Approvato all’unanimità il Def, Draghi: “Embargo gas? Meglio pace o condizionatore acceso?”

“Le istituzioni del Paese risponderanno ai bisogni dei cittadini che in questo momento sono particolarmente disperati”.

di Alfonso Raimo e Luca Monticelli

ROMA – “Siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno shock comune, come lo è stato la pandemia. Bisogna ripetere l’esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato l’azione di governo durante la pandemia”. Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri all’unanimità del Def.

L’embargo sul gas russo “non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione. Ma la situazione sta modificandosi davanti ai nostri occhi”, risponde il premier Mario Draghi. “Quelle devastazioni ci hanno sorpreso”. Fin qui è stata “una guerra che sembrava di aggressione, non provocata, premeditata, una guerra che sembrava svolgersi in modo terribile come le guerre. Ma ora sembra che i massacri di civili, anche di bambini, aumentino costantemente. Questo spinge l’Europa e gli alleati a prendere sanzioni ancora più severe. Oggi però l’embargo del gas non è sul tavolo e non so se lo sarà mai. Ma quanto più diventa orrenda questa guerra, tutti gli alleati si chiedono cosa si possa fare per indebolire la Russia e farla smettere in assenza di una partecipazione diretta alla guerra”.

“Se dovessero cessare le forniture di gas oggi, fino al tardo ottobre siamo coperti- prosegue il premier-. Non vedremmo conseguenze fino all’autunno. Noi andiamo con l’Ue, se si decide per l’embargo del gas noi ci siamo”. “Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa vogliamo? La pace o il termosifone caldo? O meglio, ormai, la pace o il condizionatore d’aria acceso?– chiede il premier che aggiunge che- sulle energie alternative bisogna fare un salto molto importante in termini di investimenti”.

DRAGHI: “TETTO AL PREZZO DEL GAS È LA COSA PIÙ RAZIONALE PER UE

Mettere un tetto al prezzo del gas sarebbe la cosa più razionale da fare, ma si può fare solo a livello collettivo. L’Europa è di fatto l’unico compratore e ha un forte potere di mercato, che si può esercitare attraverso l’imposizione di un prezzo, che non sia stravagante come quello di oggi visto che il prezzo in ogni parte del mondo è molto più basso”, spiega Draghi.

DRAGHI A PARTITI: “CITTADINI HANNO BISOGNI DISPERATI, PREVALGA SENSO DOVERE

Ho molta fiducia nella capacità delle forze di maggioranza di capire la drammaticità di questa situazione e in secondo luogo nella capacità di rispondere. Io penso che ci sono diversità anche profonde di vedute e di identità- spiega Draghi-. Ma le istituzioni del Paese devono rispondere ai bisogni dei cittadini che in questo momento sono particolarmente disperati. Io credo che alla fine prevarrà uno spirito costruttivo perché è motivato dal senso del dovere”. “Le parrò ingenuo, ma io la penso cosi’”, aggiunge Draghi rivolto al giornalista.

DRAGHI: “CAPISCO BONOMI MA NON DRAMMATIZZARE, CONVIENE PRODURRE IN ITALIA

“Il presidente Bonomi registra la realtà per quello che è. Poi magari sarà un quadro eccessivamente pessimistico o forse no, lo vedremo nelle prossime settimane. Oggi però si sbaglia di meno a essere pessimisti che ottimisti, intendiamoci”, dice il premier Mario Draghi, rispondendo al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, autore di una lettura pessimistica sul fare impresa in Italia.

“Quanto al fatto che non convenga più produrre in Italia – aggiunge il premier – non lo so: guardando allo scorso anno sembra che convenga molto produrre in Italia. Si pensa spesso che noi siamo peggio degli altri, ma in effetti le materie prime mancano a tutti in Europa, il cemento manca a tutti, il prezzo del cemento e dell’acciaio sono andati su per tutti e le previsioni tendono al negativo anche all’estero. Io penso che convenga, conviene produrre in Italia”. Insomma “certamente il quadro complessivo sta peggiorando, ma non bisogna drammatizzare”.

DRAGHI: “QUADRO COMPLESSO, SINDACATI DATORI E GOVERNO SCELGANO STRADA COMUNE

“L’incontro di domani” coi sindacati “è importante perché intanto riprende il confronto che si era fermato all’inizio dell’anno per gli eventi che sono successi. Ma e’ importante anche perché l’Italia si trova attaccata da piu’ fronti: inflazione, caro energia, mancanza delle materie prime. Poi c’e’ la guerra, la scelta di ‘in che campo stare’. E’ un quadro molto complesso e a me e’ venuto in mente che forse la cosa piu’ naturale da fare e’ vedere se non si potesse stare tutti insieme: governo, sindacati e associazioni datoriali, devono discutere insieme e vedere se non si riesce a trovare una strada comune”.

 FRANCO: “ENERGIA COSTERÀ DI PIÙ IN FUTURO, MA NON COSÌ TANTO

“A marzo il costo dell’energia è stato sei volte quello di un anno fa e questo ha un impatto enorme sulla produzione. E’ un picco, avremo in futuro il costo dell’energia significativamente più alto rispetto a due anni fa, però difficilmente resterà per periodi molto lunghi su questo livello. Si tratta di gestire questa fase, il governo è intervenuto ripetutamente per dare una mano a queste imprese, vedremo se potremo rafforzare ancora questo intervento“. Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in conferenza stampa.

Il Def è stato “approvato in leggero anticipo rispetto alla scadenza perché possa essere propedeutico a nuovi interventi di politica economica, il prima possibile“, spiega Franco. “Confermare gli obiettivi è una scelta di prudenza, abbiamo attuato una politica di bilancio volutamente espansiva e l’obiettivo del 5,6% è nella fascia alta di deficit a livello europeo”, spiega il ministro dell’Economia.

