Cgil Cisl Uil: “Senza le assunzioni necessarie a partire dal personale da stabilizzare la Sanità di Frosinone chiude”
Roma, 3 agosto 2022 – “È grave carenza di personale della Regione Lazio. E lo è ancor di più in tutto il frusinate. La Sanità di 91 comuni rischia il collasso come le altre aziende delle province laziali. Sono cessati in quest’ultimo anno e mezzo 250 operatori e c’è un saldo negativo di oltre 600 dipendenti, parlando del solo comparto, se facciamo un raffronto con le consistenze organiche precedenti al commissariamento. Per la dirigenza invece, non avendo dati ufficiali, ne stimiamo tra le duecento e trecento unità. Se le istituzioni preposte dalla Costituzione al governo sanitario regionale non daranno il via libera per procedere con le stabilizzazioni e le necessarie nuove assunzioni previste nel PTF di personale, ma poi bloccate dalla regione, la nostra mobilitazione sarà ancora più forte”. Così Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma e lazio), Roberto Chierchia (Cisl Fp Lazio) e Sandro Bernardini (Uil Fpl Roma e Lazio) – dopo il tentativo di conciliazione con la Prefettura di Frosinone di oggi seguito alla proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori dichiarato dalle segretarie regionali di categoria di Cgil Cisl e Uil lo scorso 12 luglio, che hanno partecipato al confronto.
“Un territorio vasto che va da Filettino a San Vittore, attraversato dal SIN del fiume Sacco, dove l’orografia non aiuta e quindi ancor di più ogni carenza d’organico si ripercuote pesantemente sull’organizzazione dei servizi e fa crescere le difficoltà a trovare risposte ai bisogni sanitari all’utenza. Così non è possibile continuare. Serve una scossa. Le criticità di funzionamento dei servizi sul territorio, sempre reclamati ma mai realmente messi al centro dei percorsi di cura ed assistenza, debbono ottenere soluzione è Regione ci deve dare risposte che speriamo possano arrivare nell’incontro che è stato convocato nella giornata di ieri per venerdì 5 agosto. È sua la titolarità della gestione e delle decisioni che riguardano il Sistema sanitario regionale, e se non lo farà il problema non potrà che ingigantirsi”, spiegano i sindacalisti. “Bisogna intervenire subito o, con una nuova ondata di contagi, si finirà per non garantire ai cittadini neanche i minimi assistenziali oltre a non dare risposte sullo smaltimento delle liste di attesa”
“Il personale precario oggi supera le trecento unità e c’è un grave disequilibrio tra livello dei servizi e le dotazioni organiche”. Mancano infermieri, OSS e poi figure di assistenza, tecnici, amministrativi, professionisti, ausiliari. Non si può continuare a contare solo sul senso del dovere e sul sacrificio dei lavoratori: raddoppio dei turni, prestazioni aggiuntive, carichi di lavoro fuori controllo non sono sostenibili. Il personale è allo stremo e non riesce più ad assicurare la presa in carico dei pazienti”.
“E mentre pensionamenti e contagi continuano a dissanguare l’organico in servizio, la Regione taglia i dell’80% dei posti a concorso, rinvia le stabilizzazioni e nega gli investimenti necessari per far funzionare ospedali e presidi”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Dopo lo stato di agitazione, le bandiere e gli striscioni nelle strutture, finalmente la regione ci ha convocato per venerdì prossimo. Vedremo cosa intendono fare, altrimenti la nostra mobilitazione crescerà. Dobbiamo salvare la sanità del Servizio Sanitario Regionale ed inoltre siamo ancor più preoccupati per l’attuazione del PNRR riguardo la definizione della sanità del territorio che proprio la pandemia ha identificato quale problema nazionale. Su questo versante se il governo nazionale oltre a finanziare le infrastrutture non investirà con apposite risorse sul reclutamento del personale difficilmente si potranno rendere funzionanti le 17 Case di Comunità, i 6 Ospedali di Comunità e le 5 Centrali Operative Territoriali. Se non si assume si costruiranno solo cattedrali nel deserto e si dovrà ricorrere al privato. Se venerdì 5 agosto non ci saranno risposte concrete, andremo avanti con le nostre azioni sindacali a partire da una grande manifestazione sotto la sede regionale, fino ad arrivare anche allo sciopero del personale della sanità. È in gioco la salute dei cittadini, non ci fermeremo finché non sarà messa in sicurezza con le assunzioni, le stabilizzazioni e gli investimenti necessari”.
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