Francesco Chiappero Dottore in Scienze Motorie e Sportive, è titolare di “ReAction®”, struttura polifunzionale che offre servizi a 360° per lo sportivo di endurance: dall’analisi biomeccanica, ai test di valutazione funzionale, alla preparazione atletica. E’ consulente per importanti aziende del settore sportivo, con le quali studia e sviluppa metodologie d’allenamento e prodotti per l’integrazione finalizzati all’ottimizzazione della performance.
– Molti si rivolgono a te per affrontare bene varie discipline e gare. Quali sono le richieste più frequenti dei ciclisti che affrontano diverse GF ogni anno?
“I granfondisti si rivolgono a me principalmente per due motivi: problematiche da posizionamento in sella o necessità di un programma di allenamento in vista di più granfondo da affrontare. Per quanto riguarda il posizionamento in bici, molti ciclisti riportano fastidi o problematiche già dopo alcune ore di pedalata. Chi affronta le granfondo trascorre molte ore in bicicletta, con dislivelli anche impegnativi; il rischio è che un piccolo fastidio possa portare all’insorgenza di patologie da sovraccarico alla schiena piuttosto che alle ginocchia, indolenzimenti al soprasella etc. Il mio compito è quindi quello di adattare il più possibile l’atleta al mezzo, in base alle caratteristiche fisiche ma anche alla tipologia di utilizzo della bici. Chi invece si rivolge a me per il training, spesso lo fa per ottimizzare il tempo a disposizione per l’allenamento; il rischio di chi fa da sé, negli sport di endurance, è proprio quello di allenarsi in modo controproducente, senza una “bussola” e molto più del necessario. Insomma, tanto volume e poca qualità. Non dimentichiamo che l’amatore granfondista deve districarsi tra impegni quotidiani e familiari, turni o trasferte di lavoro; se l’allenamento è ben calibrato, personalizzato e periodizzato diventa una risorsa e non, al contrario, un fattore di stress”.
– Che consigli daresti ad un neofita e a chi invece si pone obiettivi in termini di tempo/ risultati?
“Ad un neofita consiglio di impostare fin da subito il passo giusto: in salita si tende a sconfinare, ma è importante non eccedere, per far sì che l’energia provenga principalmente dal metabolismo lipidico, limitando il rischio di esaurimento energetico. Per evitare la “bollita” o limitare il rischio di crampi muscolari mantieni un passo regolare e prossimo all’85-90% della soglia anaerobica (determinabile tramite specifico test). Ad un atleta evoluto consiglio invece di inserire alcuni richiami ad alta intensità durante la settimana che precede la gara, riducendo nel complesso il volume degli allenamenti. Così facendo si riduce l’affaticamento e migliora il reclutamento muscolare: in gara significa non avvertire quella sensazione disagevole quando si tratta di alzare il ritmo”.