COVID. BASSETTI: ASPIRINA RIDUCE MORTALITÀ, LO CONFERMA STUDIO INGLESE.

FARMACO INDICATO PER FASE INFIAMMATORIA DI PAZIENTI NON GRAVI (DIRE) Roma, 13 ago. – “Da questo bel lavoro inglese, una metanalisi di 17 studi analizzati su circa 50mila pazienti con il Covid, emerge che l’aspirina ha avuto un effetto protettivo sulla mortalità senza aumentare il rischio di sanguinamenti, uno dei fattori che si possono presentare proprio con l’aspirina”. Lo spiega alla Dire il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che cita lo studio dal titolo ‘Does aspirin have an effect on risk of death in patients with Covid-19? A meta-analysis’, pubblicato sull’European Journal of Clinical Pharmacology. “L’aspirina non è l’unico farmaco contro il Covid- precisa l’infettivologo- ma è certamente un farmaco indicato per la fase infiammatoria di pazienti non gravi. Infatti non stiamo parlando di dare l’aspirina a pazienti in rianimazione ma della gestione extra ospedaliera, domiciliare, che ad oggi è stata fatta quasi unicamente, anche in Italia, con l’ibuprofene, che insieme a tachipirina, paracetamolo e azitromicina costituiscono la maggioranza delle prescrizioni”. Secondo Bassetti “questo studio sposta un po’ gli equilibri, perchè l’aspirina possiede tre caratteristiche che servono nel contrastare il Covid: l’effetto antinfiammatorio, l’effetto antipiretico e l’effetto antiaggregante”.

Ho sempre e solo usato l’aspirina- ricorda inoltre- e questo lo testimoniano le centinaia di pazienti che ho curato, nelle forme domiciliari. Ma anche il primo Protocollo di Remuzzi prevedeva l’utilizzo dell’acido acetilsalicilico, che noi chiamiamo aspirina. Lo studio inglese non fa altro che confermare come sull’uso dell’aspirina nelle sue forme medio-lievi le intuizioni di alcuni di noi fossero corrette”. L’uso dell’aspirina va bene anche per quanti hanno problemi cardiaci? “Stiamo parlando di una terapia fatta per tre giorni- risponde- e nessuno sta dicendo di assumerla, ad esempio, per settimane o per mesi. Una terapia fatta per tre giorni non dà alcun problema. Il periodo è talmente breve che non c’è tempo di avere problemi o effetti collaterali”. “Certo- tiene a sottolineare Bassetti- l’aspirina, come tutti i farmaci antinfiammatori non cortisonici, i cosiddetti ‘Fans’, può avere effetti collaterali, come problemi gastrontestinali, rischio di ulcere o gastriti. Ma, ripeto, stiamo parlando di una terapia talmente breve che, probabilmente, non è in grado di inscenare gravi effetti collaterali. Bisogna in tutti i casi evitare di avere terapie molto lunghe”. “È chiaro- conclude- che se curo un paziente con una gastrite e con grossi problemi di tipo gastroenterico, è meglio che prenda l’aspirina dopo aver assunto un protettore gastrico”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

 

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