Il ministro della Transizione sottolinea l’importanza per le nuove forniture africane. E aggiunge: “Putin minaccia di tagliarci i flussi? “È un ricatto, gioca a poker”.
Cingolani spinge per i rigassificatori: “Entro il 2024 saremo indipendenti dal gas russo”
Il ministro della Transizione sottolinea l’importanza per le nuove forniture africane. E aggiunge: “Putin minaccia di tagliarci i flussi? “È un ricatto, gioca a poker”
ROMA – “La cosa importante è il rigassificatore. E’ importante perchè noi per essere in sicurezza dobbiamo avere i rigassificatori installati all’inizio dell’anno prossimo per usufruire delle nuove forniture africane, se no potremo avere dei problemi”. Lo dice il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al Tg1.
ITALIA INDIPENDENTE DALLA RUSSIA ENTRO IL 2024
L’Italia, promette, “azzererà la dipendenza dal gas russo entro 2024”. E spiega: “Rispetto agli altri Paesi europei siamo messi abbastanza bene”. Intanto i nostri stoccaggi ora sono all’83% e vanno verso il 90%, che era il target che avevamo sancito tra i grandi Paesi Ue, ma quello che è importante è che l’Italia ha fatto un’opera di diversificazione delle fonti di gas in questi mesi e noi già oggi abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo: sei mesi fa il 40 per cento del gas italiano era russo, oggi è un po’ meno della metà. Continuando a diversificare, soprattutto grazie alle forniture africane, l’anno prossimo dimezzeremo ulteriormente e azzereremo la dipendenza nel 2024“.
Cingolani aggiunge: “Gli altri Paesi non hanno trovato sorgenti nuove ancora, quindi in caso di interruzione del gas russo, noi dovremo compensare percentuali di gas sempre minori rispetto al nostro totale. Per altri Paesi europei potrebbe essere un po’ piu’ complicato perchè le loro percentuali di gas russo attualmente sono ancora piuttosto elevate”.
RICATTO PUTIN È PARTITA DI POKER, NON PUÒ TOGLIERLO SUBITO
Quanto alla minaccia di Putin di azzerare i flussi di gas all’Europa, il titolare della transizione ecologica osserva: “Il ricatto russo è chiaro a tutti, tra l’altro questo aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci han dato meno gas a prezzo più alto, quindi ci davano meno materia e continuavano a introitare un sacco di soldi con cui finanziavano e finanziano la guerra. “Ora i Paesi europei operano per differenziare le fonti e diventare indipendenti dalla Russia quanto prima. Ci vorrà del tempo ma anche la Russia non è vero che può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri grandi gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. Quindi, è un po’ una partita di poker, parliamoci chiaro. Purtroppo, è fuori di dubbio, siamo in una economia di guerra non di mercato e questo sta influenzando il panorama energetico di tutte le nostre società europee”.
PIANO DI RISPARMIO ITALIANO ‘SOSTENIBILE’ E ‘LEGGERO’
Il piano italiano di risparmio del gas, con ad esempio la riduzione di un’ora del riscaldamento giornaliero, sottolinea, “è un piano abbastanza sostenibile, direi abbastanza leggero dal punto di vista civile, della vita dei cittadini, e a questo si somma il piano industriale che stiamo definendo con Confindustria in modo che per il 15 ottobre il piano integrato di risparmio gas, civile e industriale, possa essere presentato, come da agenda, alla Commissione europea“.
IL ‘TETTO’ AL PREZZO, “L’UE CI ASCOLTA”
Infine Cingolani osserva che sul tetto del prezzo al gas “le negoziazioni di questi ultimi mesi sono stati importanti per convincere i colleghi europei”. “Il prezzo del gas- spiega- è stabilito alla borsa olandese TTf che al momento è fuori controllo, è un prezzo che è aumentato di dieci volte sulla base di proiezioni della domanda, della crisi russa e anche di speculazione. Pero’ questo prezzo non riflette più la realtà e anche l’effettiva esistenza di gas del pianeta, e mette in ginocchio imprese e cittadini”. Questo prezzo, conclude, “determina il costo dell’energia elettrica che, per un vecchio meccanismo, è agganciato al prezzo del gas, due volte e mezzo il prezzo del gas. Quindi, è la tempesta perfetta. L’unica soluzione è un prezzo unico, equo, remunerativo per gli operatori ma che sia sostenibile. E adesso si comincia finalmente a convergere a livello europeo sulla nostra proposta“.
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