Draghi: “Tanti pregiudizi sul Sud, non è destinato a restare indietro”.

Il Premier ha aperto a Sorrento i lavori del forum ‘Verso Sud’, appuntamento promosso dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna.

“Dalla formazione di questo Governo, il Sud è al centro dell’azione dell’esecutivo, delle nostre politiche di rilancio del Paese. Vogliamo che il Mezzogiorno torni ad avere la centralità che merita, in Italia e in Europa”. Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo a Sorrento all’apertura dei lavori del forum ‘Verso Sud – Strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo‘, appuntamento promosso dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Sorrento dove partecipa al forum in corso fino a domani a villa Zagara. La ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna ha voluto salutare il Capo dello Stato “che oggi – dice – ci onora della sua presenza”.

“Il quadro geopolitico che ci muta davanti presenta rischi, ma anche opportunità, in particolare per i Paesi del Mediterraneo. La giornata di oggi è un segno della nostra volontà di immaginare e costruire un Sud diverso- aggiunge il Premier- Un Mezzogiorno protagonista delle grandi sfide dei nostri tempi.
L’evoluzione delle politiche pubbliche per il Meridione è spesso rappresentata come una successione di inevitabili sprechi, fallimenti“.

“La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è però più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi. Dagli anni ’50 fino alla crisi petrolifera del ‘73, sospinto anche dagli investimenti pubblici, il Sud è cresciuto a una velocità superiore al Nord. In quel periodo il rapporto tra il prodotto interno lordo pro capite del Mezzogiorno e quello del Centro-Nord è migliorato di 10 punti percentuali – dal 55 al 65 per cento. Tra la seconda metà degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, le politiche di investimento hanno contribuito a restringere la forbice tra Nord e Sud, con impatti positivi sull’occupazione. Il Sud non era – e non è – dunque destinato a rimanere indietro. Prenderne atto non vuol dire cedere “all’inconsistente miraggio di un diverso corso della nostra storia”, per citare il meridionalista Manlio Rossi-Doria”.

PUNTARE SU TALENTI, GIOVANI E DONNE LASCIATI AI MARGINI

“Vuol dire individuare come questo corso possa essere corretto, nell’interesse di tutti. Il Mezzogiorno ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord. Per farlo, serve prima di tutto la giusta collaborazione tra investimenti pubblici e privati. Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie. E serve puntare sui talenti troppo spesso lasciati ai margini, a partire dai giovani e dalle donne. L’Italia e l’Unione Europea devono collaborare per agevolare questo processo”.

SERVE MAGGIORE PROIEZIONE EUROPEA NEL MEDITERRANEO

“Lo sviluppo dell’area mediterranea non può essere visto soltanto sotto il profilo delle politiche di coesione. È, piuttosto, la risposta a una lunga serie di sfide comuni: l’autonomia energetica, la tutela dell’ambiente, il miglior inserimento dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro. Va incontro all’esigenza di una maggiore integrazione europea, di una più forte proiezione dell’Europa nel Mediterraneo. E dobbiamo costruirlo insieme, Governo e Regioni, pubblico e privato, Nord e Sud. Un diverso corso della storia è possibile. Tocca a noi fare in modo che non resti un miraggio, ma si faccia realtà”, dice il presidente del Consiglio.

PROCEDERE RAPIDAMENTE CON AGENDA RIFORME PER NON PERDERE FONDI DEL PNRR

“La struttura del PNRR prevede che lo stanziamento di finanziamenti sia vincolato al rispetto delle scadenze, al raggiungimento di precisi obiettivi. Dobbiamo procedere rapidamente con l’agenda di riforme concordata con l’Unione Europea, per non perdere accesso ai finanziamenti e superare le fragilità strutturali che hanno rallentato la crescita dell’Italia e del Sud”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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