ANPCI: LETTERA APERTA PRESIDENTE CIRIO- ASSESSORE CAROSSO. FUSIONE PANACEA DI TUTTI I MALI.
La Presidente
LETTERA APERTA
Ill.mo Presidente delle Regione Piemonte
Onorevole Alberto Cirio
presidenza@regione.piemonte.it
Ill.mo Assessore agli Enti Locali Regione Piemonte
Fabio Carosso
vicepresidenza@regione.piemonte.it
OGGETTO: RICHIESTA URGENTE DI INCONTRO CHIARIFICATORE A SEGUITO
DELLE DICHIARAZIONI DELLA CONSIGLIERE REGIONALE MONICA CANALIS E DEL
VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE FABIO CAROSSO SUI PICCOLI
COMUNI PIEMONTESI.
A fronte dell’ennesimo attacco all’autonomia dei piccoli Comuni piemontesi non possiamo restare in
silenzio. Questa volta ad elencarne i “difetti” è stata la Consigliere Regionale Monica Casalis, sia in
un’intervista televisiva che sul proprio profilo Facebook. La sua contestazione prende le mosse dalla
scarsa attitudine all’impegno amministrativo che si segnala nei piccoli Comuni dopo l’ultima tornata
elettorale. Da qui tutto uno snocciolare di pecche, carenze, lacune che si sanerebbero come per incanto
grazie alla panacea di tutti i mali ovvero l’accorpamento dei piccoli in un unico Comune di maggiori
dimensioni. Non ultima la soluzione alla decrescita demografica che lei afferma essere, nei piccoli
comuni, in calo del 3% negli ultimi 5 anni (2012-17).
Vediamo, quindi, di chiarire la situazione separando i fatti dalle opinioni. La peculiarità piemontese di
avere tanti piccoli Comuni nella Regione non è una malattia, ma una caratteristica preziosa. I piccoli
Comuni sono sentinelle di un territorio, vasto e variegato, in gran parte montuoso. Sono il frutto di
processi storici, molti di essi sono comunità dall’esistenza più che millenaria. Ricchi di storia e cultura e
di una loro specifica identità. I piccoli Comuni piemontesi soffrono della carenza di personale e risorse,
e non per colpa loro, eppure sono Comuni virtuosi grazie proprio all’impegno straordinario di
Amministratori che spesso, anzi quasi sempre, sono volontari e non percepiscono alcuna remunerazione.
Sono i tagli calati dall’alto alle risorse umane e finanziarie, i continui nuovi adempimenti, le crescenti
incombenze burocratiche che hanno reso difficile e complicato amministrare in particolare un piccolo
comune. La carenza di “vocazione”, però, si rifà ad un problema nazionale e non locale: è la crisi della
politica che allontana l’elettore dalle urne. E’ la disaffezione che l’italiano, non solo il piemontese,
prova nei confronti della partecipazione alla politica e alla vita amministrativa del paese. Alla quale si
aggiungono il carico di responsabilità, la carenza indotta di personale e risorse che affliggono i Comuni
di piccole dimensioni. Per la Canalis, diremo quasi per miracolo, unendo Comuni con problemi si
otterrebbe un grande Comune senza problemi. Lo capiscono tutti che non funziona così. Anche con la
fusione “spinta” da consistenti incentivi, motivo per cui le fusioni sono ancora pochissime in Piemonte,
perché presto o tardi gli incentivi finiscono e i problemi strutturali restano. Andiamo, infine, alla nota
dolente: il calo demografico. Intanto il calo demografico è di nuovo un dato nazionale, e giusto per
chiarezza anche Torino nel periodo 2013-17 ha perso il 5% della sua popolazione. Inoltre, il Covid, ha
dimostrato il valore delle piccole comunità dove moltissimi cittadini hanno preferito rifugiarsi in
montagna e nelle campagne rispetto ai grandi centri urbani. Sul piano gestionale, poi, nonostante le tante
difficoltà i bilanci dei piccoli sono decisamente migliori rispetto ai grandi centri.
Le parole poi del Vice Presidente Fabio Carosso pesano, e non poco: “Valorizzare chi lavora insieme e
penalizzare chi vuole lavorare da solo”. Inaccettabili! Perché oggi, a prescindere da Unioni e Fusioni,
i comuni piemontesi lavorano assieme su moltissimi aspetti dell’Amministrazione. Ma perché non
invertire la rotta e valorizzare chi lavora bene a prescindere che lo faccia assieme o da solo?.
Non ci stiamo ad essere colpevolizzati, solo perché, in quanto piccoli Comuni, non siamo “appetibili”
per la politica! I Comuni piemontesi sono una forza della Regione, una peculiarità ricca di tradizione ed
impegno. Non sono indispensabili le fusioni, Quello che necessita è ridurre la burocrazia, gli
adempimenti, ridare personale e segretari ai Comuni, risorse finanziarie libere e restituire fiducia ai
piemontesi, come agli italiani, nella politica e gli Amministratori non mancheranno.
CHIEDIAMO PERTANTO UN INCONTRO CHIARIFICATORE URGENTE CON IL
PRESIDENTE CIRIO ED IL VICEPRESIDENTE CAROSSO, dichiarando piena disponibilità al
dialogo e alla collaborazione.
Roma 12 Luglio 2022
FRANCA BIGLIO