Sull’Ucraina il presidente attacca l’Occidente e cita i soldati uccisi.
“Non rinunceremo mai al nostro amore per questo Paese, alla fede, ai valori tradizionali, ai costumi tradizionali e al rispetto per tutti i popoli e le culture”. Queste le parole del presidente della federazione russa VladimirPutin, nel giorno in cui il Paese celebra la sconfitta della Germania nazista nel 1945. La parata militare nella storica Piazza rossa di Mosca, stando a quanto riporta l’agenzia russa Tass, ha visto una dimostrazione di forza: 11mila i soldati che hanno marciato a piedi o a bordo dei veicoli militari, per un totale di 131 attrezzature e veicoli. In testa al corteo, la Guardia d’onore che in occasione della “Guerra patriottica”, così come viene ricordata la Seconda guerra mondiale, ha sventolato anche la storica bandiera che i soldati sovietici dell’Armata rossa issarono sul Reichstadt di Berlino l’1 maggio del 1945, sancendo la sconfitta della Germania.
Nel suo discorso, Putin ha approfittato per lanciare critiche all’Occidente, che a detta del capo del Cremlino sembrerebbe “determinato a cancellare questi valori millenari”. Putin ha parlato di un “degrado morale” che avrebbe “aperto la strada a ciniche falsificazioni della storia della Seconda guerra mondiale, tentativi di incitare alla russofobia, glorificare i traditori, deridere la memoria delle loro vittime e spazzare via il coraggio di coloro che hanno combattuto e sofferto per la vittoria”.
In riferimento all’attuale conflitto in Ucraina, il presidente ha continuato: “A dicembre scorso abbiamo proposto di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza e la Russia ha invitato l’Occidente a un dialogo onesto, per cercare soluzioni di compromesso ragionevoli nel rispetto degli interessi reciproci. Tutto invano. I Paesi della Nato non hanno voluto ascoltarci” e questo dimostrerebbe che “i Paesi occidentali in realtà avevano piani molto diversi. E lo abbiamo visto”.
Tali parole arrivano mentre nel Paese proseguono i combattimenti iniziati con l’aggressione russa del Donbass del 24 febbraio scorso, presentata come un intervento per “denazificare” il Paese. Putin nel suo discorso non ha menzionato espressamente i costi del conflitto, tuttavia ha affermato: “La morte di ciascuno dei nostri soldati e ufficiali è un dolore per tutti noi e una perdita irreparabile per parenti e amici“. Ad oggi, il Cremlino non ha ancora diffuso stime ufficiali sulle vittime del conflitto, mentre per le autorità di Kiev oltre 25mila soldati russi avrebbero perso la vita.
Al contrario di quanto molti temevano però, in occasione di questa giornata il capo del Cremlino non ha annunciato ulteriori operazioni in Ucraina. Dal canto suo, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha denunciato che l’aggressione al suo Paese “getta disonore sulle Forze armate russe“. Il capo di Stato ha aggiunto: “Non va dimenticato ciò che i nostri predecessori hanno compiuto durante la Seconda guerra mondiale, che ha ucciso più di otto milioni di ucraini”, quindi ha annunciato: “Molto presto, ci saranno due Giornate della vittoria in Ucraina, e qualcuno non ne avrà”.
All’indomani della visita della first lady americana Jill Biden in Ucraina occidentale, e del primo ministro canadese Justin Trudeau a Irpin, gli Stati membri dell’Unione europea sono ancora in stallo sull’approvazione di un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che comprende le importazioni di petrolio. Ieri i diplomatici non sono riusciti a trovare una soluzione di compromesso sulla proposta presentata il 4 maggio dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e come riferisce Politico.eu un nuovo vertice dovrebbe tenersi tra oggi e domani. Intanto, il portavoce dei delegati russi Vladimir Medinsky ha dichiarato che i colloqui di pace con Kiev non sono naufragati e si terranno “nei prossimi giorni”. Anche se oggi il negoziatore capo di Kiev ha affermato il contrario.
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