Agenzia DiRE

di Alfonso Raimo e Luca Monticelli

ROMA – “Siamo tutti al lavoro per costruire una risposta comune a uno shock comune, come lo è stato la pandemia. Bisogna ripetere l’esperienza di straordinaria unità nazionale che ha ispirato l’azione di governo durante la pandemia”. Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri all’unanimità del Def.

L’embargo sul gas russo “non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione. Ma la situazione sta modificandosi davanti ai nostri occhi”, risponde il premier Mario Draghi. “Quelle devastazioni ci hanno sorpreso”. Fin qui è stata “una guerra che sembrava di aggressione, non provocata, premeditata, una guerra che sembrava svolgersi in modo terribile come le guerre. Ma ora sembra che i massacri di civili, anche di bambini, aumentino costantemente. Questo spinge l’Europa e gli alleati a prendere sanzioni ancora più severe. Oggi però l’embargo del gas non è sul tavolo e non so se lo sarà mai. Ma quanto più diventa orrenda questa guerra, tutti gli alleati si chiedono cosa si possa fare per indebolire la Russia e farla smettere in assenza di una partecipazione diretta alla guerra”.

“Se dovessero cessare le forniture di gas oggi, fino al tardo ottobre siamo coperti- prosegue il premier-. Non vedremmo conseguenze fino all’autunno. Noi andiamo con l’Ue, se si decide per l’embargo del gas noi ci siamo”. “Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Cosa vogliamo? La pace o il termosifone caldo? O meglio, ormai, la pace o il condizionatore d’aria acceso?– chiede il premier che aggiunge che- sulle energie alternative bisogna fare un salto molto importante in termini di investimenti”.

DRAGHI: “TETTO AL PREZZO DEL GAS È LA COSA PIÙ RAZIONALE PER UE

Mettere un tetto al prezzo del gas sarebbe la cosa più razionale da fare, ma si può fare solo a livello collettivo. L’Europa è di fatto l’unico compratore e ha un forte potere di mercato, che si può esercitare attraverso l’imposizione di un prezzo, che non sia stravagante come quello di oggi visto che il prezzo in ogni parte del mondo è molto più basso”, spiega Draghi.

DRAGHI A PARTITI: “CITTADINI HANNO BISOGNI DISPERATI, PREVALGA SENSO DOVERE

Ho molta fiducia nella capacità delle forze di maggioranza di capire la drammaticità di questa situazione e in secondo luogo nella capacità di rispondere. Io penso che ci sono diversità anche profonde di vedute e di identità- spiega Draghi-. Ma le istituzioni del Paese devono rispondere ai bisogni dei cittadini che in questo momento sono particolarmente disperati. Io credo che alla fine prevarrà uno spirito costruttivo perché è motivato dal senso del dovere”. “Le parrò ingenuo, ma io la penso cosi’”, aggiunge Draghi rivolto al giornalista.

DRAGHI: “CAPISCO BONOMI MA NON DRAMMATIZZARE, CONVIENE PRODURRE IN ITALIA

“Il presidente Bonomi registra la realtà per quello che è. Poi magari sarà un quadro eccessivamente pessimistico o forse no, lo vedremo nelle prossime settimane. Oggi però si sbaglia di meno a essere pessimisti che ottimisti, intendiamoci”, dice il premier Mario Draghi, rispondendo al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, autore di una lettura pessimistica sul fare impresa in Italia.

“Quanto al fatto che non convenga più produrre in Italia – aggiunge il premier – non lo so: guardando allo scorso anno sembra che convenga molto produrre in Italia. Si pensa spesso che noi siamo peggio degli altri, ma in effetti le materie prime mancano a tutti in Europa, il cemento manca a tutti, il prezzo del cemento e dell’acciaio sono andati su per tutti e le previsioni tendono al negativo anche all’estero. Io penso che convenga, conviene produrre in Italia”. Insomma “certamente il quadro complessivo sta peggiorando, ma non bisogna drammatizzare”.

DRAGHI: “QUADRO COMPLESSO, SINDACATI DATORI E GOVERNO SCELGANO STRADA COMUNE

“L’incontro di domani” coi sindacati “è importante perché intanto riprende il confronto che si era fermato all’inizio dell’anno per gli eventi che sono successi. Ma e’ importante anche perché l’Italia si trova attaccata da piu’ fronti: inflazione, caro energia, mancanza delle materie prime. Poi c’e’ la guerra, la scelta di ‘in che campo stare’. E’ un quadro molto complesso e a me e’ venuto in mente che forse la cosa piu’ naturale da fare e’ vedere se non si potesse stare tutti insieme: governo, sindacati e associazioni datoriali, devono discutere insieme e vedere se non si riesce a trovare una strada comune”.

 FRANCO: “ENERGIA COSTERÀ DI PIÙ IN FUTURO, MA NON COSÌ TANTO

“A marzo il costo dell’energia è stato sei volte quello di un anno fa e questo ha un impatto enorme sulla produzione. E’ un picco, avremo in futuro il costo dell’energia significativamente più alto rispetto a due anni fa, però difficilmente resterà per periodi molto lunghi su questo livello. Si tratta di gestire questa fase, il governo è intervenuto ripetutamente per dare una mano a queste imprese, vedremo se potremo rafforzare ancora questo intervento“. Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in conferenza stampa.

Il Def è stato “approvato in leggero anticipo rispetto alla scadenza perché possa essere propedeutico a nuovi interventi di politica economica, il prima possibile“, spiega Franco. “Confermare gli obiettivi è una scelta di prudenza, abbiamo attuato una politica di bilancio volutamente espansiva e l’obiettivo del 5,6% è nella fascia alta di deficit a livello europeo”, spiega il ministro dell’Economia.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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