REGIONALI LAZIO, INTERVISTA AD ASTORRE: PERCORSO CENTROSINISTRA ORDINATO, AUSPICO PRIMARIE.
“Sono democrazia allo stato puro. Prima coalizione e poi programma”.
Roma – “La situazione del centrosinistra nel Lazio è molto ordinata. Nei prossimi giorni, come da mandato conferitomi dalla direzione regionale del Pd, inizierà il percorso della coalizione che governa insieme a Nicola Zingaretti nel Lazio. Non esiste in Italia un modello di collaborazione da Azione e Italia Viva ai 5 Stelle. Quindi, prima la coalizione, poi il programma, in questo senso nei prossimi giorni avvieremo un tavolo per ‘il Lazio che verrà, per non fermarci ora’, e se poi la coalizione, come auspico, sceglierà le primarie questo non sarà un metodo confuso e antidemocratico. Anzi, è democrazia allo stato puro”. Lo ha detto il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire a proposito del percorso dei dem e del centrosinistra sia per definire il perimetro della coalizione per le elezioni regionali che si svolgeranno la primavera del 2023 sia per stabilire la modalità con cui sarà scelto il candidato presidente.
Nel Lazio il cnetrosinistra non lo ha mai indicato, finora, attraverso le primarie: “Ben venga questa prima volta in Regione- ha aggiunto Astorre- Penso che un bagno di popolo nella coalizione per scegliere l’alfiere che, all’interno di una squadra unita, porti avanti il lavoro fatto e lo migliori dove serve sia il percorso più limpido e chiaro in assoluto”.
Falso Letta contro più candidati PD alle primarie.
“Il tema è percorso ordinato, tra galantuomini, per restare uniti dopo”.
“Letta contrario a candidature plurime del Pd alle primarie per indicare il candidato del centrosinistra a presidente di Regione? E’ una vera bugia”. Lo ha detto il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire.
Eppure nelle primarie che si sono svolte a Roma un anno fa, e che incoronarono Roberto Gualtieri candidato sindaco del centrosinistra, la dem Monica Cirinnà fu costretta al passo indietro: “Fu il Pd romano che decise un’unica candidatura. Quello fu un caso più unico che raro- ha spiegato Astorre- Basta guardare la storia di Roma, dalle primarie di Marino contro Gentolini e Sassoli o quelle di Morassut contro Giachetti, senza dimenticare che l’art. 27 dello Statuto nazionale del Pd disciplina le primarie con più candidati del partito. Il tema non è quello della candidatura unica ma un percorso ordinato, tra galantuomini di tutta la coalizione, che ci faccia rimanere uniti dopo le primarie”.
Astorre ha rimarcato il dato che “Enrico Letta ha elogiato la vicenda di Rieti dove, nonostante le primarie, si è rimasti uniti dopo. Una, due, tre candidature o la questione delle correnti sono tutte fregnacce. Il tema è un percorso chiaro: prima la coalizione, il programma, poi la scelta di un candidato presiente che quanto più è suffragato da un bagno di popolo tanto più questo rappresenta l’inizio della campagna elettorale e non può che farci bene”.
Programma centrosinistra, poi coalizione più larga
“non solo ai moderati ma anche a sinistra italiana”
Un campo largo che può diventare larghissimo. Partire dalla coalizione che da quasi 10 anni sostiene l’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti per arricchirla ancora di più, guardando tanto a quei moderati del centrodestra che non si riconoscono più in quel progetto politico quanto a Sinistra Italiana.
E’ road map che ha in testa il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, in vita delle elezioni regionali nel 2023 ma che è subordinata a un punto: “La prima cosa è il programma- ha spiegato all’agenzia Dire- Perché è su quello che vogliamo fare nei prossimi 10 anni che dobbiamo essere d’accordo. Se
raggiungiamo l’accordo sui punti di principio, è lo stesso documento approvato dalla direzione del Pd Lazio che dice che si parte dalla coalizione attuale e poi si allarga al campo politico, civico e sociale. E non solo ai moderati, perché abbiamo anche Sinistra Italiana, attualmente non rappresentata in Consiglio regionale, che nei prosismi giorni incontrerò al tavolo. Quindi lì si allargherà la coalizione a quelle forze politiche, civiche e sociali che convergono e condividono il percorso programmatico da fare”.
