PNRR. INDAGINE EY: PER 42% ITALIA IN GRADO ATTUARE RIFORME E INIZIATIVE.
“Nel settore pubblico è fortemente percepita l’esigenza di nuovo personale e più formato, mentre il 50% del settore privato chiede procedure più semplici. Sulle modalità per migliorare l’attuazione degli interventi, dal 70% dei soggetti del settore pubblico emerge la necessità di semplificare e razionalizzare le procedure amministrative. È quindi fondamentale assicurare che gli enti locali dispongano di un livello adeguato di strutture amministrative e tecniche per far fronte alle sfide poste dal Pnrr e accelerare la progettazione e la collaborazione pubblico- privato. È fondamentale attivare un percorso di co-programmazione degli interventi e delle politiche di sviluppo, in una prospettiva di innovazione aperta che coinvolga gli attori economici e sociali del territorio, le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche, in modo da intercettare i reali fabbisogni di crescita”, commenta Dario Bergamo, responsabile mercati regolati, Ey Italia. Conoscere il Pnrr: gli enti pubblici più informati rispetto alle imprese, che si affidano a società di consulenza e associazioni di categoria per colmare il Gap. In merito al livello di conoscenza del Pnrr e alla capacità di reperire informazioni a riguardo si notano sostanziali differenze tra il mondo pubblico e quello privato, con le amministrazioni che valutano in modo almeno sufficiente l’accesso alle notizie circa il PNRR, mentre i soggetti privati si pongono con maggiore criticità evidenziandone valori insufficienti, specie sullo stato di avanzamento dei progetti, sulle modalità e le procedure di gestione e attuazione dei progetti e sulle modalità di governance dei finanziamenti. Medesima sorte per i canali informativi utilizzati, con le imprese che prediligono le società di consulenza (39%) e le associazioni di categoria (38%), mentre gli enti pubblici si affidano al governo italiano (59%) e alle amministrazioni centrali dello Stato (55%).
I driver per rendere efficaci gli obiettivi del Pnrr: semplificazione amministrativa per la pubbliche amministrazioni, maggiore informazione per le imprese private. Allo stesso modo, se guardiamo ai principali fabbisogni utili per portare a termine gli obiettivi del Pnrr, si denota nuovamente una forte differenza tra soggetti pubblici e privati, con i primi che chiedono a gran voce una semplificazione delle procedure amministrative (68%), oltre alla richiesta di incremento delle figure professionali per consentire una governance efficace (50%), mentre le imprese guardano ad una maggiore informazione per l’accesso ai fondi (26%), sia in termini quantitativi che qualitativi, come driver necessario per aumentare la portata di questo strumento e la concreta possibilità di giocare un ruolo. Amministrazioni più coinvolte nelle attività del Pnrr, mentre le imprese -con due su tre intenzionate ad accedere ai fondi- evidenziano una mancanza di esperienza nella loro gestione. Le organizzazioni pubbliche sono state coinvolte ad ampio raggio circa le attività relative al Pnrr, con il 72% di intervistati che dichiara di avere una posizione di responsabilità nella loro gestione, accompagnata da una forte esperienza pregressa. Dall’altra parte, nonostante due imprese su tre prevedano di accedere ai progetti del Piano (con il 67% delle aziende intenzionate ad appoggiarsi a servizi consulenziali), solo quattro su 10 dichiarano di avere esperienze pregresse nella gestione di fondi europei. Nonostante ciò, quasi il 60% pensa che sarà coinvolta nella realizzazione di progetti con tali fondi, con particolare interesse per ambiti come l’innovazione (52%), la transizione ecologica (35%) e la digitalizzazione (33%).
Pubbliche amministrazioni e aziende scettiche circa l’adeguatezza delle riforme previste dal Piano, con alcune perplessità sulla capacità di portarle a termine. Se è indubbio per gli intervistati che il Pnrr saprà fornire un contributo a sostegno dell’economia nazionale, allo stesso modo emerge qualche criticità circa l’adeguatezza delle riforme previste dal Piano (per il 62% del campione), con solo il 42% dei soggetti che ritiene l’Italia in grado di portarle a termine, con alcuni dubbi sulla capacità di declinare il Piano in modo adeguato rispetto alle principali sfide dell’economia italiana (39%) e una scarsa equità nella distribuzione delle risorse (37%). Guardando poi ai desiderata che enti pubblici e imprese si aspettano dal Piano, si evidenziano temi di dominio pubblico, che sembrano nuovamente confermare la propria urgenza: semplificazione amministrativa (51%) e centralizzazione della pianificazione strategica (33%) per le pubbliche amministrazioni, semplificazione legislativa (42%), riforma delle Pa (30%) e riforma fiscale (25%) per i soggetti privati.
Agenzia DiRE www.dire.it