Liguria da brividi
libro/esperienza polisensoriale di Dario Rigliaco “Il Leggendario”
Halloween si avvicina e anche il “brivido” che accompagna questo evento. Nel mondo dell’editoria, la novità arriva da Erga edizioni, che dà seguito a un percorso dai grandi obiettivi con l’autore poliedrico Dario Rigliaco, conosciuto al pubblico del piccolo schermo (mediaset e Rai) con lo pseudonimo de “Il Leggendario”.
Il volume “Liguria da brividi” ci accompagna nei luoghi più e meno famosi della Liguria nel corso dei secoli e ci parla forse per la prima volta della storia della Seconda Guerra mondialevista nell’ottica del “brivido”. “Liguria da brividi“ è permeato di audio-letture e video che creano quell’insieme di polisensorialità che Erga sta inserendo da tempo nel suo catalogo. L’aggiunta di possibilità “al di là della carta” sta ottenendo un grande riscontro nel pubblico, come dimostra la trasformazione di un long seller come “Genova Brucia” in volume polisensoriale.
Anche il “brivido” è diventato un filone importante per Erga. Dario Rigliaco, che per Erga ha scritto la prefazione, accompagnata da un video, de “Il Fantasma di Castel Roccatagliata e altri racconti” di Matteo Pastorino, torna quindi in scena e riparte proprio dalla sua tanto amata Liguria, creando un mix tra i suoi successi di punta: le leggende e la storia.
È la pubblicazione numero “24” per Rigliaco, che in precedenza ha collezionato un “premio letterario internazionale” con “Miti&Misteri della Liguria (ed. programma)” e “15” premi ai festival del cinema nel mondo con la sceneggiatura inedita “Refuge” (New York, Londra, Hollywood, Roma…) ambientata proprio durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Liguria da brividi“ è il titolo che “Il Leggendario” si appresta a presentare il 28 Ottobre alle ore 18 presso “La Feltrinelli Genova”. Non è un libro qualunque, in quanto ad accompagnare la lettura sono presenti i contenuti multimediali targati “Vesepia”, accessibili da un qualunque smartphone tramite l’App gratuita. Una pubblicazione polisensoriale a tutti gli effetti, con gli audio dell’autore nelle vesti dell’inviato “Il Leggendario” sui luoghi che hanno segnato il “brivido” in Liguria da Est a Ovest: dai lamenti di una voragine nei boschi di Bardineto al mago che lanciò una maledizione su Rondanina, attraversando i campi di vipere o la terra dei serpenti di Savignone. Oppure
passando via mare, alla ricerca del “Rinoceronte Marino” o degli spiriti di Portofino che si dirigono in processione verso
una cappella votiva; o ancora la colonia degli orrori di Rovegno o i bunker di corso Perrone e del monte Moro a Genova, tutti firmati dalla regia di Gianluca Messina, (“Mondi Paralleli prigionieri del tempo”, in uscita al cinema nel 2023).
Non solo! Tutte le leggende raccontate nell’opera sono completate dalle audio-letture dell’autore stesso in collaborazione con l’attore Maurizio Bonanno (il commissario di “sopravvissuti”, fiction Rai) e dalle tavole esclusive del fumettista Giovanni Battista Sezzi (Martin Mystere, Havok e la gemma magica), che ci regala anche la “mappa del brivido”, anch’essa con video, allegata al libro.
“Liguria da brividi“ è il nuovo tassello del percorso polisensoriale che “Il Leggendario” sta percorrendo con Erga edizioni, dove le riscoperte dei borghi o delle eccellenze del territorio, o le interviste ai grandi dell’editoria come Marino Cassini o le collaborazioni a novità come “Fantagenova”, rendono Dario Rigliaco un testimonial di tanti progetti della casa editrice, con cui sono già in lavorazione altre novità, in uscita imminente, che saranno presentate a Genova al Mistica Festival di dicembre.
INDICE
Jack O’Lantern e gli inferi del Buranco di Bardineto
Genova, il guardiano della soglia di Porta Soprana
Moneglia e la bestia nera
Il mago di Rondanina e le maledizioni
Genova, il Diavolo e il Vento
Il Reopasso, la “sedia del diavolo” e le storie da brividi
Savignone, fantasmi e serpenti
Le streghe di Albisola
Streghe in Liguria, da Triora a Savona
Mar Ligure, mostri marini e incontri negli abissi
Gli spiriti del mare di Albisola e Portofino
La “Casa del violino” a Scogna Sottana
Le biscette di Solva, Alassio
L’incantatrice dell’isolotto di Bergeggi
La “scuola nera” sul roccione di “Cian della Munega” Varazze
l’Hotel Angst di Bordighera e il fantasma della signora Ghella
Genova, 1895: la strega Clelia
Il cammino della peste nera che arrivò in Liguria
Varazze, gli orrori della guerra: Rommel e i denti di drago
Genova, la casa dello studente e gli orrori del boia Engel
La colonia degli orrori di Rovegno
Il Bunker di corso Perrone a Genova Campi
I Bunker del Monte Moro sopra Quinto al Mare
“Il cammino della peste nera che arrivò in Liguria”: leggilo qui sotto oppure ascoltalo inquadrando il VesepiaCode
Nel Medioevo la peste nera arrivò in Italia dalla Cina, attraverso la Siria, la Turchia, la Grecia, l’Egitto e la penisola balcanica. Giunse nel nostro Paese nel 1347, a Messina, per poi arrivare a Genova e oltre. Dalla Sicilia fino al nord, solo Milano subì meno conseguenze della pandemia.
