Il leader della Lega sulla scissione nel M5S: “Non penso che questo Parlamento si mandi a casa da solo, faranno di tutto per sopravvivere”.
ROMA – “Con una guerra in corso, che spero e lavoro in ogni maniera perché finisca il prima possibile, avere un ministro degli Esteri senza partito sicuramente per un Paese importante come l’Italia non è il massimo della vita“. Lo dice il segretario della Lega, Matteo Salvini, a Rtl 102.5 “Non siamo noi a chiedere mezza poltrona in più o in meno – aggiunge Salvini – sicuramente che il ministro degli Esteri abbia fatto la scelta di lasciare il partito con cui è stato eletto con una guerra in corso, con delle trattative, con la ricerca del gas, poteva succedere solo in Italia“.
“Spero che le beghe dei 5 Stelle non occupino le pagine dei giornali per altre settimane perché rallentano, ovviamente, tutto quello che bisogna fare. Stiamo qui a commentare i problemi di Conte e di Di Maio per quindici giorni? Magari voi sì perché dovete farlo giornalisticamente parlando, io no – prosegue Salvini – Ad esempio lo sconto benzina deve essere rinnovato entro i prossimi giorni e stiamo lavorando come Lega perché sia anche superiore a venticinque centesimi al litro, il prezzo arriva a due euro e venti al litro ora. Non può essere un’estate di sangue dal punto di vista del consumo“.
Il leader del Carroccio non vede comunque all’orizzonte la fine del Governo: “Non penso che questo Parlamento si manderà a casa, si inventeranno partiti per sopravvivere. Penso che una parte dei parlamentari che ha seguito Di Maio lo abbia fatto perché nei 5 Stelle c’è la regola del doppio mandato, non si fa il terzo e vai a casa. Qui c’è gente che vuole essere rieletta – prosegue Salvini – Penso che molti parlamentari più che alle bollette della luce o allo sconto benzina stanno pensando alla rielezione dell’anno prossimo. Non credo alle elezioni anticipate”.
“INVIO DI ARMI A OLTRANZA NON È LA SOLUZIONE”
Nella crisi ucraina “l’invio di armi a oltranza non è sicuramente la soluzione”, ribadisce Salvini dopo l’intervento alle Camere del premier Draghi alla vigilia del Consiglio europeo di oggi e domani.
“Aiutare l’Ucraina a difendersi è stato un obiettivo di tutto il mondo fin dal primo minuto. Siamo al quarto mese di guerra, ormai la maggior parte dei Paesi al mondo e la stragrande maggioranza degli italiani chiede che a parlare sia la diplomazia, che l’arma più forte torni ad essere il dialogo”, osserva il segretario leghista.
“In Parlamento Draghi ha parlato di pace, di cessate il fuoco, di disarmo, di difesa dell’Ucraina, soprattutto quello che si faceva e votava due mesi fa, centrale è stato il tema del cessate il fuoco – valuta il segretario federale della Lega – Pensate a Macron che giustamente dice che bisogna riportare le parti intorno al tavolo. Leggo oggi l’intervista di Boris Johnson, lui pensa che la guerra debba andare avanti a oltranza. Io penso e spero di no. Se questa guerra andrà avanti per i lavoratori italiani, oltre che per le vittime in Ucraina, sarà un disastro – spiega Salvini – Qua c’è qualcuno che parla di guerra e armi e facendo questo mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia. Tanto prima finisce la guerra, tanto prima si potrà tornare a lavorare”.
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