LAZIO. CARITAS DIOCESANE: SU AZZARDOPATIA A REGIONE è MANCATO IL CORAGGIO.
“Assente anche il richiesto divieto di vendita in questi locali degli alcolici- continua la nota- Accogliendo le istanze dell’industria dell’azzardo, la Giunta del Lazio ha smentito quanto fatto dalla stessa nel 2020, discostandosi anche dalle normative più recenti, quali quelle delle regioni Emilia-Romagna e Toscana. Le nuove norme introducono alcune prescrizioni condivisibili che avevamo suggerito e che riguardano tutti gli esercenti, non solo quelli di nuova apertura, tra cui: la riduzione della frequenza delle singole giocate a non meno di una giocata ogni 30 secondi; la separazione netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi; una pausa obbligatoria di 5 minuti ogni trenta minuti di gioco consecutivi; interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza; riduzione delle fasce orarie di gioco, lasciando però ai comuni la facoltà di deliberare in materia”. Si tratta “di misure pensate per contrastare il gioco d’azzardo patologico ma che, se non inserite in un contesto più vasto, a partire dalla limitazione e regolamentazione dei punti di gioco presenti in modo troppo capillare, non sortiranno gli effetti desiderati. Abbiamo più volte sollecitato provvedimenti per creare quella rete regionale di servizi sanitari per la cura della dipendenza da gioco d’azzardo che oggi, nei fatti, è puramente simbolica, e per sostenere quelle famiglie che si ritrovano ad essere gravemente sovraindebitate a causa della sofferenza di un proprio familiare”. Nelle cinque province del Lazio “prima della pandemia, risultavano attive slot machine in ben 5.700 pubblici esercizi, quali bar, tabaccherie, lavanderie, cartolerie. Quanto poi alle sale con VLT – slot machine più aggressive – queste sono ben 378, quasi tutte (87%) con ampi spazi per fumatori, dove consumare tabacco ininterrottamente. Gli orari di punta vanno dalle 23 all’una del giorno dopo. Orari d’affari che l’emendamento continua a garantire con particolare e sospetta generosità. Tutta la nuova manovra della Regione è indirizzata in favore di queste 378 sale con 6.500 macchine ipertecnologiche, dove si somministrano drink alcolici e si fuma ininterrottamente”.
Da anni “gli esperti chiedono che almeno sia evitata la somministrazione di alcolici e non sia consentito di fumare: alcol e tabacco, insieme all’alta frequenza delle giocate, producono scientemente la patologia dell’azzardo. Quanto al ‘saldo’ complessivo, nello scorso anno, il 2021, sono stati giocati nel Lazio ben 11 miliardi e 568 milioni di euro (2.019 pro-capite), con profitti per le compagnie dell’azzardo per 839 milioni e 294 mila euro. Nessun altro settore produttivo può “sognare” simili risultati”. Le Caritas del Lazio, conclude la nota, nelle prossime settimane faranno un appello ai sindaci dei comuni delle rispettive Diocesi chiedendo, per quanto concerne le loro competenze – in primis per gli orari di apertura degli esercizi -, quelle misure che la Giunta regionale e il Consiglio regionale non hanno avuto il coraggio di approvare.
Agenzia DiRE www.dire.it