Quelle immagini che vedete oggi in televisione questa città le ha vissute 78 anni fa: paese raso al suolo, più di 100 morti, sepolti nelle case, superstiti a cercare di tirar fuori i cadaveri, intere famiglie strappate alla vita. Sono le parole che hanno introdotto la manifestazione Dai luoghi della guerra parole di Pace, dell’Ac diocesana. Vallecorsa è una città piena di piazze che non sono il frutto delle scelte urbanistiche ma sono state scavate dalle bombe di quel 23 gennaio del 1944, quando gli ordigni sganciati dagli aerei aprirono varchi nell’intrico dei vicoli del paese, abbarbicato alla montagna. Era una domenica mattina, le ragazze di Vallecorsa erano tutte in piazza per la festa di Sant’Agnese, protettrice della gioventù femminile di Azione Cattolica: alle 10 e un quarto quasi 100 vite furono spezzate dalla violenza cieca della guerra. Sabato pomeriggio, l’Azione Cattolica della diocesi di Frosinone, guidata da Vittorio Ricci e dall’assessore alla cultura Giandrea Cipolla, ha voluto ripercorrere i luoghi di quella tragedia, con in bambini di Vallecorsa, i loro catechisti, insieme ad alcuni studiosi. I partecipanti hanno ascoltato i racconti degli anziani, fra cui particolarmente impressionante quello di una tredicenne di allora, che ha narrato come il padre l’abbia salvata dalle violenze del Corpo di Spedizione Francese, caricandosela sulle spalle e portandola sulla montagna di fronte. Una volta lì, le intimò di non fiatare qualunque cosa lei avesse veduto: ed ha raccontato le scene delle sue compagne violate dalle truppe coloniali. Da quelle pietre, da quei racconti, da quegli spazi vuoti dove prima pullulava la vita, come oggi nelle città ucraine, si è levato l’appello alla pace di ragazzi, giovani e adulti. L’Ac ha fatto poi tappa a Castro dei Volsci dove ha ascoltato il rapporto di un ragazzo allora testimone del passaggio delle truppe coloniali e delle loro violenze.
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