Non passò molto, circa un anno, per scavallare i confini e raggiungere Francia, Spagna, Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Nel 1353, dopo aver infettato tutta l’Europa, i focolai della malattia si ridussero fino a scomparire ma il suo cammino uccise almeno un terzo della popolazione del continente, provocando verosimilmente quasi 20 milioni di vittime.
Alla fonte di tutto non c’era un virus ma un batterio, in grado di riprodursi autonomamente per caratteristiche. Il “Yersinia Pestis” si trasmetteva generalmente dai ratti agli uomini per mezzo delle pulci e nel 1347 non esisteva alcuna cura. La letalità era praticamente totale. Le carovane che percorrevano i tratti della via della seta furono un altro mezzo di contagio non indifferente, in grado di trasportare la malattia in quasi ogni luogo.
Ma come iniziò tutto? Innanzitutto bisogna ammettere che i “brividi” sono garantiti quasi leggendo solo la prima parte del racconto, ma è doveroso entrare nella storia e nella leggenda che trae origini dalla penisola di Crimea, dove Caffa ed altre cittadine vicine, in mano alla Repubblica di Genova furono il punto di contatto tra il mondo mongolo-tartaro e quello dell’Europa occidentale. Per oltre due secoli le colonie genovesi del Mar Nero prosperarono ed arricchirono Genova da quei luoghi di guerra, ma nel corso del tempo, la colonia genovese di Caffa, ebbe qualche problema. Nella primavera del 1347 gli assedianti si convinsero di non avere più le risorse a sufficienza per conquistare la città e ricorsero ad una soluzione macabra ed estrema: legarono i cadaveri su catapulte e li lanciarono all’interno delle mura della città, con l’obiettivo di uccidere tutti attraverso la peste.
I cadaveri lanciati si spargevano ovunque e i cristiani non avevano modo né di liberarsene né potevano fuggire, visti gli assedianti alle porte. Una flotta genovese riuscì a lasciare Caffa, ricominciando a portare i carichi di seta e spezie verso occidente e facendo scalo prima di tutto a Costantinopoli, ma l’epidemia aveva ormai raggiunto anche i soldati e le loro navi. Pare che un’unica flotta, nella quale si trovavano topi e marinai già contagiati, sia stata responsabile dell’introduzione della peste nel Mediterraneo e in Occidente.
Nel settembre del 1347 la peste comparve nella capitale bizantina, da dove si diffuse in Turchia e in Grecia. Poco dopo venne segnalata ad Alessandria e da qui si diffuse in Egitto, a Cipro e, nella primavera del 1348, in Siria.
Uno dei primi giorni di ottobre del 1347, riferisce la cronaca del francescano Michele da Piazza, una flotta genovese composta di dodici navi raggiunse il porto di Messina. Erano sicuramente le stesse che avevano già portato la peste a Costantinopoli e che stavano proseguendo nel loro itinerario. Nelle due o tre settimane del viaggio verso la Sicilia l’epidemia era esplosa in tutta la sua virulenza. Bastarono pochi contatti fra gli equipaggi già decimati e i messinesi perché la Sicilia e la Calabria si aprissero al dilagare dell’epidemia. Dopo qualche giorno le navi furono scacciate da Messina e quel che restava della flotta proseguì verso Genova, ma si vide rifiutare l’ingresso nel porto. Dirottò allora su Marsiglia, che fu raggiunta il 1° novembre e immediatamente infettata, divenendo una nuova porta d’ingresso europea per l’epidemia. Anche se non pienamente documentata, questa dovette essere la conclusione del fatale viaggio della flotta di Caffa: pochi giorni dopo nelle acque di Marsiglia, si narra: «le navi fantasma, cui
nessuno osava avvicinarsi benché fossero piene di sete e derrate preziose, venivano sballottate dal vento con i loro equipaggi di cadaveri». (J. Rouffié, J.C. Sournia, Les épidémies dans l’histoire de l’homme, Flammarion, Paris 1984, p. 94).
Secondo alcune fonti dell’epoca, gli abitanti di Caffa avrebbero immediatamente gettato in mare i corpi malati lanciati all’interno delle mura dagli assedianti, ma la peste riuscì comunque a entrare in città in questo modo oppure, secondo altre fonti, per via dei ratti che passavano dalle schiere dei mongoli agli abitanti della città.
La Peste Nera che colpì l’Europa fra il 1347 e il 1351 fu la più grande pandemia che la storia ricordi. E con questo ci accingiamo a fare il passaggio dalla leggenda alla cronaca, passando per altri luoghi e per altre epoche. Garantendone i “brividi”.
Prova che cos’è la polisensorialità di Erga edizioni:
Dario Rigliaco “Il Leggendario” – LIGURIA DA BRIVIDI
Erga edizioni, Genova – 9,90 Euro – 140 pagine – ISBN: 978-88-3298-378-4
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