Sulle cose concrete con Calenda ci troveremo
“L’ho incontrato, sa che legge elettorale regionale diversa da quella nazionale”
“Se mettiamo al centro le cose concrete da fare, come l’attenzione per i più deboli affinché nessuno resti indietro o venga escluso nei prossimi 10 anni dalla Regione, l’attenzione per l’economia circolare e uno sviluppo sostenibile del lazio insieme a quella per le pmi, sono convinto che con Calenda ci troveremo”. Il senatore e segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire si è detto sicuro che alla fine Azione di Carlo Calenda alle prossime regionali nel Lazio confluirà nel campo largo del centrosinistra, anche in presenza dei 5 Stelle.
“Calenda giustamente rivendica, e dovrebbe farlo anche il Pd, Industria 4.0. Che è stato un provvedimento importantissimo, tutte le imprese me ne parlano ed è stato un delitto abbandonarlo”, ha aggiunto Astorre che poi ha ricordato cosa accadde nel 2018, in occasione della riconferma del governo
Zingaretti: “Già 5 anni fa nel Lazio avvenne qualcosa di simile (a ciò che potrebbe accedere tra un anno alle regionali, ndr). Leu andò a livello nazionale contro il centrosinistra ma nel Lazio fece una lista decisiva per la riconferma della presidenza di Nicola Zingaretti. Quindi, è già accaduto che ci fosse una divaricazione a livello nazionale ma che poi su quello regionale si trovasse l’accordo”.
Inoltre “Lo stesso Calenda, col quale ho avuto un incontro nei giorni scorsi e che ho trovato molto lucido a livello di strategia polica nazionale, dice che la legge regionale è diversa da quella nazionale- ha concluso Astorre- Perché nella prima chi prende un punto in più si aggiudica ‘tutto il cucuzzaro'”.
Roma: bene poteri speciali, municipi diventino comuni e tornino 20
“Poi c’è tema di bilanciamento elettorato passivo Roma rispetto altre province”
“Finalmente si affronta il tema” dei poteri speciali a Roma “dopo che negli anni 90 si tentò risolvere questa vicenda con una legge speciale che dava finanziamenti alla Capitale e dopo la pagliacciata di cambiare solo il nome”, tuttavia secondo il senatore e segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, nella nuova legge in gestazione in Parlamento dovranno essere affrontati anche altri temi.
“Ci sono- ha spiegato Astorre- i temi importanti del rapporto con il Lazio e quello relativo all’elettorato passivo: cioé diversi poteri in capo all’elettorato di Roma (perché decide il sindaco, di fatto anche chi governa la Città Metropolitana e, votando i consiglieri di Roma nel Lazio, anche chi gestisce certi poteri nelle altre province, ndr) rispetto a quello delle altre province e quindi di bilanciamento sotto l’aspetto dell’elettorato passivo”.
Inoltre, secondo Astorre “è ineludibile che i Municipi di Roma diventino comuni metropolitani. Già c’è stato un errore di riduzione di questi Municipi, da 20 a 15, perché la democrazia viene affrontata sotto il profilo dei costi. Ed è sbagliato, perché la democrazia, per quanto poco, costerà sempre più della dittatura ma dobbiamo porre la questione sotto l’aspetto dell’efficienza. Riducendo il numero dei municipi, sono stati creati mostri come ad esempio il VII Municipio che va dalle Mura Latine a Morena per 400mila abitanti. Il presidente e mio amico, Francesco Laddaga, è con le mani nei capelli. Come si fa a governare territori del genere? Quindi il tema è ineludibile, passando anche a mio avviso da 15 a 20 comuni metropolitani”.
Il resto dell’intervista sul sito Dire.it
Agenzia DiRE www.dire.it