mondo della musica c’è chi storce il naso: “Questo decreto anti-rave puzza”, scrive sui social Fiorella Mannoia a cui risponde in una diretta Facebook Matto Salvini. A placare le polemiche ci prova quindi il Viminale, che in una nota fa sapere: “la norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”.
LETTA: LA PRECISAZIONE DEL VIMINALE CONFERMA CHE HANNO FATTO UN PASTICCIO
“Le precisazioni del Viminale sulla questione rave party non cambiano la questione giuridica che abbiamo posto. Anzi, la precipitosa e inusuale precisazione conferma che hanno fatto un pasticcio“, scrive su twitter EnricoLetta, segretario Pd, commentando la nota del Viminale.
CONTE: NO AI RAVE PARTY MA SÌ A PREDAPPIO, DOPPIA MORALE?
“In conferenza stampa il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’interno hanno giustificato il raduno di Predappio dicendo che è questione diversa. Dovrebbero saperlo che quel raduno configura il reato di apologia del fascismo, punito con la reclusione ai sensi dall’art. 4 della legge n. 645/1952, quale modificato nel 1993. I prefetti e le forze di polizia hanno l’obbligo di intervenire per impedire condotte che configurano reati. Doppia morale?”, scrive su facebook GiuseppeConte, leader M5s.
Con il decreto sui rave party “viene punito, sino a 6 anni, chi promuove, ma anche chi partecipa a un raduno che comporti invasione di edifici o terreni e coinvolga un numero superiore a 50 persone e dal quale può derivare un pericolo per l’incolumità pubblica o la salute pubblica– spiega il leader M5s-L’intera struttura del reato appare basata su un pericolo (‘può derivare un pericolo’) del tutto remoto con il risultato che la medesima offensività della condotta, già in ipotesi, risulta fortemente attenuata. Peraltro non ha precedenti nel nostro ordinamento un reato plurisoggettivo necessario che colpisca più di 50 persone riunite. Senza dire dell’arbitrarietà di questo numero (50 persone riunite non commettono reato, 51 persone sì). La punizione è del tutto abnorme. Il Governo dimostra la sua totale intolleranza per i nostri giovani che si riuniscono in campagna o in un edificio sino al punto di punirli con una pena superiore a quella prevista per i reati pur gravi di pubblici funzionari che alterano le gare pubbliche (art. 353 e 353 bis c.p.) o per il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) che viene commesso, ad esempio, da chi fornisce cemento armato depotenziato, all’origine del crollo di ponti e scuole”. In conclusione, prosegue Conte, “questa norma non ha nulla a che vedere con il diritto
penale. Questa norma è un docile strumento che, per la sua genericità, consentirà un esercizio discrezionale alle autorità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico. Si applicherà anche ai raduni negli edifici, quindi nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università.Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo. Abbiamo invece una esibizione muscolare di un governo impregnato di una ideologia iniquamente e soverchiamente repressiva. Questa è una norma da ‘stato di polizia’. La Meloni ha dichiarato di non avere simpatie per il regime fasciste. Ma la sua cultura non è distante. Ci batteremo per contrastare questa deriva con tutte le nostre forze”.
LA RETE DEGLI STUDENTI: SI LIMITA LIBERTÀ DI MANIFESTARE
“In questo modo si limita libertà di manifestare. Inaccettabile dare il via a repressione in scuole, atenei e piazze. Governo ritiri l’articolo del Decreto”. Si legge in una nota Rete Studenti e l’Unione degli Universitari, che definiscono il decreto legge anti rave “liberticida”. “Il Decreto Legge discusso nel Consiglio dei Ministri rischia di essere soggetto a interpretazioni che limitano fortemente la libertà di manifestazione”, scrivono gli studenti. “In particolare, sia per la vaghezza del testo che per il suo contenuto, il rischio per gli studenti e le studentesse è l’applicazione di misure fortemente repressive che non colpiscono solo i rave ma anche le manifestazioni, le occupazioni scolastiche e universitarie e potenzialmente qualsiasi forma di manifestazione. Un testo scritto male e in fretta- commentano da Rete Studenti e Udu- Il Governo non faccia l’errore di approvare un testo pericoloso solo per dare un segnale politico su sicurezza e restrizioni. C’è ancora tempo prima della conversione in legge definitiva per modificare il comma che contestiamo. Governo e Parlamento agiscano e evitino la limitazione delle libertà di manifestare e dissentire”.
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