Oggi nessun corridoio umanitario, il sindaco di Mariupol: “Evacuate i civili”.
Le milizie filo-russe dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk hanno affermato di aver preso controllo del 90 per cento del territorio dell’entità separatista, situata nella regione orientale del Donbass, fronte al momento più caldo del conflitto cominciato in Ucraina lo scorso 24 febbraio con il lancio di un’offensiva militare da parte della Russia. Ad annunciare l’avanzamento, non confermato da fonti di Kiev, è stato il portavoce della milizia, Ivan Filiponenko, parlando all’emittente televisiva pubblica Rossiya-24.
Stando a quanto comunica invece l’amministrazione regionale ucraina del Lugansk, rilanciata dal quotidiano Ukrainska Pravda, sarebbero almeno 11 i bombardamenti di artiglieria compiuti dall’esercito russo nella zona. Le autorità, citate da Pravda, hanno riferito inoltre di “raffiche di artiglieria che non si fermano” anche nel Donetsk, altra regione del Donbass dove ha sede una delle autoproclamate repubbliche filo-russe. A Mariupol invece, porto situato sempre nella regione, teatro da oltre un mese e mezzo di un assedio delle forze armate russe, che ne hanno annunciato ieri la presunta “liberazione”, non ci sarebbero sostanziali modifiche. L’acciaeria Azovstal, dove si troverebbero da giorni centinaia di militari ucraini e di civili, continua a “resistere”, sempre stando alle fonti locali rilanciate dal quotidiano ucraino.
Nonostante quindi continuino i combattimenti, per oggi le parti in conflitto non sono riuscite a concordare corridoi umanitari per l’evacuazione di civili. Lo ha annunciato la vice primo ministro di Kiev, Iryna Vereshchuk, che in un messaggio su Facebook ha spiegato che è stato impossibile istituire percorsi sicuri a causa degli eccessivi pericoli sulle eventuali rotte per le evacuazioni. La dirigente del governo ucraino ha esortato le persone in attesa di essere trasferite ad “avere pazienza e aspettare”.
Anche il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, ha rinnovato un appello affinché venga permessa l’evacuazione di tutti i circa 100mila abitanti rimasti ancora in città. Ieri, stando a una denuncia delle forze armate ucraine, truppe russe hanno attaccato colonne di civili che stavano lasciando la regione sud-orientale di Kherson, attualmente sotto il controllo dell’esercito di Mosca, nonostante fosse stato pattuito un corridoio umanitario.
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