Allarme siccità, Prandini (Coldiretti): “Draghi dichiari lo stato di emergenza”.

La denuncia: “Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi”.

A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”. È quanto chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in merito alla grave siccità che interessa la Penisola nel chiedere “l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.

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Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, per Prandini “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo – denuncia il Presidente della Coldiretti – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno. Si tratta di emergenze sempre più ricorrenti con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro e per questo – conclude Prandini – “l’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva”.

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