Stallo nell’Ue per lo stop al petrolio russo. Kuleba (Ucraina): “Un solo Stato blocca tutti”.

Il nodo è l’Ungheria. Borrell: “Le posizioni di alcuni Paesi sono abbastanza forti, faremo del nostro meglio per arrivare a un accordo”. Ok ad altri 500 milioni in armi a Kiev.

Di Alessio Pisanò

BRUXELLES – “Faremo del nostro meglio per sbloccare la situazione e per arrivare a un accordo sulle sanzioni sul petrolio russo, ma non posso garantire che ciò avverrà durante la riunione di oggi, perché le posizioni di alcuni Paesi sono abbastanza forti“. Così l’alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, prima della riunione tra i ministri degli Affari esteri a Bruxelles, rispondendo alle possibilità di superare il veto dell’Ungheria per vietare a livello Ue le importazioni di petrolio dalla Russia.

“Non si tratta di attribuire delle colpe su questo stallo – ha sottolineato Borrell – se riusciamo a comprendere la particolare situazione di alcuni Paesi e facciamo degli sforzi per presentare un fronte unito contro la Russia, ce la potremo fare”. Il riferimento dell’Alto rappresentante per la Politica estera comunitaria è alle difficoltà riscontrate dai Paesi che, a causa della loro posizione geografica, non possono ricevere forniture di petrolio alternative via mare.

KULEBA: “ENORME CONSENSO, MA UN PAESE BLOCCA TUTTI”

“C’è solo un Paese che sta bloccando l’introduzione di un divieto di importazione di petrolio dalla Russia, un argomento che riscontra un consenso enorme tra i ministri dell’Ue”. Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo essere intervenuto davanti agli omologhi dei 27 Stati dell’Unione Europea che stanno discutendo del sesto pacchetto di sanzioni da adottare contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Il riferimento del dirigente di Kiev è probabilmente all’Ungheria. Quest’oggi il primo ministro magiaro Viktor Orban ha affermato che il Paese non intende bloccare le misure europee nei confronti della Russia, solo fino a che queste però “non vanno oltre la linea rossa della protezione economica dell’Ungheria“. Il capo del governo ungherese ha anche affermato di non ricordare “blocchi che hanno avuto successo”, in un ulteriore riferimento alla misura che colpisce i combustibili fossili russi.

“Non siamo contenti del fatto che non ci sia accordo sull’introduzione dello stop alle importazione di petrolio dalla Russia nel nuovo pacchetto di sanzioni, ma il tempo stringe e sta all’Unione europea prendere una decisione, dato che la sua reputazione è a rischio“, ha continuato Kuleba affermando che “finché la Russia esporterà petrolio, ferro e altri materiali avrà soldi per continuare la guerra“.

Constatando la mancanza di un accordo sul sesto pacchetto, il ministro ucraino ha colto l’occasione per avanzare proposte in vista di un sesto giro di sanzioni. “Bisogna uccidere le esportazioni russe: le sanzioni sono importanti ed efficaci, ma per fermare la macchina bellica russa dobbiamo togliere i soldi al presidente russo Vladimir Putin“, continua Kuleba, che ha avuto la possibilità di chiarire ai suoi omologhi europei le ambizioni del suo Paese ad aderire all’Ue. “Non stiamo chiedendo un’adesione immediata all’Unione europea, ma non ci sono argomenti razionali per non dare all’Ucraina lo status di candidato“, conclude Kuleba.

APPROVATI ALTRI 500 MILIONI DI EURO IN ARMI

“Siamo d’accordo sull’erogazione di ulteriori 500 milioni di euro per l’Ucraina dal Fondo europeo per la pace, arriviamo in questo modo a due miliardi di euro“. Lo ha affermato l’Alto Rappresentante Josep Borrell durante la conferenza stampa tenutasi a seguito del Consiglio Affari esteri a cui ha partecipato anche il ministro ucraino Dmytro Kuleba, in merito all’aiuto militare dei paesi dell’Unione Europea a Kiev. Rispetto al sesto pacchetto di sanzioni, Borrell ha aggiunto: “Noi continuiamo a sostenerle, e a parlarne, oggi non è stato possibile arrivare ad un accordo sul sesto pacchetto di sanzioni. Si ritornerà al Coreper e saranno gli ambasciatori a portare avanti i lavori”.

L’approvazione delle sanzioni non è ancora arrivata e questa dipende molto dall’unanimità che i Paesi membri devono raggiungere sul divieto di importazione del petrolio. Durante il Consiglio erano presenti anche i ministri degli Esteri dei Paesi dei Balcani. L’Alto Rappresentante, anche rivolto ai leader balcanici, ha concluso dicendo che “mantenere legami stretti con la Russia non è più compatibile con l’idea di creare un futuro comune con l’Unione europea“.

DI MAIO: “TETTO AL PREZZO DEL GAS SIA EUROPEO”

“Abbiamo bisogno di un’iniziativa europea per un tetto al prezzo del gas”. Queste le parole del ministro agli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, in una dichiarazione alla stampa durante la riunione del Consiglio dei 27 ministri degli Affari esteri Ue. “Come Italia siamo in prima linea su questa proposta e non abbiamo problemi sulle forniture di gas, ma il tetto al prezzo del gas serve per far sì che i prezzi non vadano fuori controllo“, ha concluso il ministro da Bruxelles.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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